Perchè leggere questo articolo: Altro che cardinalato: l’ex segretario particolare di Benedetto XVI destinato verso il Costa Rica. Sconta la pubblicazione di un libro che a papa Francesco proprio non è andato giù…
(di Sallustio Santori)
Promuoverlo, rimuoverlo e spedirlo possibilmente al fronte. Dove? Costa Rica, Paese centroamericano con 3,5 milioni di fedeli su 4 milioni di anime, nel quale una bella nunziatura vacante dall’11 luglio 2023 lo attende.
Monsignor Georg Gaenswein verso Costa Rica
Questo può essere il futuro di monsignor Georg Gaenswein, ex segretario particolare di Benedetto XVI, del quale si parlava da tempo. Solo che stavolta a metterci il carico da 11 e rilanciare questo gossip che ormai sembra non essere più tale è America, la rivista dei Gesuiti yankee, che ospita un articolo a firma di Gerard O’Connell, uno dei più quotati vaticanisti di lingua inglese nonché corrispondente di America ed attento osservatore delle cose vaticane dal 1985. Insomma, la fonte è di peso estremo e quindi c’è da aspettarsi questa sorpresa: Georg – ricordate? – è tornato al centro delle cronache per alcuni macigni che il Papa regnante, Francescio al secolo Jorge Mario Bergoglio, si è tolto dalla scarpa in uno sfogo da ballatoio che non innalza i ballatoi ma abbassa – pesantemente – il Soglio pontificio.
Quando Francesco tuonò: “Don Georg manca di nobiltà e umanità”
Francesco aveva detto che don Georg mancava di “nobiltà e umanità” nel libro del giornalista Javier Martinez-Brocal “El sucesor” di prossima uscita. Si era trattato di una risposta ad un altro volume, “Nient’altro che la verità” contenente la versione di Gaenswein e inopinatamente arrivato in libreria in contemporanea con le esequie di Benedetto XVI. Cosa che a Bergoglio non era andata assolutamente giù.
Padre Georg scongelato. Ma solo per essere allontanato
Sante mazzate, certo. Ma ora è tempo della pace e del balsamo: parola della moglie di O’Connell, l’argentina Elisabetta Piqué che su La Nacion, uno dei più prestigiosi quotidiani di Buenos Aires: certo, Georg avrebbe preferito un posto in Vaticano, ma, scrive la Piqué: “Quando è stato a Roma per la Messa di suffragio in memoria di Benedetto, nel primo anniversario della morte, Gaenswein è passato a salutare Francesco”.
In quest’occasione, racconta ancora La Nacion, l’ex segretario di Joseph Ratzinger avrebbe manifestato a Francesco la disponibilità a collaborare e il fatto di sentirsi a disagio perché rimasto senz’alcun incarico. E così il Papa regnante, secondo alcuni in segno di pacificazione, avrebbe deciso di “scongelare” la posizione di Georg che al momento risiede nella sua diocesi natale di Friburgo in Brisgovia senza combinare un bel niente.
La giubilazione di padre Georg nelle parole del diretto interessato
Del resto, la sua giubilazione era avvenuta in modo freddo, come Gaenswein ha raccontato nel suo “Nient’altro che la verità”, il libro con la sua versione dei fatti scritto insieme al vaticanista Saverio Gaeta:
“A fine gennaio 2020, sempre per restare nel paragone letterario, mi ritrovai infatti a essere un ‘prefetto dimezzato’, parafrasando il titolo della famosa opera di Italo Calvino Il visconte dimezzato. Dopo quei torridi giorni di polemiche attorno al libro del cardinale Sarah, lunedì 20 chiesi a Papa Francesco di potergli parlare e lui mi diede appuntamento per fine mattinata, al termine delle udienze. Gli fornii nel dettaglio i particolari su quanto era accaduto e gli chiesi consiglio su come agire in futuro, poiché non sempre mi era facile riuscire a prevenire problemi come quello che si era appena verificato. Lui mi guardò con espressione seria e disse a sorpresa: «D’ora in poi rimanga a casa. Accompagni Benedetto, che ha bisogno di lei, e faccia scudo».”
“Restai scioccato e senza parole. Quando provai a replicare, dicendogli che lo facevo ormai da sette anni, per cui potevo continuare ugualmente anche per il futuro, chiuse seccamente il discorso: «Lei rimane prefetto, ma da domani non torni al lavoro». In modo dimesso replicai: «Non riesco a capirlo, non lo accetto umanamente, ma mi adeguo soltanto in obbedienza». E lui di rimando: «Questa è una bella parola. Io lo so perché la mia esperienza personale è che “accettare in obbedienza” è una cosa buona». La mia preoccupazione fu riguardo al modo in cui si sarebbe comunicata la notizia all’esterno, poiché sarebbero certamente stati sollevati interrogativi sulla mia assenza, ma il Pontefice affermò che non era necessario fare nulla e andò via.”
Gaenswein cardinale? Se lo vorrà il prossimo Papa
Diciamo che questa promozione/rimozione come perdono è un po’ a denti stretti. I segretari dei Papi – almeno nella seconda metà del XX secolo – hanno quasi sempre ricevuto una promozione cardinalizia, prima o poi: invece qui c’è – a quanto scrive America a commento del servizio su La Nacion un cambiamento di rotta.
Pare infatti che nel 2023 si era già parlato di una possibile nomina in Costa Rica o un altro Paese per l’ex segretario del defunto Papa emerito; solo che al tempo le bocche erano rimaste cucite e qualcuno aveva riservatamente fatto sapere che a Bergoglio l’idea non era affatto gradita. Adesso, dopo aver reso pan per focaccia, Francesco decide di dare un contentino (cardinalato no: mica si può ammettere in Conclave uno che ti ha pubblicamente criticato in un libro e che quindi in Sistina potrebbe negativamente influenzare l’elezione di un successore gradito a Francesco, come l’uomo di Sant’Egidio e presidente dei vescovi italiani Matteo Zuppi, per esempio) che placa le eventuali polemiche, tiene contento Gaenswein, fa una carezza ai conservatori ma sostanzialmente manda l’ex ufficiale di collegamento tra i due Papi lontano da Roma, e per giunta in un posto nel quale la situazione economica non è dei migliori, i temi sociali sono all’ordine del giorno insieme ai diritti umani e le gatte da pelare potrebbero non mancare.
Una di quelle periferie esistenziali e geografiche da cui Bergoglio di solito chiama nuovi cardinali e potenziali elettori, che adesso viene usata per allontanare Georg e dargli qualcosa da fare. Chissà se il successore di Francesco avrà il coraggio di dargli la berretta di cardinale…