Dimenticate le vecchie care deleghe all’urbanistica, al bilancio, ai servizi sociali. Rimangono – ci mancherebbe altro – ma adesso a farsi largo sono le nuove competenze attribuite agli assessori in una gara di fantasia che percorre lo Stivale da nord a sud e contagia comuni e municipi.
Se la delega ai “15 minuti” che il neosindaco di Roma ha attribuito ieri, annunciando la composizione della nuova giunta capitolina, ad Andrea Catarci (Sinistra civica ecologista) è mutuata dall’esperienza di altre capitali europee, Parigi in primis, assessorati all’estetica, alla solitudine, alle partite Iva sono prodotti rigorosamente “made in Italy”.
Assessorati strani, i casi nel milanese
La delega alla solitudine, che ha un sapore nettamente leopardiano, non è stata attribuita a Recanati. E, almeno nelle intenzioni, nulla dovrebbe avere a che fare col pessimismo comico, anche se, a leggere le prime dichiarazioni dell’assessora nominata, non ci sembra tutto questo Carnevale di Rio. La prima assessora alla solitudine d’Italia si chiama Graziella Vigri e a conferirle la delega è stata la prima cittadina di Villa del Conte, in provincia di Padova, Antonella Argenti, centrodestra. Che ha dichiarato all’Adn-Kronos: «Oggi siamo tutti soli, non c’è più un contesto familiare che ti aiuta nei problemi e nelle incombenze quotidiane. Mancano le relazioni. Stiamo diventando tutti dei robot viventi».
Intanto a Corbetta, in provincia di Milano, c’è chi esulta perché dopo le elezioni il nuovo sindaco ha accolto la propria richiesta, avanzata durante la campagna elettorale, di un assessorato all’Estetica. La prima assessora in assoluto con delega alla bellezza è Antonella Cislaghi, nominata dal sindaco Marco Ballarini. L’esultanza è motivata così dal fondatore del Comitato della Rosa verde Federico Scarioni: «L’Italia per affrontare una ripartenza solida deve cominciare dalla bellezza delle cose che ha». L’unico dubbio che ci assale: riuscirà la prima assessora all’estetica a far capire ai corbettani che per la ceretta devono continuare a rivolgersi altrove?
Rimanendo nel Milanese. Il Comune di Cinisello Balsamo nel maggio scorso ha istituito il primo assessorato alle partite Iva in Italia: «Avrà il compito di dialogare con le imprese locali, ma soprattutto con quelle partite Iva che in questo anno di pandemia sono rimaste schiacciate tra restrizioni, chiusure e gli infiniti rivoli della burocrazia», la giustificazione. Ma non bastava il vecchio caro assessorato alle attività produttive o fa troppo Prima Repubblica?
Gli assessorati strani d’Italia, da Torino a Bari
Ma l’elenco non si chiude qui. Durante il mandato di Chiara Appendino, a Torino nel 2017 nacque l’assessorato “alle bici”. Poteva bastare magari quello alla mobilità e ai trasporti, ma la sindaca grillina volle la bicicletta. Ed evidentemente non ha pedalato abbastanza per essere rieletta.
E come non parlare della delega alla Quotidianità di Monica Berna Nasca, assessora legnanese, che da gennaio scorso si occupa, su mandato del sindaco Lorenzo Radice di “Piccole cose, Comunicazione, Servizi demografici e cimiteriali, Innovazione digitale e Partecipazione”. Piccole cose? Sarà incaricata di spegnere la luce al termine delle riunioni di giunta, assicurarsi che il portone del municipio sia chiuso? O passa di casa in casa appena può per chiedere agli amministrati se hanno bisogno di qualcosa visto che tanto al supermercato deve andarci…?
Il vezzo di attribuire deleghe definendole con termini improbabili non è però costume recente. Sembra quasi che nei comuni italiani e nei municipi delle grandi città si faccia a gara con le forze di polizia a chi ha più fantasia: “vediamo chi è più forte, noi a inventare nuovi assessorati o voi a battezzare le vostre operazioni dopo brain storming che Armando Testa scansati?”.
Nel 2014 il sindaco Pd di Pesaro Matteo Ricci affidò a Stafania De Regis l’assessorato alla rapidità. Immaginiamo i pesaresi che vedevano risolti la propria pratica in Comune a tempo di record. Oddio, qualcuno scontento ci sarà pure stato, e vuoi che sulla rapidità non abbia potuto commentare “è stato bello anche se è durato poco?”.
Milano ha avuto in Luca Costamagna, durante il primo mandato di Beppe Sala, il suo assessore alla felicità nel Municipio 3. In una intervista al Corriere, al giornalista che gli chiedeva che cosa facesse un assessore alla felicità, rispondeva: «Abbiamo molte idee e ci stiamo lavorando. La prima cosa che vorrei fare è realizzare un albo delle associazioni della nostra zona. Attualmente non ne abbiamo uno».
Domanda successiva: E questo perché dovrebbe rendere felici i cittadini?
«Perché potranno scoprire che ci sono realtà che non conoscevano a cui dare un aiuto o da cui farsi aiutare. Magari ci sono persone di una certa età che non sanno che c’è un’associazione che si occupa della cura degli anziani proprio vicino a casa loro».
Le ultime trovate? Gli assessorati alla gentilezza e al sorriso
L’attribuzione di deleghe, se si esclude quella “alla rivoluzione” avuta da Sgarbi ai tempi del suo assessorato nel comune di Urbino, in linea col personaggio, sembra comunque ispirata al libro “Cuore”. Non a caso, la delega più gettonata in Italia è quella della gentilezza. Sono 145 in totale gli assessori alla Gentilezza già riconosciuti in altrettanti Comuni in tutta la penisola, presenti in tutte le Regioni. L’Assessore alla Gentilezza asce da un Gioco della Gentilezza ideato da una classe di scuola primaria e poi adattato alla quotidianità dall’Associazione Cor et Amor, quando dopo le elezioni amministrative del giugno 2019, propose ai Sindaci del Canavese il riconoscimento della delega alla gentilezza. Il Comune di Rivarolo Canavese (Torino) fu il primo a riconoscere l’assessorato alla gentilezza, il Sindaco Alberto Rostagno riconobbe la delega all’Assessore Lara Schialvino.
E poteva mancare la delega al sorriso? La notizia è dell’altro ieri. A Bari, municipio 2, la consigliera con delega al sorriso è Giovanna Salemmi. Nella foto pubblicata sui giornali locali riesce giusto ad abbozzarne mezzo. Come esordio, non dei migliori.