I media di tutto il mondo hanno gli occhi puntati sull’Ucraina. Seguono il procedere dello scontro con approfondimenti, interviste e aggiornamenti quasi in tempo reale. Come vengono raccontati, però, i fatti dalle testate russe?
In generale, scorrendo le piattaforme online dei giornali più letti, si nota che lo spazio dedicato alla guerra in Ucraina è ridotto rispetto alla stampa italiana ed europea. Le notizie sull’invasione sono incastonate tra articoli su Covid, economia, sport e spettacolo. Leggendo poi titoli e articoli, si riscontrano delle notevoli differenze rispetto alla narrazione in cui siamo immersi.
Guerra in Ucraina, in Russia una narrazione rovesciata
Scorrendo ad esempio il sito del Komsomolskaja Pravda, compaiono numerose raccolte di quelle che dovrebbero essere testimonianze di cittadini ucraini, che attendono con speranza l’arrivo dell’esercito russo, visto come liberazione del Paese da un governo ingannatore. L’articolo chiama l’Ucraina Nezaležnaja (termine russo che significa indipendente) e le voci che riporta sembrano raccontare una storia diversa da quella che siamo abituati ad ascoltare: «Noi, gli abitanti russi di Kiev, vi stiamo aspettando. Ma fate attenzione, qui ci sono non poche persone con intenzioni ostili. Vi auguro una rapida Vittoria!».
La stessa testata sceglie di parlare non di guerra ma di «Operazione militare speciale in Ucraina» e racconta le manifestazioni e proteste organizzate in tutto il mondo, dipingendole però come iniziative a sostegno della politica russa. «In alcuni Stati europei hanno avuto luogo manifestazioni di strada in sostegno della Russia. I partecipanti hanno chiesto alla NATO di fermare la pressione su Mosca». Si cita anche il contesto italiano, ma sempre allontanandosi dalla realtà dei fatti: «Anche gli italiani sono scesi in strada per chiedere la pace. A Roma decine di residenti della capitale sono usciti per manifestare in sostegno di Mosca. I manifestanti hanno contestato la pressione della NATO sulla politica degli stati indipendenti».
In Ucraina non una guerra ma una “operazione militare speciale”
Evitare il termine guerra è una costante. Troviamo la stessa strategia comunicativa anche su Argumenty i fakty, che riporta i punti chiave dell’«Operazione militare speciale» in corso. Si giunge addirittura a negare l’attribuzione russa dei bombardamenti e a ridurre la portata del conflitto. Ne è un esempio l’articolo intitolato: «La verità è la prima vittima. Quali fake news sull’operazione in Ucraina stanno uscendo sul web». Al suo interno si legge: «è ormai chiaro che l’esercito russo non ha nulla a che fare con l’incidente: le forze armate russe non hanno difese antiaeree nella zona di Kiev. […] Le autorità ucraine sostengono che la capitale si trovi sotto “il fuoco dei missili”, ma in realtà nella città, piena zeppa della stampa occidentale, sono stati registrati pochissimi segni di impatto sulle case».
La volontà di screditare l’Ucraina passa anche attraverso l’accusa (non verificata) di impiegare armi chimiche: «Il ministero della difesa russo rivela l’uso di munizioni al fosforo da parte delle forze armate ucraine». La testata Izvestija si mostra molto scettica anche nei confronti delle trattative di pace, mostrate come una pausa all’interno del combattimento che non distrarrà però l’esercito russo dall’obiettivo finale. «Il lieve ritardo legato alle proposte di negoziazione di Kiev non cambierà il corso dell’operazione militare russa, ritengono gli esperti. Dopo che è diventato chiaro che le autorità ucraine volevano solo prendere tempo, l’offensiva è ripresa su tutti i fronti».
Guerra in Ucraina, poche voci fuori dal coro
Gran parte dei media russi risultano quindi molto vicini alla posizione e alle dichiarazioni pubbliche di Putin. Ci sono però alcune testate che si muovono in direzione opposta. Sono per lo più giornali indipendenti. È il caso del Moscow Times che, pubblicando i suoi articoli in inglese, si rivolge a un pubblico che va anche al di là dei confini del Paese. La testata parla chiaramente di invasione e condanna le azioni russe. Putin, inoltre, è dipinto come una figura autoritaria e la popolazione è detta in ostaggio del leader politico.
Anche Novaja Gazeta compie delle scelte simili. I bombardamenti in Ucraina sono ricondotti all’esercito russo e viene addirittura fatto un parallelismo con la politica di Hitler, confronto emerso anche durante le manifestazioni contro la guerra svoltesi a Mosca in questi giorni e represse violentemente. Si legge infatti «Noi oggi siamo come la Polonia nel ‘39».
Nonostante alcune testate riportino i fatti in modo attendibile e coinvolgendo anche la voce delle persone ucraine, la tendenza generale è una negazione di ciò che sta avvenendo al di là dei confini russi. La libertà di critica e dissenso è quasi inesistente e l’effetto surreale dei giornali russi lo dimostra.