Si è atteso per anni – e si dovrà ancora attendere per la sentenza definitiva – ma oggi la Corte costituzionale presieduta ha riconosciuto alle donne italiane il diritto di dare ai figli il proprio cognome. Decade dunque il divieto sancito dall’articolo 262 del codice civile. La Corte presieduta da Giuliano Amato ha stabilito che sono illegittime tutte le norme che attribuiscono “automaticamente il cognome del padre ai figli”. Lo ha annunciato l’ufficio stampa della Corte Costituzionale: la sentenza verrà depositata nelle prossime settimane. Le nuove regole si applicheranno ai figli nati nel matrimonio, fuori dal matrimonio e ai figli adottivi.
Cade l’automatismo del cognome paterno
I supremi giudici hanno ritenuto illegittime, perché in contrasto con gli articoli 2, 3 e 117 della Costituzione le norme italiane che non consentono ai genitori, di comune accordo, di attribuire al figlio il solo cognome della madre e quella che, in mancanza di accordo, impone il solo cognome del padre, anziché quello di entrambi i genitori.
La Corte ha ritenuto discriminatoria e lesiva dell’identità del figlio la regola che attribuisce automaticamente il cognome del padre. Non si è però ancora espressa sulla norma che impone automaticamente il solo cognome del padre in caso di disaccordo fra i genitori anziché quello di entrambi.
Doppio cognome per il momento
I giornali, su tutti Repubblica, ipotizza che la sentenza di oggi faccia cadere “l’articolo 262 del codice civile, che detta le regole per il cognome da assegnare al figlio nato fuori del matrimonio”. Nel frattempo la Corte scrive che per via di questa sentenza ai figli verrà automaticamente attribuito il cognome di entrambi i genitori, salvo accordi con cui i genitori decidano di dare ai propri figli solo il cognome del padre o solo quello della madre.
I Supremi giudici hanno ritenuto “discriminatoria e lesiva dell’identità del figlio” la regola sull’automatismo paterno con una sentenza, alla luce della quale “il figlio assume il cognome di entrambi i genitori nell’ordine dai medesimi concordato, salvo che essi decidano, di comune accordo, di attribuire soltanto il cognome di uno dei due”.
Un anno di dibattimento
Dietro c’è oltre un anno di dibattimento. Il caso era stato posto all’attenzione della Consulta – che aveva ancora come presidente Giancarlo Coraggio – a partire dal gennaio del 2021, quando una coppia di Bolzano che voleva dare al figlio, nato al di fuori del matrimonio, il cognome tedesco della madre, ritenendolo più musicale di quello paterno italiano.
Una questione di legittimità costituzionale era stata poi inoltrata a novembre del 2021 dalla Corte d’Appello di Potenza, in Basilicata. Il caso riguardava una coppia di Lagonegro, in provincia di Potenza, che voleva dare al proprio figlio il solo cognome della madre, per uniformità coi primi due figli, avuti prima del matrimonio e che la madre aveva riconosciuto per prima (i primi due figli avevano quindi mantenuto solo il suo cognome). Le coppie che hanno intrapreso l’iter giudiziario si sono dette “commossa e consapevole di aver scritto una pagina storica”.