Perché potrebbe interessarti questo articolo? Si stanno definendo le trattative per le poltrone in Rai, a cominciare da quella più ambita: la direzione del Tg1. E sottotraccia c’è uno scontro sul candidato favorito, Gian Marco Chiocchi, voluto dalla premier Giorgia Meloni. In Fratelli d’Italia c’è chi preferirebbe Nicola Rao, anche perché è già interno a viale Mazzini. Ma non è l’unico caso che alimenta tensioni
Uno sprint degno di una tappa per il Giro d’Italia, con traguardo fissato a viale Mazzini. Nelle ultime ore, infatti, intorno alla Rai c’è una gara ad arrivare alla poltrona giusta, all’incarico di peso. Il posto più ambito, manco a dirlo, è quello del Tg1 su cui si sta consumando una battaglia sotterranea che intreccia la politica e i professionisti del servizio pubblico: il candidato numero uno è Gian Marco Chiocchi, già direttore del quotidiano romano Il Tempo e attualmente alla guida dell’agenzia di stampa AdnKronos. La presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, non vuol sentire ragioni: ha una sconfinata stima nei suoi confronti e chiede di metterlo alla direzione del telegiornale più seguito dagli italiani. Tutto facile? Macché.
Rai: chi non vuole Chiocci al Tg1
C’è infatti una fronda che chiede lo spostamento di Nicola Rao dal Tg2 al Tg1. Finora infatti è stato molto apprezzato da Fratelli d’Italia per la linea data al telegiornale che dirige. Più di qualcuno auspica la sua promozione. Secondo quanto apprende True-News.it, Rao è sponsorizzato dal ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano, che lo ha avuto come vice prima di accettare l’incarico politico. “Ma ci sono tanti altri nel partito che preferirebbe Rao e non comprendono l’impuntatura di Meloni su Chiocchi, che è pure un esterno…”, spiegano fonti di centrodestra.
E la questione del profilo esterno non è secondaria: a viale Mazzini si tende sempre a privilegiare la soluzione interna, ossia i giornalisti già assunti, perché chi viene da fuori viene visto come un alieno. Ne sa qualcosa Augusto Minzolini, voluto da Silvio Berlusconi alla direzione del Tg1 dal 2009 al 2011. Intanto si vocifera che Rao non stia prendendo bene la vicenda: prendendosi il Tg1, infatti, Fdi perderebbe il Tg2 nella logica spartitoria tipica della Rai. E quindi sarebbe declassato, nonostante la professione di lealtà verso il partito di Meloni. Il borsino dà comunque in vantaggio l’opzione-Chiocchi forte della sponsorizzazione della premier. Difficile che ora possa accettare un passo indietro.
Rai: Conte vuole beffare il Pd
Sullo sfondo, poi, ci sono gli altri nomi che circolano vorticosamente con un intrecci di dialoghi inattesi, almeno fino a pochi mesi fa. “Conte sta facendo i salti mortali per cercare un accordo con la destra sulle caselle di viale Mazzini”, spiegano ancora un esponente di centrodestra che sta seguendo da vicino il dossier. L’obiettivo del leader del Movimento 5 stelle è “quello di prendersi il Tg3 togliendolo al Partito democratico” con Giuseppe Carboni, ex direttore del Tg1 (poi sostituito da Monica Maggioni), al posto di Mario Orfeo.
Un’operazione considerata ambiziosa, ma necessaria a ottenere il “sì” nel consiglio di amministrazione di Alessandro Di Majo, consigliere in quota M5S. Orfeo sarebbe quindi spostato a Rai Parlamento, che in un primo momento sembrava spettasse a Carboni. “Il Pd con il voto contrario sull’amministrazione delegato Roberto Sergio si è messo in una brutta posizione”, spiegano a True-news. Cosa significa? “Essendoci più opposizioni nulla toglie che il centrodestra possa privilegiarne una, sottraendo alla sinistra una sua storica roccaforte”. È storia nota, poi, che i 5 Stelle stiano spingendo per un programma di approfondimento politico condotto da Luisella Costamagna.
Gli incarichi già assegnati
Per quanto riguarda gli altri incarichi c’è meno incertezza. Forza Italia otterrà il Tg2 con Antonio Preziosi, indipendentemente da tutto il resto, mentre a Rainews va verso la riconferma Paolo Petrecca, con la benedizione di Fratelli d’Italia, mentre l’ex notista politico del Tg1 e parlamentare berlusconiano, Francesco Pionati, potrebbe saltare alla guida di Radio 1, sostenuto dalla Lega. Come sempre, però, nelle partite per gli incarichi c’è chi resta scontento. Francesco Giorgino era in rampa di lancio, ma è destinato a un incarico interno, di prestigio, ma non davanti allo schermo.