La crisi politica italiana vista dalla Cina assume un significato del tutto particolare. Lo si capisce leggendo un recente articolo pubblicato dal quotidiano cinese Global Times e intitolato Will political storm extend to more EU countries as inflation pressure pinches? L’analisi proveniente da Pechino non è un attacco contro Mario Draghi, finito nell’occhio del ciclone dopo la mossa del Movimento 5 Stelle. È, al contrario, una riflessione a voce alta sull’ “irresponsabilità” mostrata da alcuni membri dell’esecutivo italiano.
La posizione di Di Maio
Il riferimento, neanche troppo velato, è a Luigi Di Maio, attuale ministro degli Esteri italiano. “I cinesi considerano le sue esternazioni pericolose, potenzialmente contagiose per il resto dell’Europa. Le sue affermazioni propongono infatti pseudo argomenti da nuova guerra fredda, presi in prestito dagli Stati Uniti. Per la Cina questi sono commenti inutili e pericolosi perché la Cina è contraria all’adozione di contrapposizioni nette tra sistemi politici differenti”, ha spiegato a True-news Fabio Massimo Parenti, Associate Professor presso la China Foreign Affairs University (CFAU) di Pechino.
Per capire meglio di cosa stiamo parlando è doveroso fare una piccola premessa. I cinesi conoscono bene la situazione politica italiana, visto che l’Italia è ancora considerata un partner importante, soprattutto per quanto riguarda l’area del Mediterraneo. Pechino è ovviamente interessata a capire se il governo Draghi continuerà ad andare avanti o meno. Ciò nonostante, la Cina non è intervenuta nell’elogiare o criticare l’attuale esecutivo italiano né lo ha mai fatto in passato in relazione ad alcun Paese. “Nell’articolo del Global Times la Cina non ha espresso giudizi di merito o preferenze. Ha ribadito la sua posizione sulla crisi europea e su quella economica internazionale”, ha spiegato Parenti. In che modo? “Facendo palesare una critica alle dichiarazioni di Di Maio. Sono le sue parole che hanno fornito lo spunto decisivo per il commento cinese”, ha aggiunto il professore.
Soffiare sul fuoco
Nelle ultime settimane, o meglio dalla cosiddetta “svolta atlantista”, Di Maio ha sostanzialmente abbandonato ogni ambiguità schierandosi in tutto e per tutto sotto la bandiera dell’atlantismo. In questo clima di tensioni generalizzate, ogni spiraglio per poter dialogare – anche solo dal punto di vista commerciale – è ridotto al minimo. E questo è un bel problema per la Cina, che, come detto, considera l’Europa un partner fondamentale e l’Italia un Paese amico. “Allo stesso tempo la Cina ha notato che la situazione politica e parlamentare italiana sta registrando una deriva. E questo perché, ai loro occhi, è sempre più evidente l’adozione da parte del governo italiano della visione americana. Una visione, tra l’altro, considerata prioritaria rispetto alle aperture palesate negli anni precedenti”, ha spiegato Parenti.
Sul futuro di Draghi, e più in generale sulla situazione europea, “i cinesi sono rammaricati del fatto che ci siano sempre più divisioni interne all’Europa”. E Di Maio, si legge tra le righe del pezzo del Global Times, con i suoi interventi sulla guerra in Ucraina, non fa niente per evitare di acuire la crisi politica ed economica europea. Anzi: aggrava lo scenario. Ecco, quindi, il senso del richiamo nell’articolo del Global Times agli “errori di calcolo diplomatici” e “politiche sbagliate”. “I cinesi condannano la continua ricerca di un capro espiatorio esterno per giustificare crisi politiche interne. I cinesi considerano Di Maio responsabile della scissione del Movimento 5 Stelle”, ha dichiarato Parenti.
I rapporti con l’Italia
Vale la pena, infine, soffermarci sui rapporti tra Italia e Cina. Dati gli ultimi sviluppi italiani, nazionali e internazionali, Pechino si trova in una situazione particolare. “Prima del governo Draghi, negli ultimi anni il principale referente del governo cinese erano i Cinque Stelle. Adesso non è più così. I cinesi hanno quindi una grossa difficoltà con l’Italia”, ha sottolineato il professor Parenti.
Di quale difficoltà si tratta? “I cinesi non hanno più controparti parlamentari che si approcciano a loro in maniera aperta. Ai cinesi non interessa brindare o meno per la caduta o la conferma di Draghi. Su questo non fanno né faranno commenti. Vogliono capire come si evolverà la situazione per capire in anticipo se potranno contare su un governo più equilibrato dal punto di vista diplomatico”, ha chiarito Parenti. E che cosa potrebbe succedere? “Se i Cinque Stelle riemergeranno potrebbero ridiventare un importante interlocutore della Cina. Ma se continueranno questa disgregazione i cinesi non avranno più alcun partito aperto ad una maggiore cooperazione. La critica a Di Maio è dunque legata alla riproposizione di schemi da guerra fredda che la Cina rifiuta in toto”, ha concluso Parenti.