Sistemi missilistici di difesa costiera K-300 Bastion, d’arma antiaereo a lungo raggio S-400 e balistici terrestri mobili Iskander-M. E ancora: missili da crociera Kalibir e altri missili a lungo raggio di vario tipo, tutti dotati di capacità nucleare. È questo l’arsenale russo dispiegato nell’enclave di Kaliningrad che spaventa e minaccia l’Europa intera, Italia compresa. Già, perché nel caso in cui le tensioni internazionali dovessero aumentare – e la situazione diventare critica – Mosca potrebbe sfruttare il range dei suoi armamenti dislocati sul Mar Baltico, tra Polonia e Lituania.
Lo scenario ucraino
La Russia, impegnata nel conflitto ucraino, ha fatto capire quali sono le sue intenzioni. Il presidente russo Vladimir Putin non intende fermarsi fino a quando non saranno centrati gli obiettivi prefissati. Ovvero: smilitarizzazione, neutralità e “denazificazione” dell’Ucraina, eliminazione dei “battaglioni nazionalisti” e riconoscimento di Crimea, Donetsk e Luhansk. Nel frattempo i negoziati tra le parti proseguono a rilento, e il Cremlino ha calato i suoi primi jolly militari. Si tratta dei missili termobarici, che avrebbero recentemente colpito la zona di Mariupol, bombe a grappolo e al fosforo bianco, oltre a missili Kalibir e i balistici ipersonici Kinzhal. Per alcune delle armi citate ci sono evidenze piuttosto evidenti, mentre per altre il dibattito sul loro reale impiego è ancora in corso.
Europa sotto tiro
Sia chiaro: l’epicentro del conflitto si trova in Ucraina ma Kiev non è poi così lontana dalle altre grandi città europee. In linea d’aria, e giusto per capirci, la distanza tra la capitale ucraina e Roma è di circa 1678 chilometri. Attenzione però, perché una simile distanza non deve essere immaginata pensando di coprirla con un aereo o con qualche altro mezzo turistico, bensì calcolando la traiettoria di lancio dei missili a disposizione della Federazione Russa. Il portavoce del Cremlino, Dimitry Peskov, ha ribadito che Mosca ricorrerà all’arma nucleare soltanto se “qualcuno minaccerà la sua esistenza”. Un concetto molto vago che, appunto per questo, ha gettato ulteriore preoccupazione su un conflitto il cui esito è difficilmente prevedibile.
L’enclave russo di Kaliningrad
Kaliningrad, mezzo milione di abitanti circa, incastonata tra Polonia e Lituania, offre alla Russia uno strategico sbocco sul Mar Baltico e un ancor più strategico avamposto dal quale, nel caso, terrorizzare l’intero continente europeo. In particolare, i missili sparati da questo lembo di terra sarebbero in grado di raggiungere gran parte dei membri della Nato. Non solo: i russi sono inoltre dotati di tre basi capaci di lanciare armi atomiche; Rostov, San Pietroburgo e, appunto, Kaliningrad. Proprio da Kaliningrad, in teoria, uno dei temibili missili a media gittata 9m729 – denunciati dagli Stati Uniti come violazione del Trattato Inf – potrebbe colpire un bersaglio situato in Spagna e oltre l’Irlanda. La loro gittata? 2.500 chilometri.
Gittata e distanza
Qualora dovessero essere lanciati da Kaliningrad, fin dove sarebbero in grado di arrivare? Andiamo con ordine. I missili supersonici lanciati dal K-300 Bastion hanno un raggio d’azione di circa 200 miglia. In un conflitto, potrebbero essere usati da Mosca contro le navi Nato che cercano di raggiungere gli stati baltici, oppure per colpire Polonia, Lituania e Lettonia. L’S-400 può invece tracciare e colpire simultaneamente una serie di bersagli aerei a distanze fino a 250 miglia. In teoria potrebbero centrare aerei e missili della Nato sulla maggior parte della regione baltica. I missili Kalibir colpirebbero pressoché l’intera Europa continentale, mezza Italia e buona parte della Francia, fino a comprendere, ad est, Bulgaria e Serbia.