C’è la professoressa Laura Ricci dell’Università La Sapienza di Roma, per settimane data come “papabile” all’Urbanistica nella giunta del neo sindaco della Capitale, Roberto Gualtieri. Vicina alla famiglia politica di Roberto Morassut a Roma, l’ex sottosegretario di Stato al Ministero dell’Ambiente nel governo Conte II e oggi deputato del Partito democratico, Ricci è una delle fautrici de “l’urbanistica negoziata” dietro al Piano regolatore di Roma 2008. Da Milano arriva invece Stefano Boeri, in quota Politecnico: ci sarà anche il Presidente della Triennale e architetto di fama internazionale nella squadra appena nominata da Enrico Giovannini per la rigenerazione urbana. È “La Commissione per la riforma della normativa nazionale in materia di pianificazione del territorio, standard urbanistici e in materia edilizia” che il Ministro delle Infrastrutture e della Mobilità sostenibile del governo Draghi ha ufficializzato da poche ore con decreto: 22 nomi che avranno il compito di lavorare “alla elaborazione di uno o più schemi di provvedimento finalizzati alla riforma organica in materia di pianificazione del territorio” e di riscrivere il Testo Unico Edilizia.
Rigenerazione urbana, “Testo lontano dall’essere approvato così”
C’è già una bozza di “Testo unificato del disegno di legge sulla rigenerazione urbana” depositata al Senato (il 9 novembre è stata illustrata in XIII Commissione “Territorio, Ambiente e Beni Ambientali” a Palazzo Madama) e che contiene più di una novità in nome del macrobiettivo europeo di “azzerare il consumo di suolo netto entro il 2050”. “Testo lontano dall’essere approvato così” si mormora a Roma. Sarà oggetto di discussione parlamentare ed è stato fissato al 23 novembre 2021 il termine per la presentazione degli emendamenti. In tanti vogliono metterci bocca. Confindustria Assoimmobiliare guidata dalla Presidente Silvia Maria Rovere sta lavorando su commenti ed emendamenti in favore dell’industria insieme a Belvedere Inzaghi & Partners, studio legale associato di Milano fra i massimi esperti e più importanti advisor nelle operazioni private di questi anni.
Nella bozza del Ddl un fondo nazionale da 300 milioni annui
La bozza di Ddl a oggi depositata prevede l’istituzione di un “Fondo nazionale per la rigenerazione urbana”. Che a regime potrà contare su 300 milioni di euro all’anno dal 2025 fino al 2036. Tra gli altri punti qualificanti della norma, la rivisitazione della disciplina e dei tabellari in materia di oneri di urbanizzazione da parte degli enti locali, i partenariati pubblico-privati e incentivi fiscali, economici e volumetrici per spingere le operazioni di rigenerazione urbana. Come il “riconoscimento di una volumetria aggiuntiva rispetto a quella preesistente come misura premiale”, si legge, o la possibilità di “delocalizzare le relative volumetrie in aree diverse”.
Il mantra dell’avvocato Barel: “Abbattere per creare valore”
C’è uno dei massimi fautori di questo principio nella Commissione appena nominata dal Ministro Giovannini: è il professor Bruno Barel, socio fondatore dello Studio legale BM&A e docente di Diritto dell’Unione Europea all’Università di Padova, che in Veneto ha contribuito a dare quell’impianto alla legge regionale, unica nel suo genere in Italia: “abbattere per creare valore” è uno degli slogan. Come? Il privato demolisce ruderi o manufatti fatiscenti e degradati per conto del pubblico, che li ha individuati ma non ha le risorse per muoversi in solitudine. In cambio gli viene riconosciuto un bonus volumetrico da realizzare su un’altra area o da scambiare. Così da creare un mercato dei “crediti edilizi”. È il “modello Veneto”. Che dopo la Sanità, si prende anche l’Urbanistica.