Perché questo articolo ti dovrebbe interessare? Mercoledì 16 ottobre è stato approvato dal Senato il DDL Varchi. Già approvato dalla Camera, entrerà in vigore modificando l’attuale legge sulla GPA, la 40/2004, e impedendo l’accesso alla surrogacy non solo in Italia, ma anche all’estero, nei Paesi in cui è legale. La pena: la reclusione da tre mesi a due anni e una multa da 600mila a un milione di euro.
Carolina Varchi (FdI) è la prima firmataria del DDL che, approvato mercoledì 16 ottobre, ha resto la gestazione per altri (GPA) “reato universale”. Di conseguenza ora non solo non si può accedere alla surrogacy in Italia, ma nemmeno effettuare questa procedura all’estero, nei Paesi in cui è legale, come USA, Canada, Cipro, Grecia, Portogallo, Paesi Bassi, Danimarca e Belgio.
La criminalizzazione di una pratica sanitaria come la gestazione per altri rischia di spingere chi desidera accedervi verso soluzioni clandestine, con gravi conseguenze per tutte le persone coinvolte. In assenza di regolamentazioni e tutele legali, le donne che portano avanti la gravidanza e i genitori intenzionali sono esposti a maggiori rischi, in termini di sicurezza medica e psicologica. La clandestinità rende inoltre più difficili i controlli contro possibili abusi, riducendo le garanzie per i diritti umani e la salute.
Corpi del reato in carne ed ossa
Roberta Parigiani, avvocata e portavoce politica del MIT (Movimento Identità Trans), spiega: “L’impatto su chi sta costruendo una famiglia omogenitoriale sarà devastante; il gioco politico e ideologico, con cui questa maggioranza sta conducendo la propria battaglia, avrà l’effetto di criminalizzare famiglie vere e in carne ed ossa.
La natura della norma non permette di prevedere quali saranno gli strumenti con cui la magistratura sarà chiamata a vigilare sul questo neo-reato, ma sta di fatto che l’entrata in vigore della norma sarà già di per se sufficiente a far desistere molte famiglia, con tutto il dramma umano ed emotivo che questo comporta.
La norma penale non è retroattiva. È tuttavia chiaro che, al netto dell’applicazione pratica, il valore ideologico della disposizione avrà comunque influenza sulle famiglie omogenitoriali già formate, lanciando il chiaro segnale che, in questo Paese, alcune famiglie ed alcunə figlə sono considerati veri e propri corpi del reato“.
Una misura ideologica
Cosa comporta per le famiglie omogenitoriali straniere che vengono in Italia per numerose ragioni (come il turismo) e che hanno avuto figli con la surrogacy? Risponde Parigiani: “Se hanno fatto ricorso alla GPA dopo l’entrata in vigore della norma, sarebbero astrattamente perseguibili, ma è chiaro che non si hanno a disposizione i mezzi per condurre una tale crociata: quale procura riuscirebbe concretamente indagare su famiglie estere? E come, con quali mezzi? È ovvio che la norma ha una portata più che altro ideologica sotto tale profilo. C’è da chiedere però a Meloni come potrà conciliare la sua crociata personale, con la vicinanza a persone come Elon Musk, che ha ricorso notoriamente alla GPA: ma sappiamo già che prevarrà il suo solito ‘amichettismo’”.
L’impianto ideologico di questa misura risulta evidente anche osservando le argomentazioni emerse in Senato e, mesi fa, alla Camera. Si è puntato sul concetto artificioso di famiglia naturale o tradizionale, quando la maggior parte delle coppie che ricorrono alla GPA non sono future famiglie arcobaleno. Secondo una stima empirica realizzata dal Corriere della Sera nel 2023, infatti, ogni anno circa 250 coppie italiane si recano all’estero per praticare la GPA e nove su dieci di queste sono formate da un uomo e una donna.
E per chi ha una GPA in corso e sta attendendo il parto della surrogata? Parigiani specifica che “in tal caso bisognerà capire quando il reato su consuma, ovvero quando il ‘fatto’ assume tutti gli elementi per diventare ‘reato’. La norma, però, punisce una condotta talmente elastica e varia, da rendere astrattamente punibile anche nelle ipotesi in cui si stia solo attendendo il parto della madre surrogata, poiché la norma punisce anche chi ‘in qualsiasi forma, realizza, organizza o pubblicizza […] surrogazione di maternità'”.
Reati commessi in Paesi in cui sono fatti leciti
Il DDL Varchi ormai approvato propone di punire come illecito un atto realizzato in un Paese in cui la legge lo consente. A questo proposito Parigiani commenta: “Siamo a livelli inauditi di comicità involontaria. È del tutto evidente che non si abbiano gli strumenti per punire condotte che sono legali in molti paesi occidentali: Meloni pensa davvero che le procure italiane, già ingolfate per altre vicende, riescano ad acquisire dati sensibili e fascicoli di indagine da paesi terzi come USA o Canada? Farebbe ridere, se non fosse drammatico“.
La modifica prevista dal DDL alla legge del 2004 specifica: “Se i fatti di cui al periodo precedente, con riferimento alla surrogazione di maternità, sono commessi all’estero, il cittadino italiano è punito secondo la legge italiana”. “Di conseguenza” spiega Parigiani, “le famiglie estere a cui il divieto si riferisce sono comunque famiglie con un partner avente la cittadinanza italiana. In astratto, sarebbe questa l’ambizione nuova apportata dalla modifica normativa: punire i cittadini che ricorrono alla GPA, ovunque essi siano, in qualunque parte del mondo… e dell’universo. Ma, di nuovo, in concreto è pressoché impossibile che i paesi terzi dove risiedono le famiglie estere o dove la GPA è stata effettuata collaborino con le procure, consegnando materiale sanitario così tanto sensibile”.
Una discriminazione per legge
Alessia Crocini, presidente di Famiglie Arcobaleno, osserva: “Da un lato abbiamo esperti di diritto e giuristi che l’hanno fin da subito definita una forzatura incostituzionale, un paradosso giuridico di impossibile realizzazione, complesso da applicare e potenzialmente inefficace dal punto di vista pratico. Dall’altro abbiamo tutto lo sconforto e lo scoramento di chi è nel mezzo di percorsi di GPA, di chi vorrebbe iniziarli, ma anche di chi li ha già conclusi e vede trasformare le proprie famiglie in crimini. Percorsi di procreazione trasformati in reati anche quando sono fatti nel pieno rispetto di norme e ordinamenti giuridici democratici e rispettosi delle scelte personali e delle vite altrui.
Per le famiglie omogenitoriali già formate nella pratica non comporterà nulla poiché la legge penale non può essere retroattiva, ma getterà sui nostrə figl, che sottolineiamo sono perfettamente consapevoli di come sono natə, lo stigma di essere consideratə figli e figlie di un Reato Universale. La prima violenza subita è quella delle atroci parole pronunciate in Senato ieri. Questa legge spaventa i padri di figli e figlie non più piccolissimi perché dovranno rispondere e difendersi da chi sarà autorizzato da questo governo omofobo a etichettarlə come figlə di un Reato oltre che definirlə merce di una compravendita. Lo Stato, il loro paese, ha autorizzato una discriminazione per legge e con questo dovremo fare i conti per molti anni a venire. Solo il buon senso delle persone potrà tutelarli”.