L’emorragia continua. Nonostante la ripresa dell’attività economica e la migliore gestione della pandemia, soprattutto grazie alla campagna vaccinale, anche nel 2021 Milano perde abitanti. A colpi di quasi 500 “teste” al mese.
I dati demografici di Milano: i numeri Istat
Lo fotografano gli ultimi dati demografici disponibili sul sito dell’Istat, aggiornati al 1 giugno 2021, e trasmessi dall’anagrafe comunale. Nei primi 5 mesi del 2021 (1 gennaio- 1 giugno 2021) il capoluogo lombardo ha perso 1.193 abitanti. Passando da 1.397.715 abitanti del 1 gennaio a 1.396.522 abitanti.
Ad aprile e maggio 2021 negativo anche il saldo migratorio
Il saldo naturale, cioè la differenza fra nati e morti, rimane costantemente negativo in tutti i primi mesi del 2021 (con un dato ormai strutturale e negativo per circa 400-500 persone ma condiviso anche da altre grandi città d’Italia) ma nei mesi di Aprile e Maggio 2021 diventa negativo anche il cosiddetto saldo migratorio che fotografa la differenza fra iscritti all’anagrafe – cioè persone che arrivano in città – e persone che se ne vanno. Ad esempio nel mese di Aprile 2021 si sono iscritti all’anagrafe comunale di Milano 3.557 persone persone da altri comuni italiani o dall’estero, ma si sono cancellati (per trasferimento di residenza) 4.087 ex milanesi.
La città attrattiva si è bloccata con la pandemia?
Ancora più rilevante il dato del mese di maggio 2021: 3.168 iscritti e 3.822 cancellati. I numeri sono certamente meno pesanti del 2020 ma il trend continua: i primi mesi del 2021 sembrano confermare tendenze già evidenziate nel primo anno pandemico (e in controtendenza rispetto al 2019), in cui la città di Milano aveva perso al nota “attrattività” per giovani laureati e lavoratori provenienti da altre aree italiane (ad esempio il Sud della penisola).
Inverno demografico. “La politica ne parli”
Dati demografici che “meriterebbero un approfondimento in questa campagna elettorale in corso di svolgimento” dice a True-News Francesco Gastaldi, professore associato di Urbanistica a Venezia, che sta svolgendo un lavoro di approfondimento e mappatura su varie città italiane. “Nell’anno 2020 il solo Comune di Milano ha perso ben 8.527 abitanti in 12 mesi, passando da una popolazione di 1.406.242 al 1 gennaio 2020 a 1.397.715 al 31 dicembre – spiega Gastaldi – con un numero massimo di morti nei mesi di marzo, aprile (2.500 circa) e di 2.000 a novembre che corrispondono con i mesi più cruenti per la pandemia”. Il numero medio di morti è stato invece di 1.540 persone al mese a fronte dei circa 850 nuovi nati vivi.
Chi sono le persone che scappano dalle città
Inoltre, il saldo migratorio nel 2020 è stato negativo per 278 persone, “mentre negli ultimi anni era sempre stato costantemente positivo”. In particolare, secondo Gastaldi, sarebbe importante comprendere anche nell’ottica delle città che vanno al voto per le amministrative del 3-4 ottobre e delle scelte politiche per gli anni a venire, se i molti cancellamenti di residenza nei mesi di maggio giugno e luglio 2020, i primi successivi alla prima ondata pandemica, ma anche il trend dei primi cinque mesi 2021, sono da associare al ritorno nei luoghi di origine? Oppure a trasferimenti in campagna, nei borghi, nell’hinterland? Se “si è tratto dell’influenza di smartworking o southworking” si chiede il docente universitario augurandosi “verifiche più approfondite” dei meri numeri pubblicati dall’Istituto Nazionale di Statistica e “dati di maggior dettaglio sull’età delle persone che arrivano, se ne vanno, sui luoghi di arrivo e destinazione, sulle nazionalità degli iscritti e dei cancellati“.