Perché leggere questo articolo? Il nucleare Usa in Italia è oggetto di discussione. Se ne parla in Commissione Difesa. Vediamo come il governo avvalori la scelta americana di rinnovare le bombe ad Aviano e Ghedi. In arrivo testate più potenti e letali. Potenziali bersagli di un primo attacco nemico in caso di guerra atomica.
Gli Stati Uniti aggiornano il deterrente nucleare in Europa e in Italia e Roma prende atto della svolta Usa, senza però essere la parte in causa avente l’ultima parola. Questo quello che si può intendere dal dibattito andato in scena alla IV Commissione permanente Difesa della Camera nella giornata di mercoledì 12 luglio. Ove un’interrogazione presentata dagli onorevoli del Pd Stefano Graziano e Laura Boldrini ha chiesto conto al governo Meloni del processo di aggiornamento dell’arsenale atomico americano in Italia. Esso sta venendo compiuto ai sensi dell’aggiornamento della Nuclear Posture Review, la strategia di Washington sulle armi nucleari promosso nel 2022 in risposta alla crisi russo-ucraina.
Rauti risponde sul nucleare Usa in Italia
Presente in aula della Commissione a Montecitorio, la sottosegretaria alla Difesa Isabella Rauti, esponente di Fratelli d’Italia, ha promosso l’attenzione sul fatto che il Ministero della difesa è sempre al corrente di ogni aggiornamento riguardante l’arsenale nucleare americano presente nelle basi site in Italia. Esse sono in particolare quella bresciana di Ghedi e quella friulana di Aviano, ove militari italiani e commilitoni americani collaborano secondo l’accordo del nuclear sharing.
Tramite questo patto, le forze italiane hanno la cogestione di una quota di atomiche che in caso di conflitto sarebbero assegnate all’Aeronautica, in particolare per essere imbarcate sui cacciabombardieri Tornado o F-35.
Rauti ha sottolineato che il ministero guidato dal collega di partito Guido Crosetto opera “svolgendo un costante monitoraggio”. Ma – va ricordato – le armi dell’arsenale nucleare americano in Italia restano di proprietà del governo di Washington.
Le mosse del “gigante dei cieli” Usa tra Ghedi e Aviano
Tra le due basi è schierato un reparto del 704esimo squadrone del Munss americano (Munitions Support Squadron) dedicato proprio alla gestione del munizionamento. E anche se ufficialmente nulla trapela, è chiaro da diversi indizi che un rischieramento nucleare americano in Europa è in atto e che ciò riguardi anche le basi italiane.
Ad aprile i tracciatori di aerei del sito Italmilradar.com hanno individuato la partenza di un gigantesco Globemaster III Boeing C-17A dalla base tedesca di Ramstein, capitale delle forze armate americane in Europa, per raggiungere Ghedi prima e Aviano poi.
Leggi il commento Usa all’aggiornamento della strategia nucleare
L’aereo dell’Usaf portava bombe per il nucleare americano?
Il velivolo era membro del 62° Squadrone della United States Air Force ed è giunto in Europa proveniente dalla base “Lewis-McChord” di Tacoma, nelo stato di Washington.
Il Globemaster III è l’unico aereo dell’Usaf che è attrezzato per il trasporto a fini non di impegno diretto di testate nucleari, dunque alla logistica delle atomiche a stelle e strisce. E visto i passaggi, è tutt’altro che improbabile pensare che il quadrigetto che a pieno carico pesa circa 250 tonnellate, quanto cinquanta elefanti, potesse essere stato inviato oltre Atlantico con fini diversi dal trasporto di rinnovate testate per le forze armate stanziate a Ghedi e Aviano.
Rauti segue la strategia americana
Gli Usa stanno rinnovando pesantemente il programma nucleare in Europa. Le atomiche in arrivo in Italia sono le B61-12 dal potenziale compreso tra gli 0,5 chilotoni e i 50 chilotoni. Capaci di essere trasformate dai cacciabombardieri, di penetrare in profondità su obiettivi tattici e bunker, di mirare in forma più precisa gli obiettivi. Nelle intenzioni Usa queste bombe sostituiranno le meno duttili B61-11e e saranno gestite nella fase produttiva da Boeing.
La sostituzione delle atomiche rispecchia le regole d’ingaggio della strategia nucleare Usa, la Nuclear Deterrence Strategy che integra la Nuclear Posture Review voluta da Barack Obama per integrare il deterrente americano alle sfide del nuovo millennio.
Gli Usa si impegnano a mantenere “a safe, secure, and effective nuclear deterrent” in patria e non solo. E la Rauti, rispondendo a Graziano e Boldrini, con quest’ultima che mostrava preoccupazione per la presenza di armi “estremamente più potenti e letali” che potrebbero essere il primo obiettivo di un possibile attacco russo, sembra riprendere pari pari le parole del Pentagono.
Giochi di guerra in Europa e Italia
Rauti sottolinea infatti che “l’intendimento statunitense di sostituire l’arsenale nucleare sul suolo europeo rientra da tempo nel piano di ammodernamento volto al mantenimento di un deterrente credibile, affidabile ed efficiente”. Cita le Npr del 2010 e del 2022 come elemento che potrebbero avvalorare questa svolta. La sottosegretaria ribadisce “l’impegno statunitense per una transizione efficiente, tramite l’ammodernamento delle dotazioni di specie, funzionale alla richiamata azione di deterrenza”. Tutto, a prescindere, sopra la testa del governo italiano e degli altri organi costituzionali.
I “giochi di guerra” in Europa continuano a tutto campo e gli Stati Uniti muovono al rafforzamento del deterrente. In Commissione Difesa arriva solo l’eco, non decisivo, di questo processo strategico che modifica lo scacchiere geopolitico e militare. Amplificando la potenza della presenza nucleare in Europa. Nella consapevolezza che l’Italia potrà avere voce in capitolo solo in caso di impegno dei mezzi in guerra. Quando Aviano e Ghedi diverranno, inevitabilmente, bersagli.