“Conte ha detto alle agenzie che Beppe si occuperà di attività di formazione e comunicazione, non si capisce se il Movimento userà in futuro il Blog anche per pubblicare post politici, ma c’è il rischio di fare confusione tra la linea di Grillo e quella ufficiale del M5s, soprattutto in politica estera”, si sfoga con true-news.it un importante deputato pentastellato, esprimendo tutti i suoi dubbi sull’opportunità di stipulare un accordo economico (si parla di 300mila euro all’anno) con il Garante. Molti parlamentari, insomma, vogliono vederci chiaro sul patto tra la Beppegrillo Srl, la società che gestisce il Blog del fondatore, e il nuovo Movimento guidato da Giuseppe Conte.
Chi paga Grillo?
Tra Camera e Senato vengono sollevati problemi di natura economica, perché saranno le casse dei gruppi parlamentari a provvedere al pagamento delle prestazioni del neo-super consulente. “Pagheranno i gruppi perché le casse del partito sono vuote, dato che quasi nessuno di noi restituisce più lo stipendio, dato che in pochissimi saranno rieletti”, spiega un altro parlamentare pentastellato.
C’è la paura che i fondi per pagare il comico possano penalizzare l’attività del gruppo, drenando risorse da altre attività e iniziative, magari quelle sul territorio, tanto incoraggiate, a parole, dalla nuova leadership grillina con a capo l’ex presidente del Consiglio Giuseppe Conte.
Nina Monti e altri creditori
E poi ci sono le polemiche sul ruolo di Nina Monti, cantautrice romana e spin doctor di Grillo. Una figura sostanzialmente sconosciuta a pressoché tutti i deputati e i senatori, che già mal sopportano le direttive di Rocco Casalino, ex portavoce di Conte e dominus della comunicazione dei Cinque Stelle.
Infine sono spuntati i creditori che bussano alla porta del M5s. Professionisti, analisti e collaboratori vari che lamentano di non essere mai stati pagati durante la gestione del reggente Vito Crimi e chiedono a Conte di saldare i debiti, per un totale di 300mila euro, la stessa cifra che i gruppi dovranno sborsare per Grillo.
Dissidi sulla politica estera
Ma se nel Movimento ci si è sempre accapigliati sui soldi, la novità – con la guerra tra Russia e Ucraina – è rappresentata dagli imbarazzi crescenti di una fetta di eletti in Parlamento per la linea in politica estera di Grillo. “Dato che lo paghiamo, qualcuno potrebbe pensare che i post di Beppe sulla Cina o l’elogio del Costa Rica senza esercito rappresentino la linea ufficiale del Movimento, dato che Grillo collaborerà con la comunicazione del M5s, è lecito chiedersi se il nostro Staff comunicazione e Conte approvino certe opinioni”, è un altro sfogo raccolto da true-news.it tra le fila dei parlamentari grillini.
Non è un mistero che, non solo tra i sostenitori di Luigi Di Maio, nel M5s ci sia un gruppo consistente di deputati e senatori più vicini alle posizioni atlantiste che non a quelle filo-cinesi o filo-russe di qualche anno fa. E il riferimento della polemica è un recente post del Blog in cui si elogiava il ruolo di Pechino come architrave della sicurezza globale e in cui si criticava l’atteggiamento della Nato e degli Usa nella sfera della geopolitica.
A maggior ragione perché – come ha spiegato Conte – tra gli obiettivi della partnership con Grillo ci sarà “anche la promozione delle attività del Movimento all’estero, attraverso la partecipazione a convegni, giornate di studio, incontri con personalità scientifiche e istituzionali”. “Si magari in Cina”, borbottano i parlamentari imbarazzati tra Montecitorio e Palazzo Madama.