Tutti d’accordo. Spagnoli, inglesi, svizzeri, iraniani, persino colombiani. La guerra ha deciso le sorti dell’Eurovision decretando la vittoria dell’Ucraina con il brano “Stefania” della Kalush Orchestra, gruppo hip-hop che, dopo la premiazione, ha rischiato grosso con questa dichiarazione. “Ogni successo in questo momento è pieno di significato per l’Ucraina. La nostra cultura è stata attaccata e siamo qui anche per dimostrare che invece è viva e ha il suo marchio distintivo”. Il regolamento della kermesse, organizzata dall’Ebu, vieta qualsiasi forma di propaganda politica. Ma quest’anno ha chiuso un occhio. E non poteva essere altrimenti in un edizione fortemente segnata dalla politica.
Reportage dall’Eurovision
True-news.it ha seguito la finale dell’Eurivision all’Hiroshima Mon Amour, sede del party ufficiale dell’edizione 2022 dell’Eurovision, ospitata a Torino. Al Paese devastato dalla guerra, l’Ucraina, sono andate 631 preferenze, ben 440 con il televoto degli spettatori europei. L’Italia ha votato per loro.
A Torino, nel sabato della finale, l’aria intorno all’ora di pranzo è a metà tra una sagra di paese, con tanto di food truck e musica zarra degli anni Novanta, e l’attesa per un evento sportivo. In giro, nella metro, nei bar, affollati, per la gioia delle istituzioni locali che hanno investito 14 milioni per organizzare l’evento, lineamenti e accenti da tutto il mondo. Il parco del Valentino, l’enorme polmone verde del capoluogo sabaudo, ospita concerti e un maxischermo per seguire la diretta. La folla è enorme. Impossibile entrare.
Dietro le quinte
Fuori all’Hiroshima Mon Amour, club che ospita l’after party finale dell’edizione 2022, la fila è un tripudio di colore e trash. Ragazze accolte in bandiere, perlopiù spagnole, bicchieri di birra a go go, eccentrici look LGBTQ. Non mancano le lamentele. “Pochi schermi nella città e carenza di trasporti, per me l’organizzazione è stata pessima”, mi racconta, alticcio alle 20, un ragazzo di Siviglia.
Le sale per seguire la diretta sono due. E si distinguono per i luoghi comuni: in una, popolata da nordeuropei, vige un clima di rispetto e silenzio. Tutti davanti allo schermo, silenziosi: sembra di stare al cinema. Nell’altra, invece, si riproduce una festa Erasmus. Spagnoli seduti davanti al palco in cerchio, vino, birra, superalcolici in bottiglie di plastica. Botellon puro. Inizia la cerimonia e il tasso alcolico del pubblico è già a livelli importanti. Cantano ogni canzone, boati per quella spagnola ma anche per la nostra “Brividi” di Mahmood e Blanco, che arriveranno solo sesti.
Tifosi e critici
Percorrendo la sala, sono tante le ragazze avvolte in bandiere ucraine ma nessuna, interpellata, proviene dalla nazione attaccata dal Cremlino. Segno di una solidarietà incondizionata contro ogni nazionalismo. E, infatti, dopo la premiazione, sono tutti euforici anche se la propria nazione ha perso.
Martin, un ragazzo di Portsmouth, inglesissimo nell’outfit e nel mood, commenta: “Il pubblico ha votato per sostenere l’Ucraina in questa situazione complicata. Hanno meritato la vittoria“. Tra gli spagnoli serpeggia po’ di malumore per la mancata vittoria della tamarra Chanel Herrero con la sua “SloMo” che ben ha fatto Cristiano Malgioglio a stroncare: “La sua – ha affermato a Rai News – è una canzoncina da spiaggia. Un reggaeton europeo. È un discount di Jennifer Lopez. C’era un gruppo che poteva rappresentare la Spagna ma per un soffio non sono passati”.
Un brano interessante è quello di Sam Ryder, inglese, autore di “Space Man”. Durante le votazioni dei referenti dei paesi europei, è in testa ma poi il voto popolare incorona la “Kalush Orchestra”.
“La loro vittoria – commenta un gruppo di Bilbao – è decisamente segnata dalla guerra. Avremmo preferito il brano di Sam Ryder”. Carlos, 33 anni, è addirittura arrivato dalla Colombia. Anche per lui il successo di “Stefania” è “politico. Unico bastian contrario, tra i numerosi ospiti intercettati, é l’iraniano Jack secondo cui “la canzone gialloblù ha meriti artistici”.
Ha vinto la politica
Certo, il pezzo non è neanche male così come il testo, dedicato alla madre. “Ho scritto questa canzone per lei – ha dichiarato negli ultimi giorni – ma quando è scoppiata la guerra ha assunto un nuovo significato. La partecipazione all’Eurovision è la possibilità che ci viene data di rappresentare la nostra cultura a livello internazionale, e mostrare quanto sia incrollabile lo spirito ucraino e il coraggio anche su un palco musicale. Noi ora siamo come un altro megafono dell’Ucraina, e rappresentare il Paese in questo momento è una grande responsabilità“.
Ha vinto la politica, ha trionfato la solidarietà, il soft Power dell’Unione Europea. Il pubblico dell’Hiroshima si lancia in danze sfrenate e celebra con litri di gin e vodka quella che, a tratti, assume le sembianze di un carnevale o di una fiera di paese. Svolazzano bandiere e sembra di stare allo stadio. Tante hanno i colori dell’Ucraina ma di persone del paese, alle prese con problemi economici e di accoglienza, non c’è traccia. Non ci sono i vip tanto attesi, si fa quasi l’alba. Torino si addormenta con la coscienza a posto.