Perché leggere questo articolo? Secondo i dati dei bilanci dei partiti politici, Partito Democratico e Fratelli d’Italia si trovano in una situazione opposta. Fdi di Giorgia Meloni ha i conti in ordine ma deve affrontare problemi organizzativi. Il Pd di Elly Schlein, invece, è alle prese con i debiti dovuti a un’organizzazione elefantiaca del partito.
I conti di Pd e Fdi
Sono il primo e il secondo partito italiano. Uno ha i conti in ordine perché ha una struttura ancora striminzita rispetto alla sua crescita elettorale. L’altro è in difficoltà a causa di una struttura elefantiaca ed è alle prese con esuberi e ricollocamenti dei dipendenti a cui è scaduta la cassa integrazione. Parliamo di Fratelli d’Italia e del Partito Democratico.
Il partito di Meloni con il bilancio in attivo
Basta dare uno sguardo ai dati sui bilanci dei partiti, disponibili su Openpolis e Pagella Politica, per rendersi conto della situazione specularmente opposta in cui versano le due principali forze politiche italiane. C’è Fratelli d’Italia di Giorgia Meloni, alle prese con una crescita inarrestabile che fa sorridere i bilanci ma che provoca una serie di problemi interni di gestione della macchina del partito di Via della Scrofa. Fdi nel 2022 ha fatto registrare un utile di 527mila euro, tra i pochissimi in attivo, e un patrimonio netto di 2,6 milioni di euro. Quasi un unicum nel panorama politico. Soprattutto se parliamo dei partiti più grandi.
La struttura ridotta di Fdi
Ma la spiegazione è dovuta a una sorta di fuori sincrono tra la galoppata nei consensi e i ritardi nell’adeguamento della struttura e dell’organizzazione. La premier Meloni, di recente, ha messo al vertice della Fiamma la sorella Arianna. E infatti Fdi rimane una forza politica quasi “a conduzione familiare”. Proprio per questi motivi le casse sono ancora in ottima salute. A fronte di una macchina che è rimasta intatta rispetto al periodo in cui il partito della destra aveva il 4%, sono aumentate a dismisura le donazioni del 2×1000. Più elettori, più donatori. Bilancio in ordine.
L’addio della coach Tv di Fdi
Ma questa situazione presenta anche dei punti critici. L’ultima dimostrazione dei problemi organizzativi di Fdi è il recente addio della giornalista Federica Frangi. La cronista romana, dopo poco più di un mese, ha lasciato il suo incarico di coach televisivo degli esponenti di Fratelli d’Italia. Troppo difficile gestire le presenze nei tg e nei talk show di una pletora di eletti che è cresciuta a dismisura rispetto alla scorsa legislatura. E sono galoppanti anche le ambizioni dei singoli. Perciò Frangi si è trovata a fronteggiare le lamentele di deputati e senatori desiderosi di avere più visibilità. “In tv vanno sempre gli stessi”, è una delle contestazioni che si possono ascoltare all’interno del vasto gruppo di Fdi. Meglio lasciare. Con Meloni che dovrà trovare in fretta un sostituto e darsi una mossa a strutturare il primo partito italiano.
Il Pd ha troppi giornalisti
Opposta la situazione contabile del Pd. Al Nazareno devono fare i conti debiti per 5,5 milioni di euro e con una dissoluzione del patrimonio: dai 20,3 milioni di euro del 2010 ai sorprendenti 23mila euro dello scorso anno. Il tutto nonostante un boom di donazioni del 2×1000, pari a 7,4 milioni di euro. Ma ciò che pesa di più, a differenza della struttura leggera di Fdi, sono le dimensioni sproporzionate dell’organico del partito. 119 dipendenti, di cui 18 giornalisti. Con quasi novanta lavoratori da ricollocare, probabilmente nei gruppi parlamentari, perché gli è scaduta la cassa integrazione alla fine di settembre. Anche tra gli esuberi ci sono impiegati negli uffici stampa e comunicazione. Tra i giornalisti, i decani assunti tra il 2008 e il 2009, alla fondazione del Pd, come Enrico Barich, Gabriella Radano e Agnese Rapicetta, quest’ultima tra le firme anche del giornale online Democratica, edito dal Pd per due anni dopo la chiusura de L’Unità, dal 2017 al 2019. Ma ci sono pure ex dipendenti della vecchia Unità come Maddalena Carlino. A loro vanno aggiunti i già tanti giornalisti in forza ai gruppi di Camera e Senato.