Per la crisi di governo innescata da Conte e dal Movimento 5 Stelle le cronache politiche hanno prospettato le soluzioni più diverse. Nessun commentatore però ha trovato l’ardire di mettere nero su bianco che un eventuale Draghi bis avrebbe tutti i connotati per essere definito “governo balneare”.
Governo balneare, un esecutivo di transizione
Un “governo balneare”, per definizione è un esecutivo che nasce in estate – di solito tra giugno e agosto – con un mandato a breve termine; di transizione e di decantazione; al fine di dare tregua con una “pausa estiva” a tensioni politiche particolarmente aspre all’interno di una maggioranza parlamentare.
E’ interessante ripercorrere la genesi e la storia dei governi balneari che si sono succeduti in Italia.
Il primo governo ad avere avuto questa etichetta è stato quello presieduto da Giovanni Leone. Il futuro Presidente della Repubblica è rimasto in carica dal 22 giugno al 5 dicembre del 1963.
L’espressione usata per la prima volta da Giulio Andreotti
Secondo la Treccani, però, “l’espressione è precedente e ne può essere considerato l’inventore Giulio Andreotti”. Dalla Stampa del 17 luglio 1951, infatti, ricaviamo una preziosa, oltre che precoce, testimonianza:
«Solo Andreotti, terzo interrogato, ha dato qualche aiuto a chi voleva rendersi conto della situazione. Alla domanda “Crisi o rimpasto?” ha infatti detto allusivamente: “Non si può fare un Governo balneare”; facendo così intendere che non sarebbe stata adottata una soluzione di carattere provvisorio».
Il primo vero esecutivo balneare il governo Leone del 1963
Il primo vero esecutivo “balneare”, dicevamo, è stato il I governo Leone del 1963. Dopo le elezioni politiche di maggio il presidente della Repubblica aveva affidato l’incarico di formare il governo ad Aldo Moro. L’accordo di coalizione con il Psi guidato da Pietro Nenni venne però bocciato dal comitato centrale del partito socialista; e il leader Dc rimise il mandato.
Giovanni Leone, dopo essersi dimesso da presidente della Camera, riuscì a formare un governo monocolore Dc di transizione. Riuscì a far approvare il bilancio dello Stato entro il termine del 31 ottobre. Giurò il 21 giugno e rimase in carica fino al 4 dicembre; quando i tempi furono maturi per un governo di centrosinistra (compagine formata da Dc, Psi, Psdi e Pri) guidato da Moro.
Governo Rumor IV, tante analogie con quel che accade oggi
Il secondo vero e proprio esecutivo definito “balneare” è quello di Mariano Rumor (II). Nato nel 1969, rimase in carica fino 28 marzo 1970. Un totale di 234 giorni, ovvero 7 mesi e 22 giorni. Ma c’è anche un Rumor IV, nato in una notte di luglio del 1973 e durato fino al 2 marzo dell’anno successivo. Curioso notare come, esattamente a cinquant’anni di distanza, quell’esecutivo guidato dall’esponente Dc vicentino, abbia molto in comune con quel che accade oggi.
In qualità di capo del governo Rumor, infatti, in risposta alla crisi energetica di quell’anno, varò un piano nazionale di “austerity economica” per il risparmio energetico. Divieto di circolare in auto la domenica; fine anticipata dei programmi televisivi e riduzione dell’illuminazione stradale; e commerciale. Insieme a questi provvedimenti con effetti immediati, il governo impostò anche una riforma energetica complessiva con la costruzione, da parte dell’Enel, di centrali nucleari per limitare l’uso del greggio.
Gli altri governi balneari, da Colombo a Goria
Governo balneare fu anche quello presieduto dal dc Emilio Colombo. Dal 6 agosto 1970 al 15 gennaio 1972. Sette anni più tardi sarebbe toccato al primo esecutivo guidato da Francesco Cossiga, durato dall’agosto 1979 al marzo successivo.
Il permanere dello stato di tensione tra socialisti e democristiani, all’indomani di una vivace campagna per le elezioni del 14-15 giugno 1987, rese improponibile la candidatura del segretario della Dc De Mita alla guida del governo.
Per far decantare la situazione si pensò allora di fare ricorso a un governo di transizione e Giovanni Goria fu ritenuto l’esponente politico più indicato ad assumerne la guida. Goria restò in carica dal 29 luglio 1987 al 13 aprile 1988, per un totale di 259 giorni, ovvero 8 mesi e 15 giorni.
Governo balneare, l’espressione rispolverata da Bernini (Forza Italia)
A rispolverare l’espressione “governo balneare” è stata qualche giorno fa Anna Maria Bernini. La presidente dei senatori di Forza Italia che in una nota stampa ha scritto: “Verifica, cabina di regia e discontinuità sono termini che ricordano altre stagioni politiche. Ma che ora tornano attuali ad opera del Movimento nato per rivoluzionare la politica, e già questo è un paradosso. Ogni partito, soprattutto in una maggioranza di larghe intese, ha i suoi legittimi interessi da difendere, ma tirare la corda fino a mettere a rischio l’azione del governo è assolutamente incompatibile con le emergenze in atto: guerra, inflazione, pandemia e siccità. Di tutto l’Italia ha bisogno in questo momento meno che di trasformare l’unità nazionale in un governo balneare: se questo fosse l’intento, sarebbe meglio fare chiarezza subito”.