Di Gianluca Pomo e Lucia Caridi, coordinatori Italia Viva Provincia di Milano
Immaginare uno scenario politico nazionale più fluido di quello che si sta delineando, sarebbe stato impensabile fino a qualche mese fa. Un panorama nel quale i grandi partiti a vocazione maggioritaria cercano una nuova identità che permetta loro di galleggiare, con giravolte e alleanze che rischiano di confondere l’elettorato ma che permettono la loro sopravvivenza al di là delle idee e dei contenuti che dovrebbero caratterizzarli. In questo riassetto globale dell’offerta politica, crediamo sia maturo il tempo di immaginare una nuova casa per i tanti, tantissimi elettori che non si sentono rappresentati dalle grandi coalizioni dall’identità opaca. Un’area politica nuova, francamente riformista e saldamente europeista, un cantiere da realizzare insieme alle molteplici forze civiche che da anni agiscono come eccellenze nella vita pubblica delle nostre città, anche e soprattutto nella nostra Area Metropolitana Milanese.
Abbiamo visto quanto sia fondamentale l’apporto di bravi sindaci, degli amministratori locali capaci che puntino al rinnovamento delle proprie città, che intendano la loro missione come fine ultimo in favore del cittadino e che ci hanno dato prova, nell’ultimo durissimo anno, di come si possa combattere in primissima linea una pandemia devastante che ha tentato di mettere in ginocchio proprio le nostre città. E ve lo scriviamo noi da Milano e da una provincia martoriata nella sua anima più intrinseca, quella produttiva e con lo sguardo sempre teso al futuro.
Riteniamo quindi che sia naturale che una forza politica come Italia Viva, nata dai Comitati di Azione Civile, lanciati alla Leopolda del 2018, e che trova nel più intimo e profondo significato di riformismo le sue radici, possa essere promotrice e massimo sponsor di un’alleanza che muova i primi passi attraverso il dialogo con le forze politiche europeiste, liberali, democratiche, anti populiste e che non prescinda da quelle forze civiche che il nostro territorio alimenta ogni giorno. Pensiamo certamente agli amici di +Europa, così come a quelli di Azione, del Psi, dei Civici Lombardi, dell’ala più moderata di Forza Italia (perché no?) e a tutti quegli amministratori locali che pensano alle città del futuro immaginandole già ora, come prerogativa inappellabile del buon riformista. In fondo, se non ora, quando?