Un corteo eterogeneo composto da esponenti della destra estrema, ultras, studenti, imprenditori in difficoltà e rappresentanti della comunità’ araba, quello che ha attraversato Milano facendo esplodere petardi e molotov e lanciando lacrimogeni. “Sono un titolare di un bar a Vimercate sono venuto qua per chiedere un concetto di libertà’ che non e’ rispettato. Non condivido lo scempio, io sto raccogliendo motorini e biciclette per terra, non siamo tutti uguali”. “Sono una studentessa – dice una ragazza di 17 anni – e sono qui per protestare contro i diritti che ci vengono tolti”, mentre Giacomo e Alberto, due giovani di 21 e 18, espongono così’ il loro punto di vista: “Lavoriamo in una ditta, finiamo alle 19 e poi cosa facciamo? Dobbiamo chiuderci in casa? Siamo giovani, vogliamo divertirci”. I manifestanti si sono radunati in piazzale Loreto poco prima delle 21 a partire da un appello girato sui social diretto a chi aveva motivi per protestare contro i nuovi provvedimenti restrittivi del Governo per contenere il contagio. Il momento più’ teso davanti al Palazzo della Regione Lombardia, l’obiettivo prescelto fin dall’inizio secondo le prime valutazioni della Polizia, contro la quale sono stati lanciati pietre, bottiglie e grossi petardi. Gridavano “libertà, libertà” e insulti contro il governo Conte e i politici della Regione.