Perchè questo articolo dovrebbe interessarti? Anche l’Italia, insieme con l’Unione europea ed altri organismi della diplomazia internazionale, sta valutando di avviare un nuovo pacchetto di sanzioni contro la Russia; è l’ottavo dall’invasione dell’Ucraina, lo scorso 24 febbraio. La Russia non è l’unico stato a cui l’Italia applica sanzioni. Ecco una lista di tutti i paesi sottoposti a misure sanzionatorie e un’analisi dell’efficacia nella storia della sanzioni duranti i conflitti.
Le sanzioni servono? Si fa sempre più strada l’ottavo pacchetto di sanzioni nei confronti della Russia. Mosca annuncia ritorsioni, in un copione che va avanti ormai da otto anni; quando nel 2014 cominciò il conflitto in Crimea. Mentre il mondo occidentale discute sull’efficacia delle misure, ecco un breve riepilogo delle sanzioni che il nostro paese applica in giro per il mondo. Sono 34 gli stati a cui applichiamo restrizioni, di differente natura e in accordo con Unione europea o Nazioni Unite.
Sanzioni contro 34 stati, anche in Europa
La Russia e il suo satellite Bielorussia sono in buona compagnia: la lista dei paesi sottoposti a sanzioni è lunghissima. In Europa, ad esempio, sono previste misure restrittive anche contro la Bosnia-Erzegovina. A marzo del 2022, il Consiglio europeo ha deciso di prorogare fino al 31 marzo 2024 il quadro di misure restrittive.
Congelamento di beni e divieto di accesso in Europa sono applicate contro chi compromette la sovranità e l’ordine della Bosnia-Erzegovina; nonché la pace internazionale difficilmente raggiunta dopo le guerre nei Balcani a Dayton nel 1995. Anche se non propriamente sanzioni, l’Ue prevede ancora delle disposizioni restrittive nei confronti di Serbia e Montenegro. I due paesi sono sottoposti a controlli più severi e a limiti agli investimenti e al commercio da e verso i due paesi.
Sanzioni a “stati canaglia”…
Nella lista dei paesi sanzionati non possono mancare stati che negli anni si sono macchiati di terrorismo o di minaccia della sicurezza globale. Così figurano l’Afghanistan dei talebani; la Corea del Nord di Kim; la Somalia, ormai sempre più stato fallito; e la Siria di Assad.
Non possono mancare sanzioni ad altri nemici storici degli Stati uniti, come Cuba, il Venezuela e l’Iran. In America centrale le sanzioni sono state introdotte anche in Nicaragua nell’ottobre 2019; quando l’UE aveva condannato la repressione degli oppositori politici, dei manifestanti, dei media indipendenti e della società civile.
Anche il principale competitor globale degli Stati Uniti, la Cina, è sottoposta a sanzioni. Nel 2021, l’Ue ha approvato un pacchetto di sanzioni contro il Dragone, per le violazioni dei diritti umani compiute nel paese nei confronti degli uiguri. Alle sanzioni aveva Pechino aveva replicato a sua volta con un pacchetto di misure restrittive.
E contro gli Stati Uniti!
Incredibilmente, nella mappa delle sanzioni Ue compaiono anche gli Stati Uniti. Si tratta di una decisione del 1996 del Consiglio dell’UE per rispondere alle misure extraterritoriali adottate dagli USA che pretendono di colpire gli Stati membri dell’UE o le persone fisiche e giuridiche, le loro attività o interessi.
Il Consiglio ha espresso il parere che tali leggi con applicazione extraterritoriale violino il diritto internazionale. Non esistono misure restrittive dell’UE rispetto agli USA di per sé, ma l’UE ha introdotto una normativa che consente a ciascuno Stato membro di adottare le misure che ritiene necessarie per tutelare gli interessi delle persone fisiche o giuridiche interessate dall’applicazione extraterritoriale di un leggi di paesi terzi.
Tutte le sanzioni in giro per il mondo
Il totale dei paesi che l’Italia – insieme con Ue od Onu – ha sottoposto a regime di sanzioni è 34. Completano la lista, in Europa: Turchia per azioni “illegali e aggressive” nel Mediterraneo nelle acque territoriali di Grecia e Cipro; e Moldavia (in realtà le sanzioni sono contro la Transnistria, Repubblica autoproclamatasi indipendente dal 2 settembre 1990).
In Asia, sono sottoposte a sanzioni: Myanmar, Iraq, Libano e Yemen. L’Africa è il continente con più stati sottoposti a restrizioni. Alla Somalia si aggiungono: Libia e Tunisia; Sudan e Sud Sudan; Mali, Guinea e Guinea Bissau; Burundi, Repubblica Centrafricana e Zimbabwe.
Le sanzioni nella storia hanno funzionato?
Le sanzioni sono uno strumento a cui singoli stati e organizzazioni internazionali hanno ampiamente fatto ricorso nella storia. Negli anni ha funzionato? Solo tre volte su 19 tentativi nel corso del Novecento. Questo è l’analisi di Nicholas Mulder, storico dell’americana Cornell University. Intervistato dall’Economist, Mulder, autore de “L’arma economica: l’ascesa delle sanzioni come strumento di guerra moderna”, ha spiegato che le sanzioni da sole hanno avuto scarsa efficacia nella storia. Hanno fermato aggressioni militari solo in tre circostanze. Nel 1921, quando la Società delle nazioni salvò l’Albania dall’aggressione jugoslava nel 1921; e la Bulgaria da quella greca nel 1925. Il terzo caso è la crisi di Suez del 1956, quando la pressione americana sulla sterlina pose fine alla spedizione britannica in Egitto.
Un altro giornale americano, il Washington Post, ha stilato un elenco più generosi di sanzioni efficaci nel corso della storia. Oltre ai casi citati del 1921 e 1925; tra i successi delle sanzioni sono menzionate quelle contro l’Olanda nel 1948, in sostegno della lotta per l’indipendenza dell’Indonesia; quelle dell’Urss contro la Finlandia nel 1958, per far cadere un premier sgradito; quelle Usa contro il governo socialista dello Sri Lanka nel 1961; sempre americane contro India (1965), Corea del Sud (1975) e Taiwan (1976) per impedire programmi atomici. Quelle del Sudafrica contro il Lesotho nel 1982; quelle americane contro contro El Salvador (1987), Malawi (1992) e Guatemala (1993), per i diritti umani. Infine, quelle della Grecia contro l’Albania nel 1994, per la liberazione di prigionieri. In questi casi, tuttavia, le restrizioni non erano direttamente collegate ad eventi militari.