Israele, Forza Nuova: “Pro Palestina e anti-sionisti non significa antisemiti”
Nel ginepraio del dibattito sul nuovo conflitto esploso in Israele, la posizione delle frange più radicali della destra è sempre stata chiara ed univoca. Sostegno alla causa palestinese, con ragioni storiche dalle radici lontane. Le crescenti tensioni, come i cori anti-Israele alla manifestazione romana di pochi giorni fa, gli atti di vandalismo contro alcune pietre di inciampo nella Capitale, le scritte antisemite comparse su alcuni muri di Milano portano inevitabilmente ad accendere i riflettori sui movimenti più estremi tanto a sinistra quanto a destra. Ne abbiamo parlato con Roberto Fiore, fondatore di Forza Nuova. Che è netto: “Siamo Pro Palestina e questo storicamente significa essere anti-sionisti. Ma questo non significa essere anti-ebraici o antisemiti. La soluzione? Si guardi al Libano”
Fiore, quale è la posizione di Forza Nuova rispetto al nuovo conflitto in Israele?
Per spiegare la nostra posizione in merito al conflitto tra Israele e Palestina bisogna partire dal nostro pregresso sulla più generale questione del Vicino Oriente. Forza Nuova ha fortissimi rapporti in Libano con Hezbollah e con Michel Aoun. Ed io stesso sono stato dieci volte in Siria acquisendo una conoscenza diretta delle diverse fasi della guerra in quel Paese. La nostra posizione a favore della Palestina è storica. Sosteniamo che la Palestina abbia diritto all’esistenza: è sbagliato volere imporre un solo stato ebraico e razzista, come sarebbe sbagliato voler imporre un solo stato palestinese fondamentalista. La nostra posizione è quella che sosteneva storicamente Arafat: la Palestina deve essere come la Svizzera, un territorio che deve comprendere tutte le comunità: israeliana, palestinese, drusa
Proprio “Hamas vuole una Palestina come la Svizzera dei cantoni” è una sua frase che recentemente ha fatto discutere. Ma quale è la vostra posizione su Hamas, alla luce del loro attacco che ha dato avvio all’attuale conflitto?
Quella mia frase è stata male riportata, non era Hamas il soggetto. Detto questo, l’attacco ai civili non può essere mai contemplabile come una azione corretta. Ma un Paese che si sente ed è occupato può reagire
La soluzione dei due popoli e due Stati non è quindi perseguibile?
La soluzione di due popoli e due Stati non è garanzia di pace: come si fa a mantenere la pace con Israele fermamente su posizioni di odio e apartheid? Disinnescare il sionismo non significa naturalmente “buttare gli ebrei a mare”. Tanto che esistono molti ebrei ortodossi e laici di sinistra che sono a loro volta contrari al sionismo
Palestina dunque come la Svizzera: come ci si arriva?
Noi abbiamo grande rispetto per le posizioni di Ezbollah, proprio dal Libano può venire una risposta con un modello di società accettabile per tutti, che ha saputo avere un presidente cristiano con un primo ministro sunnita ed un presidente della Camera sciita.
Veniamo alla piega che sta prendendo in Italia il confronto sulla situazione in Israele. Sembra che la tensione stia salendo e si sono registrati episodi preoccupanti come il danneggiamento di alcune pietre di inciampo
Non ritengo si tratti di situazioni molto rilevanti. In Italia, Paese fortemente cattolico, non c’è un odio etnico nei confronti degli ebrei. C’è però una antipatia verso la logica sionista: le manifestazioni pro Palestina ne sono la giusta contrapposizione. Non si capisce piuttosto quale sia la posizione di Meloni. Che pensa forse a due popoli e due Stati, ma con Israele del tutto preponderante
Essere Pro Palestina significa automaticamente essere anti-sionisti?
Sì, storicamente non può che essere così. Ma questo non significa essere anti-ebraici o antisemiti