Sono stati il ministro della Salute Orazio Schillaci, in collegamento da remoto, il governatore lombardo Attilio Fontana ed il presidente di Regione Piemonte Alberto Cirio ad aprire i lavori della 19esima edizione di Direzione Nord. Una edizione incentrata sulla Salute, ospitata il 19 maggio al Palazzo delle Stelline di Milano. Tema della giornata: “La grande promessa: fare per attuare i programmi”. Un evento promosso da Fondazione Stelline, da Inrete e dalla Fondazione The Bridge, con il patrocinio di Regione Lombardia, che ha visto ancora una volta incontrarsi e dialogare esponenti delle istituzioni, giuristi, clinici, esperti e membri della società civile. Il palcoscenico privilegiato sul quale è stato possibile approfondire un cambio di paradigma e creare un tessuto ricettivo per elaborare ed accogliere nuove soluzioni nell’ambito della salute.
Dopo i saluti di apertura da parte di Fabio Massa, presidente della Fondazione Stelline, i relatori si sono dunque confrontati, nella moderazione a cura di Giancarla Rondinelli.
Schillaci: “Da subito attivati contro il fenomeno dei medici gettonisti”
“Ci siamo subito attivati contro il fenomeno dei medici gettonisti e siamo intervenuti da un punto di vista normativo: abbiamo voluto fermare la possibilita’ di ricorrere a questi operatori”, ha dichiarato il ministro Schillaci durante il suo intervento “Speriamo che nel giro di qualche mese questo fenomeno termini e ci sia una riconversione dei medici, che speriamo tornino verso il Servizio sanitario nazionale”, ha aggiunto il ministro, ricordando che dalle ricognizioni fatte sono emerse “irregolarita’, come persone in età pensionabile impiegate negli ospedali, personale senza specializzazione, ed alcuni medici che percepivano fino a tre volte di piu’ di coloro che lavorano nel Sistema sanitario nazionale”. “Stiamo lavorando con il ministro Bernini e credo che gia’ da questo anno il numero di iscrivibili alla facoltà di Medicina aumentera’ del 30 per cento con un incremento successivo negli anni a venire”, ha aggiunto.
Fontana: “Autonomia, manine burocratiche vogliono lo status quo”
Sull’autonomia “il tempo sta scadendo: si vuole mantenere lo status quo o si dà ai territori la possibilità di gestire direttamente dando un’impostazione diversa allo Stato?”. Così Attilio Fontana “Ci sono manine burocratiche che mandano in giro questi documenti” ha aggiunto Fontana tornando sulle polemiche scaturite dalla pubblicazione sui social di un documento critico sull’autonomia dell’ufficio studi del Servizio del bilancio del Senato. “Dal centro – ha concluso Fontana – non c’è la volontà di affrontare questo problema, sono tutti convinti che si possa andare avanti con la gestione ministeriale e centralistica del potere”.
Fontana: “Il mondo sta andando a una velocità ipersonica e noi non possiamo andare con il treno a vapore”
“La sanità doveva essere riformata e se siamo usciti dal Covid lo dobbiamo al personale sanitario, ai volontari, ai medici e grazie anche a Guido Bertolaso, all’intelligenza delle idee e delle persone. Grazie a tutto ciò siamo usciti migliori e oggi la Lombardia è ripartita più forte di prima”. Lo ha dichiarato il Presidente di Regione Lombardia Attilio Fontana che poi è entrato nel merito di un tema caro alla Lega, l’autonomia differenziata: “Il problema vero – ha concluso Fontana- è che non possiamo andare avanti in questo modo, serve il coraggio di affrontare una riforma di questo genere per semplificare il sistema. Il mondo sta andando a una velocità ipersonica e noi non possiamo andare con il treno a vapore, l’autonomia sarebbe una strada per rendere più snelli i processi. Il tempo sta scadendo e si devono velocizzare i procedimenti”.
Cirio: “Attenti alle scadenze per non perdere i fondi”
“L’Italia è Paese con un sistema complicato – ha commentato Cirio- e bisogna stare attenti alle scadenze per non perdere i fondi. Noi stiamo facendo la nostra parte, siamo al 66%, e la stiamo facendo per tempo mettendo in sicurezza i progetti più complicati con un commissario straordinario. Ad esempio il progetto su le Molinette, un ospedale che è oggetto di un intervento importante, rischiava di saltare a causa degli eventi che si sono succeduti, tra cui pandemia, guerra in Ucraina, aumento dei costi e variabili dell’energia. Per questo abbiamo chiesto l’intervento straordinario del Governo, e la figura del commissario in Italia è la dimostrazione di un sistema che non funziona, perché se il commissario straordinario può disapplicare le leggi del codice degli appalti e derogare è perché le leggi stesse non funzionano. La riforma del codice appalti ha aiutato molto perché riusciamo a partire con lo studio di fattibilità senza arrivare alla necessità di avere il progetto esecutivo, così si è snellito tanto ma il sistema italiano rimane complicato e rischia di bloccare numerose opere pubbliche. Si deve cambiare l’atteggiamento generale e semplificare le leggi per consentire alle regioni di lavorare”.