Lombardia con il fiato sospeso per apprendere se, come appare verosimile, il proprio territorio diverrà zona rossa sulla scia del nuovo Dpcm anti Covid al varo del Governo e che dovrebbe divenire effettivo dalla giornata di oggi. Per varare il decreto, si attende di avere un quadro preciso delle zone rosse e quindi dei territori a rischio lockdown. E per questo si dovranno attendere i dati dell’Istituto superiore di sanità previsti per oggi. Lo stesso viceministro alla Salute, Pierpaolo Sileri, sposta in avanti le lancette per la classificazione delle regioni in base ai fattori di rischio: “Secondo me lo sapremo nelle prossime 24 ore”, spiega. Sarà quindi tramite l’incrocio determinato da Rt e l’indice di rischio di ciascuna realtà regionale, definito dai 21 parametri stabiliti dal ministero della Salute, che verrà stilato l’elenco delle regioni in zona rossa, zona arancione e zona verde. A ogni zona corrisponderanno regole diverse partendo da quelle più restrittive delle aree rosse a quelle delle aree verdi.
Le regole su tutto il territorio nazionale
Su tutto il territorio nazionale vigerà il coprifuoco dalle 22 alle 5 e resta fortemente raccomandato limitare al massimo gli spostamenti, favorendo ad esempio lo smartworking. Didattica a distanza al 100 per cento per le superiori, elementari e medie continuano a frequentare la scuola. Stop a mostre e musei, così come a palestre, teatri, cinema, piscine. Possibili stop anticipati alla movida. Chiusura nei giorni festivi e prefestivi per medie e grandi strutture di vendita, restano aperte farmacie, edicole, tabaccai anche all’interno dei centri commerciali, mezzi pubblici utilizzabili al 50%.
I divieti per le zone arancioni e rosse
Tutt’altro musica per le aree nelle quali sarà istituita la “zona arancione” o addirittura la “zona rossa”. A rischiare di più sono, con la Lombardia, anche Valle D’Aosta, Piemonte, Calabria. Con provvedimenti da lockdown di fatto. Qui, gli spostamenti sarebbero limitati solo a casi di necessità di lavoro e salute e non sarà consentita la mobilità interna tra Comuni. Attivi solo per l’asporto bar, ristoranti, pasticcerie, pub, gelaterie. Coprifuoco dalle 22, aperti gli autogrill in autostrada, Restano aperti parrucchieri ed estetisti e la didattica a distanza vale solo per le superiori. In “zona rossa”, invece, per due almeno due settimane prolungabili, si aggiunge lo stop agli esercizi non essenziali, con chiusura completa delle attività commerciali al dettagli ad eccezione di alimenatri e beni di prima necessità, tabaccherie, farmacie, parafarmacie, edicole. Passeggiate solo vicino a casa e con mascherina, sospese le attività sportive anche all’aperto se non svolte individualmente. Didattica in presenza sino alla prima media a distanza dalla seconda media in poi. Restistono parrucchieri, estetisti e barbieri, che portanno restare aperti.
Estenuanti mediazioni e trattative
Ieri è stata una giornata di lunghe riunioni tra il premier Conte e i capi delegazione, incontri interminabili con le regioni, vertici continui del Comitato scientifico mentre il Capo dello Stato Mattarella interviene, senza entrare nel merito delle misure, per tessere la tela della collaborazione, con regioni e presidenti delle Camere.
Sulla spinta di dati sempre piu’ preoccupanti – nelle ultime ore 28.244 contagiati, 353 morti e 203 persone in piu’ in terapia intensiva – il premier Conte si e’ assunto la responsabilita’ di un Dpcm che introduce misure restrittive per le diverse aree a rischio. Attraverso la suddivisione dell’Italia in zone, la stretta dove e’ previsto “uno scenario di elevata gravita’” (di tipo 3) e un altro di “massima gravita’” (di tipo 4). Nessuna discrezionalita’, scatta un meccanismo automatico che porta ad un lockdown ‘selettivo’. Piu’ stringente per Lombardia, Valle D’Aosta, Piemonte, Calabria. Solo un po’ meno per Puglia, Liguria e forse Veneto e Campania. Con limitazione degli spostamenti e anche della mobilita’ interna. Per tutti, coprifuoco alle 22.
La rabbia dei governatori regionali: “Esautorati”
I governatori si sono opposti, anche se con sensibilita’ diverse, visto che il presidente della Campania, De Luca, e’ d’accordo per la ‘linea dura’. I presidenti di regione lamentano di essere stati esautorati, invocavano misure omogenee, chiedono un confronto aperto con il Cts per capire come si e’ arrivati alla scelta delle differenziazioni tra regioni. Il governo, secondo quanto si apprende, potrebbe aprire sulla possibilita’ di prevedere gli aiuti economici contestualmente al varo del Dpcm. Si vorrebbe, tra le cose, anche l’esenzione 2020-21 dei tributi per tutte le attività economiche soggette a provvedimenti di chiusura. Ed ancora, una “valutazione del rischio epidemiologico fatto in collaborazione con i dipartimenti di prevenzione regionali”.