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Intanto Beppe Grillo ha fondato una nuova religione

Beppe Grillo fonda una nuova religione

Beppe Grillo fa le pentole e pure i coperchi. Nei ritagli di tempo dal tour dello spettacolo “Io sono il peggiore” (biglietti a prezzi pop, da 20 a 30 euro a cranio), ha pensato bene di lanciare un nuovo, bislacco business: una religione. Si chiama la “Chiesa dell’Altrove e sì, esiste veramente (qui il sito ufficiale). Si baserà sul culto dell’oramai mitologica Madame Bovary di Baudelaire (l’opera preferita dall’ex portavoce cinquestellino Rocco Casalino, nonché sua ultima croccantissima gaffe a Belve)? Purtroppo, no. Eppure la Chiesa dell’Altrove da qualche giorno è tra noi, cerca discepoli (anzi, “fedeli”) e punta all’8×1000. Sì, ma con quali precetti? Nessuno o quasi. La Chiesa dell’Altrove pone solo domande, nessuna risposta. Andiamo ad approfondire questa nuova frontiera dell’abisso, al limite tra fantascienza e realtà. Anche se, beh… è realtà.

Beppe Grillo come Neo di Matrix: non l’Eletto, ma l’Elevato

Beppe Grillo è il re dalla propria Chiesa. Comprensibile, chi non si eleggerebbe tale se ne fondasse una? Dal sito, leggibile quanto un buco nero, apprendiamo come il nostro si sia erto a “Elevato”, figura che fa il bello e il cattivo tempo e amministra il culto. Culto, per altro, nato a Orvieto. Durante una tappa del tour nella cittadina umbra, Grillo sarebbe apparso sul palco “con una corona di spinotti” in capo per annunciare la lieta (?) novella, ovverosia la nascita della Chiesa dell’Altrove. Verrebbe da pensare, dunque, che l’iniziativa non sia altro che una boutade, ma viviamo comunque nel Paese che, storicamente, ha preso sul serio lo scioglipancia di Wanna Marchi. Perché aspettarsi che non si possa bere anche quest’altra cialtronata? Del resto, lo statuto della suddetta religione di grilliano conio parla chiaro. Anzi, criptico: “stabilisce le forme giuridiche da adottare ai fini del riconoscimento della Chiesa dell’Altrove nei territori del pianeta Terra”. In attesa di scoprire come si insedierà, invece, in quel di Saturno, la supercazzola è comunque servita: non si fa cenno a quali sarebbero tali “forme giuridiche” per il riconoscimento del nuovo culto. Forse, per astrarlo, dovremmo prima prendere la pillola rossa (o quella blu) di Neo in Matrix. O magari basta un atto di fede. Come non fidarsi della mente che ci ha regalato, a suon di “Vaffancul0”, il Movimento Cinque Stelle? Comunque, ancora una volta, non è solo: intorno a sé ha degli amici. Si chiamano Altrovatar. 

Beppe Grillo e gli Altrovatar: la carica degli amici immaginari

Per alcuni è un genio, per altri il più grande scappellamento a destra della storia del cinema. Forse sarà stato proprio James Cameron a ispirare, almeno per consonanza, la nomenclatura del nuovo culto dell’Elevato Beppe Grillo. Lo supponiamo perché questa “comunità di fedeli aperta a tutti” è regolata da una élite che prende il nome di Altrovatar, deputata anche a eleggere il capo supremo del culto. Curiosamente, la scelta è ricaduta su Grillo. Questi compagni di merende (lisergiche?) nominano anche il fantomatico “Ministero dell’Altrove”, sempre qui, sul Pianeta Terra. L’idea per il culto, specifica il fondatore-guru, gli è sovvenuta tramite illuminazione mentre si trovava “nel suo giardino, a mezzogiorno del solstizio d’inverno dell’anno 2022 dell’Era Volgare”. Quanto può annoiarsi, nella vita, un milionario disoccupato? Esatto, almeno fino a questo punto.

Beppe Grillo e la Chiesa dell’Altrove: verso l’8×1000

Beppe Grillo, anche in questa sacra (?) occasione, non fa nulla per nascondere le proprie origini genovesi. E, infatti, ancor prima di spiegare letteralmente un’acca della dottrina che la sua Chiesa dell’Altrove vorrà sciroppare, eccolo puntare al vil danaro: “Andiamo tutti insieme alla conquista dell’8×1000!”, ha gridato dal palco di Orvieto, nei fatti la nuova Betlemme. Una “A” maiuscola in cosplay da antenna è il simbolo di questa bislacca neonata religione e campeggia orgogliosa in apertura del sito. Sito dove si legge, tra un delirio e l’altro sui concetti di “Realtà”, “Rappresentazione” e “Rivelazione”, come la missione della “Chiesa dell’Altrove” sia “apostolica e indicata dall’Elevato”. Ossia da Beppe Grillo in persona. Che, appunto, cerca discepoli. Only the Brave? Solo domande, per allinearci alla dottrina, niente risposte. Del resto, cercare di dare risposte, stando all’Altrove-pensiero, è stato l’errore precipuo di “tutte le altre religioni”. Tanto quelle, le risposte, scrive il sito in giallo ocra su sfondo nero, “arrivano da sole”. L’unica certezza è la promessa di trasformare l’acqua non in vino ma in “chinotto”. Sì, non c’era bisogno di specificare: l’intera vicenda dava già l’impressione di una gigantesca fellatio a se, stesso e medesimo. 

 

Beppe Grillo fonda una religione e nessuno ne parla

Verba volant, Boiata manent. Beppe Grillo ha fondato la Chiesa dell’Altrove oramai da qualche giorno e non ne ha parlato quasi nessuno. Certo, le principali testate d’informazione (che qui da noi sull’informazione non si scherza, signora mia), hanno dedicato un misero trafiletto di ripresa alla “notizia”. C’è stato un tempo in cui, lo ricordiamo bene, un’uscita di tale portata avrebbe riempito le pagine dei giornali con editoriali, schermaglie, oppositori e simpatizzanti tra le menti più illuminate del nostro Bel Paese. Oggi gli è rimasto, invece, solo Maurizio Crozza. A prenderlo per la fine del “Vaffa”. Sul canale 9 (che esiste, ve lo assicuriamo). Oltre alla miserrima copertura televisiva, online non va certo meglio: l’annuncio di tale nuova verità rivelata dal papà dei Grillini è stato sconfitto perfino dalla balbuzie post-traumatica di Fedez. Il buon Beppe ha capito che, di questi tempi, bisogna spararla più grossa di tutti gli altri per tornare in cima. Peccato che il suo tentativo, per quanto pittoresco, non abbia creato la benché minima risonanza (almeno qui, “sul Pianeta Terra”). A ripensarci, forse avrebbe dovuto puntare sulla vulvodinia. Dev’essere dura per l’ego dell’Elevato. Del resto, nemo profeta in patria e Grillo ha intere galassie a disposizione per trovare maggior fortuna. Partisse pure. Magari insieme a Elon Musk che tanto, a capo di Twitter, ha appena piazzato il proprio cane (non è una battuta, pura realtà fattuale) per concedersi una pausa dal lavoro. Sic transit gloria mundi. Nel mondo dei megalomani annoiati.