Perché leggere questo articolo? Nelle ultime settimane si parla molto della crisi di Italia Viva di Matteo Renzi. Si rincorrono indiscrezioni su possibili fuoriuscite di peso. Si fanno i nomi di Ettore Rosato, Luigi Marattin, Elena Bonetti. Ma Iv non è l’unico partito nato da una scissione a non avere riscosso il successo sperato. Da Diliberto a Di Maio, passando per Fini e Alfano, la storia delle scissioni è spesso una storia di fallimenti.
La crisi di Italia Viva
Italia Viva è in crisi. Tra risultati elettorali di certo non entusiasmanti e ora anche voci di addii di peso come quelli di Ettore Rosato, Elena Bonetti e Luigi Marattin, quello fondato da Matteo Renzi è l’ultimo partito nato da una scissione che non ha riscosso il successo sperato. Molte forze politiche scissioniste si sono polverizzate, altre sopravvivono annaspando e alcune, come Articolo 1 di Pierluigi Bersani, sono tornate all’ovile. Si sono sciolte per tornare all’interno della forza politica da cui si erano separate.
Il centrosinistra e la maledizione delle scissioni
Dunque non c’è solo Italia Viva di Renzi, nata da una costola del Partito Democratico a settembre del 2019. Soprattutto il campo del centrosinistra è stato costellato di scissioni. E non torneremo indietro fino alla spaccatura tra comunisti e socialisti del 1921. E nemmeno alla frattura tra il Partito Socialista e i Socialdemocratici di Giuseppe Saragat nel 1947.
La galassia comunista
Il fenomeno delle scissioni ha caratterizzato maggiormente la fase che è partita con la Seconda Repubblica. Con il caos e il dissolvimento dei partiti tradizionali, si sono moltiplicate le piccole forze politiche sbocciate dopo un dissidio interno. A sinistra, con la scomparsa del Partito Comunista Italiano e la nascita del Partito Democratico della Sinistra, si è creato lo spazio per Rifondazione Comunista, fondato nel 1991 da Armando Cossutta e da altri comunisti che non erano d’accordo con la svolta della Bolognina di Achille Occhetto. Da una scissione di Rifondazione Comunista, nel 1995 vide la luce il Movimento dei Comunisti Unitari. Tre anni dopo, a causa di una divisione interna a Rifondazione, in concomitanza con la crisi del primo governo Prodi, nacque il Partito dei Comunisti Italiani. Una formazione politica, quest’ultima, che non ha mai raggiunto il 3% nelle varie competizioni elettorali a cui ha partecipato.
Le scissioni di Rutelli, Civati e Bersani
Nel 2007 a scindersi furono i Democratici di Sinistra. La sinistra dei Ds, in disaccordo con l’idea della fusione con la Margherita e la conseguente fondazione del Partito Democratico, diede vita a Sinistra Democratica. Un altro partito che non è mai riuscito a entrare in Parlamento. Il Pd, in seguito, ha subìto diverse scissioni. Nessuna delle quali ha avuto successo. La prima è stata al centro, nel 2009. Quando l’ex sindaco di Roma Francesco Rutelli fondò Alleanza per l’Italia, in polemica con i dem, che considerava troppo schierati a sinistra. Api non si è mai neppure presentata alle elezioni nazionali. Il quadro a sinistra è completato da Possibile di Pippo Civati, un movimento che nella sua storia ha eletto un solo deputato, nel 2018. E poi Articolo1 – Mdp di Pierluigi Bersani e Massimo D’Alema, che un mese fa si è sciolto ed è confluito di nuovo nel Pd.
Scissioni nel centrodestra
La prima scissione nel centrodestra berlusconiano è stata nel 2010 a opera di Gianfranco Fini. Solo che Futuro e Libertà per l’Italia, il partito dell’ex ministro e vicepremier, alle elezioni politiche del 2013 appoggia Scelta Civica di Mario Monti e ottiene soltanto lo 0,47% dei voti su base nazionale. Tre anni dopo c’è stata la nascita del Nuovo Centro Destra di Angelino Alfano. L’ex “delfino” del Cav decise di fondare il suo partito in disaccordo con la ricostituzione di Forza Italia e il mancato appoggio di Silvio Berlusconi al governo di “larghe intese” di Enrico Letta. Nel 2018 Alfano raccolse meno dell’1% dei voti.
Impegno Civico di Di Maio
Non è arrivato all’1% alle ultime politiche nemmeno Impegno Civico di Luigi Di Maio, la prima unica e scissione subita dal M5s nell’estate del 2022. Un’altra esperienza politicamente fallimentare.