Dal nostro corrispondente a Odessa Ugo Poletti*
La TV pubblica russa ha salutato con grande soddisfazione la pioggia di missili russi e droni iraniani lanciati sulle cittá ucraine, come al ritorno della potenza militare della Russia, dopo la recente sconfitta sul fronte di Kharkiv e l’umiliazione della bomba sul ponte della Crimea. Presentatori e commentatori russi hanno sorriso nei talk-show televisivi, confermando la loro fiducia nella vittoria finale dell’esercito russo. Il fatto che le vittime ucraine siano state solo civili, e non soldati o mezzi militari, non ha scalfito la loro spavalderia.
La Russia ha giá perso la guerra e non ha la possibilitá di cambiare il corso del conflitto.
Purtroppo per loro, la Russia ha giá perso la guerra e non ha la possibilitá di cambiare il corso del conflitto. Questa affermazione potrá sembrare prematura, visto che i combattimenti sono ancora in corso. Proviamo a chiarire su che basi si decide chi vince e chi perde in una guerra.
Una vittoria non si calcola in base alle perdite, come le navi affondate nel gioco della “battaglia navale” a scuola. Neanche il numero dei morti in battaglia serve a decidere chi vince, Né si calcola in base ai territori conquistati, come nel Risiko. Si valuta invece in base agli obiettivi prefissati di chi ha iniziato la guerra. Gli obiettivi della Russia (o di Putin se preferite) erano i seguenti:
- Prendere il controllo politico e militare dell’Ucraina e ridurla ad uno stato satellite della Federazione Russa. Le espressioni “denazificare” e “smilitarizzare” l’Ucraina, significano che é Mosca che deve decidere chi governa a Kiev e la politica estera ucraina. Quindi, niente NATO o UE. In pratica, gli Ucraini non hanno il diritto all’indipendenza e a votare il loro governo.
- Restituire alla Russia il prestigio di grande potenza, come ai tempi dell’URSS. Una vittoria militare lampo in Ucraina avrebbe obbligato Americani e Cinesi ad accettare la Russia come potenza di pari livello nelle scelte sulla gestione del mondo.
Dopo otto mesi di guerra, la Russia ha fallito entrambi i suoi obiettivi strategici
Non solo non é riuscita a battere e soggiogare l’Ucraina, ma non sará in grado di farlo neanche nei prossimi mesi. Inoltre, se ieri tutti avevamo timore della potenza militare e del livello di intelligence della Russia, influenzati dai molti film di spie, oggi le brutte figure fatte sul campo di battaglia hanno rovinato la sua immagine per sempre. Questo conflitto ha rivelato uno stato russo fragile e incapace di organizzarsi adeguatamente per sfide importanti come la cosiddetta “operazione speciale”.
Putin porterá sulle spalle il peso di questa sconfitta storica
Si é fatto umiliare dall’esercito ucraino che nessuno riteneva in grado di resistere. E anziché rafforzare la Russia, l’ha definitivamente declassata, isolandola a livello internazionale e condannandola ad un declino economico duraturo. Qualche commentatore ha attribuito alla Russia riserve illimitate di uomini e mezzi, da poter piegare gli Ucraini nel lungo periodo, come avvenne contro i Tedeschi. Ma quella era l’Unione Sovietica, con una grande industria militare, una ideologia condivisa dalla societá e uno slancio patriottico per respingere gli invasori. La Russia di oggi non ha nulla di tutto ció.
Mosca ha mandato ad invadere l’Ucraina tutta la parte piú operativa del suo esercito, circa 220.000 soldati. Le perdite ingenti, 60.000 caduti (dati ufficiali russi sottostimati), a cui aggiungere piú del doppio di feriti, ha messo fuori combattimento la forza iniziale russa. Il ricorso a mercenari ceceni, siriani e libici, nonché i recenti reclutamenti nelle carceri, mostrano la difficoltá a colmare le perdite. Anche l’ambizioso piano di mobilitazione, porterá al fronte l’anno prossimo tanti soldati, ma poco addestrati, male equipaggiati e meno motivati di quelli che hanno combattuto nei mesi scorsi. A queste condizioni Putin non sará in grado di tentare una nuova offensiva per prendere Kiev o battere l’esercito ucraino, che invece continuerá le operazioni per la riconquista di altri territori.
La Russia ha perso, eppure la guerra continua
Il Cremlino si trova con le spalle al muro perché non puó ammettere la sconfitta, senza scatenare una reazione dell’opinione pubblica e del suo sistema di potere. In questo momento Putin ha di fronte a sé la prospettiva della sua fine, in ogni senso. L’unica arma rimasta a disposizione della Russia é la strategia della paura verso l’opinione pubblica dei paesi occidentali, con la minaccia dell’uso delle bombe nucleari. Né gli esperti militari, né gli stessi Ucraini credono in questa possibilitá. La radioattivitá di una esplosione arriverebbe anche in Russia, perché l’Ucraina é una pianura senza montagne, e le radiazioni contaminerebbero gli stessi soldati russi che dovrebbero lanciare una o piú testate nucleari. Si tratta dell’ultimo bluff da giocare in un negoziato segreto, che probabilmente si sta giá svolgendo tra Russi e Americani.
Il tempo, peró, gioca a sfavore del Cremlino. Con l’aumentare delle perdite in battaglia e la carenza di tecnologia necessaria all’industria russa, dovuta alle sanzioni sulle esportazioni occidentali verso la Federazione, aumenta il rischio di tensioni sociali e di una rivolta dei militari.
Vale la pena ricordare la guerra Russo Giapponese del 1905
Vale la pena ricordare la guerra Russo Giapponese del 1905, famosa per per l’assedio di Port Arthur e la battaglia di Tsushima, in cui la flotta russa del Mar Baltico fu completamente affondata dalla flotta giapponese. A seguito di quella sconfitta, tutta la Russia fu attraversata da violenti disordini e alcune navi della flotta del Mar Nero, tra cui l’incrociatore Potëmkin, si ammutinarono. L’episodio venne poi celebrato dal famoso film di Ejzenstejn con la celebre scena della scalinata. Le similitudini con quella guerra sono tante. Anche gli Ucraini, come i giapponesi, hanno sconfitto la flotta del Mar Nero, affondando 14 navi, tra cui l’ammiraglia Moskva. Anche in Ucraina c’é una cittá portuale assediata, Kherson, che nei prossimi mesi si arrenderá per la mancanza di rifornimenti.
Inoltre, anche i Giapponesi avevano ricevuto armamenti da paesi europei. Le sue moderne corazzate erano state costruite in cantieri inglesi e italiani (ebbene sí..). Infine, quella guerra ebbe fine su intervento di una potenza straniera, gli Stati Uniti, che imposero al Giappone una pace, che consolidó le sue conquiste territoriali e salvó la Russia dal crollo. La storia potrebbe ripetersi.
* *Ugo Poletti, imprenditore italiano di Milano, vive a Odessa da 5 anni, dove ha fondato un giornale online in inglese, The Odessa Journal, dedicato a storia, cultura e affari a Odessa, la capitale marittima e la città più europea dell’Ucraina.