C’è una strana contraddizione, nell’economia italiana di quest’ultimo periodo. Secondo i dati il Pil ormai cresce di oltre il 6 per cento. Una roba che erano decine d’anni che non si vedeva. Io non me lo ricordo un dato del genere, e ormai faccio questo mestiere da un bel po’. Tutto bene, insomma.
Più o meno. Più perché è sempre meglio crescere che decrescere. Il problema è anche come si cresce. Ad oggi, stiamo crescendo a debito. Nel senso che tra 110 per cento, sgravi e aiuti più o meno a tutti, è chiaro che stiamo andando in discesa perché lo Stato ci sta mettendo del suo. Bene? Sì, benissimo. Però i nostri figli non so se ci ringrazieranno. Era necessario uno stimolo all’economia? Assolutamente sì, perché altrimenti – con la pandemia – interi settori sarebbero morti e sepolti. Tuttavia c’è da interrogarsi, responsabilmente, su quello che dobbiamo fare oggi. E’ giusto, con una economia che cresce così, mantenere il reddito di cittadinanza? E’ giusto, con una economia che cresce così, continuare con gli stimoli alle ristrutturazioni e all’edilizia? Oppure non sarebbe più giusto lasciar fare al mercato, e magari smetterla di spendere e spandere anche dove tutto pare andare bene ed essere in marcia?
La verità è che la risposta la conosciamo tutti, e la ignoriamo. Tutti gli operatori dell’edilizia sanno bene che il 110 per cento non serve, ma tanto paga Pantalone. Idem per altre categorie. E poi si arriva all’assurdo degli assurdi.
Il calcio, mentre fa il calciomercato e butta paccate di milioni su questo o quel giocatore, mentre i procuratori sono ormai più ricchi e potenti dei calciatori stessi, sta chiedendo i ristori. I ristori, capito? Vuole i soldi della fiscalità dello Stato. Una roba che in un mondo normale avrebbe portato a uno scappellotto sulle orecchie a questi signori ricconi. Così, la mattina comprano una villa in più con le nostre tasse, e la sera guardiamo l’orrendo Soy Georgina, celebrazione della consorte di Cristiano Ronaldo, e sai che ce ne frega se non fosse che è come uno sputo in pieno volto. E non venite a dirmi che gli stadi sono vuoti.
Ormai sono anni che gli stadi non sono il principale introito delle squadre, e con la gente a casa avrebbero dovuto sviluppare di molto la fonte principale, ovvero la televisione. Ma non sono stati capaci di gestirla, e quindi sono mezzi in bancarotta, mentre la gente si incavola perché Dazn non funziona. Ora, tutto vero, avranno anche difficoltà. Ma la domanda rimane: se sono incapaci perché dobbiamo ristorare noi i danni che si sono fatti da soli e non dovuti alla pandemia ma alla loro incapacità?