Le televisioni sono in collegamento quasi tutto il giorno con l’Ucraina, i tuttologi di geo-politica hanno preso il posto dei virologi nei talk-show, giornali, siti, radio e podcast non parlano d’altro. Ma agli italiani il tema della guerra interessa sempre meno. Lo dicono i dati televisivi e i trend delle ricerche su Internet. Un fenomeno quasi fisiologico secondo il massmediologo Alessandro Amadori.
Il crollo dei tg
Come è giusto che sia, per diritto e dovere di cronaca, i media stanno coprendo in tempo reale, le notizie che arrivano dalla Russia. L’interesse del pubblico, però, non è direttamente proporzionale al bombardamento di collegamenti, breaking news, storie e reportage drammatici. Il quotidiano La Stampa ha riportato questa mattina i risultati delle ricerche del professor Francesco Siliato, docente di Sociologia dei processi culturali e comunicativi di Cultura dei Media al Politecnico di Milano. L’esperto del settore ha preso in analisi i dati che vanno dallo scoppio del conflitto, il 24 febbraio a mercoledì 16 marzo. “Salta agli occhi – si legge sul quotidiano – che tutti i telegiornali scendono in ascolti con percentuali a doppia cifra (Studio Aperto -13%, TgLa7 -12%, il Tg5 ha perso il 15% dal giorno dell’invasione dell’Ucraina). Unica eccezione il tg1, “solo” -8%. Chi vuole restare informato sulla guerra preferisce i canali all news (Sky Tg24 o Rainews24) che triplicano i loro ascolti”.
I trend su Google, la guerra va scemando
E l’interesse degli italiani scende anche sul web. True-news ha confrontato i trend di ricerca di Google nel periodo compreso dal 24 febbraio 2022, giorno dell’invasione della guerra, a oggi, 18 marzo. Basandoci sulla stringa di ricerca “guerra ucraina”, il calo di ricerche è netto. Il servizio di Google indica valore 100 – ovvero la maggiore frequenza di ricerca del termine – per il 24 febbraio, quando, alle prime luci dell’alba Putin ha annunciato l’invasione dell’Ucraina – mentre al 18 marzo il punteggio è pari a 0. Significa che non stati rilevati dati sufficienti per il termine. In quest’ultima settimana, mentre l’interesse per la guerra è rimasto stabile e basso, è schizzata l’attenzione per il Grande Fratello e per l’eliminazione della Juventus dalla Champions League.
I trend-topics su Twitter, meglio il “Grande Fratello” che la guerra
Spulciando i topic trend su Twitter, il 24 febbraio, in Italia, il conflitto ucraino era al primo posto tra gli argomenti più twittati. Sostituito, il 26 febbraio, da “Putin”, per poi tornare protagonista fino all’inizio di marzo. Il 2 marzo la guerra scende al quarto posto: il primato lo occupa la polemica sull’annullamento delle lezioni su Dostoevskij alla Bicocca. Man mano, il topic diventa sempre meno di tendenza, accompagnato dal calcio, dalla festa della donna, da “Pechino Express”, dal “Grande Fratello” e da “La Pupa e il Secchione”.
“La guerra si è interiorizzata”
Il processo di calo dell’attenzione, secondo Alessandro Amadori, partner dell’Istituto Piepoli, va letto secondo due punti di vista. “Esiste un fenomeno di assuefazione – spiega l’esperto a true-news.it – una risposta fisiologica dell’organismo. Se noi esponiamo una persona a un suono intenso, all’inizio la sua risposta uditiva è molto forte. Man mano che perdura, l’intensità della risposta percettiva diminuisce. Si tratta di un principio di funzionamento della mente umana che riguarda anche le tendenze riguardanti l’opinione pubblica”.
“La mia impressione – prosegue Amadori – è che l’atteggiamento di preoccupazione si sia introvertito. La guerra è diventata una presenza latente che oramai abbiamo interiorizzato. Il non cercare notizie è un meccanismo di difesa rispetto a qualcosa di molto preoccupante”.