Perché leggere questo articolo? Il report Migrantes della Cei mostra che gli italiani all’estero sono aumentati del 91%. L’incrocio dei dati con altri report mostra però che ad aumentare non sono i connazionali che lasciano il paese, ma le iscrizioni all’Aire. Ecco perchè lo fanno
Gli italiani fuori dall’Italia sono sei milioni. Questo è il dato più risonante del Rapporto Annuale della Fondazione Migrantes. In 18 anni il numero degli italiani all’estero è aumentato del 91%. Non sono solo i cosiddetti cervelli in fuga, anche se sono sempre per la maggior parte giovani, di età compresa tra i 18 e i 34 anni, spesso in possesso di una laurea. Attenzione però a pensare a un esodo di massa negli ultimi anni. Ovviamente il report della Cei mostra un quadro desolante, “in cui rassegnazione aumenta al diminuire delle fasce di età. In un’Italia sempre più resiliente i giovani italiani sono quelli che, in Europa, soffrono di più”. Per avere il quadro preciso della situazione, però, occorre leggere nel dettaglio il rapporto sugli italiani all’estero.
Quello che il rapporto sugli italiani all’estero dice davvero
Il saldo migratorio analizzato dal report rimane ampiamente negativo. Migrantes mostra come nel corso del decennio 2012-2021 si contano oltre un milione di espatri, mentre i rimpatri nello stesso periodo sono stati poco più di 443mila. Siamo ancora un Paese di forte emigrazione, con un bilancio negativo tra partenze e rientri, ma a spiegare il boom degli italiani segnalati all’estero non può il semplice dato delle partenze.
Ogni anno, in media, circa 150 mila italiani lasciano il Paese per andare all’estero. Una cifra che, se paragonata al numero degli italiani che rientrano in patria. Nel 2021, ultimo anno per cui si hanno dati, le cancellazioni anagrafiche dall’Italia per l’estero (emigrazioni) sono state circa 158.000 (-1% sul 2020). Di queste, il 59% ha riguardato emigrati italiani: circa 94.000 cittadini (numero stabile rispetto agli scorsi anni). A rientrare nel nostro paese sono invece mediamente 75mila italiani. Questo significa che il dato record di sei milioni di italiani all’estero necessita una spiegazione.
Ad aumentare sono le iscrizioni all’Aire
Nello stesso 2021, le iscrizioni anagrafiche dall’estero all’Aire sono state circa 318.000. Un vero è proprio boom: +28,6% sul 2020, dopo il -25% del 2020 sul 2019. Sono riaumentate sia quelle dei cittadini stranieri (circa 243.600, +27%), sia quelle dovute ai rimpatri degli italiani (circa 74.700, +34%). Nel 2021, il saldo migratorio con l’estero degli italiani restituisce un valore negativo di circa 19.400 unità.
Allargando lo sguardo al decennio 2012 al 2021 il saldo migratorio con l’estero degli italiani è stato negativo in media di circa 58.000 unità all’anno. Una cifra che di per sé non può spiegare l’aumento esponenziale degli italiani che si sono registrati all’Aire negli ultimi anni. L’Anagrafe degli Italiani Residenti all’Estero (Aire) è stato istituito nel 1988. Nel 2002 registrava 2 milioni 752 milioni connazionali residenti fuori dall’Italia. L’ultima rilevazione del maggio 2023 rileva 6 milioni e 26mila residenti all’estero. Significa che nell’ultimo decennio gli italiani iscritti all’Aire sono aumentati di 1 milione e 685 mila unità. Una media di 170mila all’anno.
Perché aumentano gli italiani all’estero iscritti all’Aire
L’iscrizione all’Aire consente importanti vantaggi, non solo per gli italiani andati a vivere all’estero. Entrando nel registro Aire, i nostri connazionali emigrati possono votare per corrispondenza nel Paese di residenza straniero; e beneficiare di Servizi anagrafici di Stato Civile (come il rilascio o rinnovo di documenti di identità e di viaggio, nonché altre certificazioni). A ingrossare le fila dell’Aire sono anche tanti stranieri con origine italiana. I nostri connazionali nati all’estero sono cresciuti, dal 2006, del +175%; le acquisizioni di cittadinanza del +144%, le partenze per espatrio del +44,9%, i trasferimenti da altra AIRE del +70%. Questo perchè il passaporto italiano rimane uno dei più potenti del mondo e diventare italiani.