Perché leggere questo articolo? Hamas ha decapitato dei bambini a Kfar Aza? La stampa israeliana dibatte. Una partita a distanza tra giornalisti è un salutare esercizio di democrazia in temi di guerra
Prima di correre troppo a lungo, sul caso della guerra tra Israele e Hamas è giusto andare coi piedi di piombo. E ragionare. Perché l’orrore di cui i militanti palestinesi sono stati capaci è stato tanto profondo che non serve aggiungere, a questi drammi, ulteriore crudezza. Il caso del kibbutz di Kfar Aza, luogo della seconda più grave mattanza degli attacchi del 7 ottobre, è già di per se orrendo: oltre 200 morti, decine di minorenni uccisi, persone massacrate nel sonno, civili indifesi colpiti dalla mattanza dei demoni islamaisti di Hamas. Ma la stampa israeliana si sta spaccando su un particolare, di per sé macabro, che aggiungerebbe ulteriore drammaticità: sono stati davvero decapitati dei bambini, anche neonati, nel massacro di Kfar Aza?
Il dibattito su Hamas
La storia è emersa dal racconto di Nicole Zedek, giornalista di i24 nella sua versione inglese. La Zedek dopo il viaggio-stampa a Kfar Aza, bonificata dalle teste di cuoio di Israele dalla presenza dei miliziani di Hamas, ha parlato di scene terribili nel suo resoconto rilanciato su X. Citando peraltro anche la questione dei bambini decapitati da Hamas come riportata da alcuni soldati ivi presenti. A parlarle David Ben Zion, vicecomandante dell’Unità 71 che ha eliminato i terroristi che hanno colpito il kibbutz vicino al confine con Gaza.
L’Israel Defence Force ha però invitato al sangue freddo su questo tema. E nel novero dei massacri di Hamas, dall’assalto al rave nel deserto ai civili uccisi a sangue freddo, che hanno prodotto 1.200 morti nella giornata di sabato 7 ottobre il tema dei bambini sposterebbe purtroppo poco nel novero del giudizio complessivo su un’offensiva orribile. Ma sarebbe l’attestazione definitiva che potrebbe fornire carburante politico a un’operazione senza precedenti su Gaza.
Il dramma dei bambini e i dubbi di Ziv
L’uccisione a sangue freddo di bambini, specie neonati, richiama ai periodi più bui della storia umana. Dalla Shoah ai pogrom russi, dai massacri dei Talebani a quelli dell’Isis l’attacco ai bambini segna il punto del non ritorno per giustificare attacchi di massa. Il richiamo è alla Guerra del Golfo del 1990-1991: si accusò i soldati iracheni di Saddam Hussein di aver strappato bambini dalle incubatrici dall’ospedale pediatrico di Kuwait City dopo l’invasione come giustificazione di crimini contro l’umanità inenarrabili.
Oren Ziv di 972Mag, sempre presente nello stesso viaggio-stampa, ha però avuto una visione differente, che vale la pena riportare. “Sto ricevendo molte domande sui rapporti di “bambini decapitati da Hamas” che sono stati pubblicati dopo il tour dei media nel villaggio. Durante il tour non abbiamo visto alcuna prova di questo, e anche il portavoce o i comandanti dell’esercito non hanno menzionato tali incidenti”, ha scritto Ziv. “I soldati con cui ho parlato a Kfar Aza ieri non hanno menzionato “bambini decapitati”. Il portavoce dell’esercito ha dichiarato: “Non possiamo confermare a questo punto … siamo consapevoli degli atti atroci di cui Hamas è capace”, ha aggiunto.
Un dibattito che spacca l’opinione pubblica
Per Ziv “Questo non significa che non siano stati commessi crimini di guerra”. La scena a Kfar Aza è stata orribile, con decine di corpi di israeliani assassinati nelle loro case, immagini già di per sé esecrabili. “Purtroppo, Israele ora userà queste false affermazioni per intensificare il bombardamento di Gaza, e per giustificare i suoi crimini di guerra lì”, ha chiosato Ziv. Sottolineando come strumentalizzare la morte dei bambini significherebbe ucciderli due volte. E aprire a trincee di odio ulteriori. I media israeliani, dunque, dibattono su questo tema. Un sintomo di grande libertà e dei semi di una grande democrazia. Che si vuole comportare con umanità anche di fronte alla tragedia e al sangue dei suoi concittadini. Da onorare, ma non da strumentalizzare.