Perché questo articolo potrebbe interessarti? Il caso Panzeri, l’ex sindacalista ed ex eurodeputato ora accusato di corruzione, ripropone il tema dei tanti che hanno usato il sindacato come rampa di lancia per altre carriere.
L’ex sindacalista della Cgil Antonio Panzeri, eurodeputato per tre legislature, è al centro dello scandalo corruzione al Parlamento europeo per le presunte mazzette ricevute dal Qatar. Con due sue società di lobbying, Panzeri, di concerto con altri, avrebbe agito per “ripulire” l’immagine del Paese del Golfo. Da difendere i diritti dei lavoratori, l’ex sindacalista, sarebbe passato quindi alla difesa di chi quei diritti, e non solo quelli, calpesta. Mentre nascondeva i contanti che gli sono stati trovati in casa durante la perquisizione, chissà se Panzeri non abbia fatto anche lo spiritoso con moglie e figlia, citando Alberto Sordi e il suo “Lavoratori? Tiè!”.
Quello del sindacalista non è un mestiere facile
Fare il sindacalista non è un mestiere facile: tanto lavoro e stipendio non alto. Ma c’è chi lo fa per una vita credendoci e tornando in fabbrica alla scadenza del distacco sindacale: sono forse loro i più danneggiati dall’eco della vicenda.
Ma sono molti, e non da oggi, che usano il sindacato come rampa di lancio per altre carriere. Si tratta di un fenomeno ben diverso del passaggio alla politica, come è avvenuto per l’ex segretaria della Cgil Susanna Camusso, oggi deputata Pd. E niente a che vedere con le cariche nell’Inps o negli enti previdenziali che sono di tradizionale spettanza sindacale.
C’è anche chi sulle battaglie sindacali ha costruito il proprio personaggio, come Aboubakar Soumahoro, che ha cominciato con l’Usb per fondare poi la sua Lega Braccianti, E dopo essere stato eletto deputato, è finito travolto dallo scandalo delle cooperative di famiglia sotto indagine per irregolarità. E se pur estraneo alla vicenda giudiziaria, è sotto accusa dalla Caritas foggiana e da quei migranti per i quali diceva di battersi.
Il sindacato come master
Chi ha usato la militanza sindacale come master per il salto della barricata sono stati, per esempio, tre sindacalisti passati alla carriera di dirigente industriale a cavallo tra gli anni Ottanta e Novanta. In un articolo del 1992, Repubblica faceva l’esempio di Agostino Conte, Gianni Celata ed Ettore Ciancico.
Agostino Conte, ex Uil era divenuto Direttore centrale dell’Ilva per le politiche comunitarie; Celata, giàsegretario generale aggiunto dei tessili Cgil, era membro del Comitato esecutivo dell’Ice per seguire le Colombiadi negli Usa; Ciancico, ex segretario Fiom, responsabile delle relazioni esterne della svedese Ericcson. Prima di loro c’era stato il caso di Valeriano Giorgi che a metà degli anni ‘ 70 aveva abbandonato il vertice degli edili Cgil per diventare vicepresidente dell’Ente cellulosa e quindi presidente della Società agricola forestale.
Dalla Uil all’Alfa Romeo
Una carriera che fece “scandalo” nella Milano a cavallo fra i ‘ 70 e gli ‘ 80 era stata anche quella di Renzo Canciani. Abbandonato il Movimento Studentesco per diventare prima dirigente provinciale dei metalmeccanici Uil e poi capo dell’ Ufficio relazioni internazionali della Uil stessa, nel gennaio ‘ 83 Canciani passa all’Alfa Romeo con il ruolo di direttore delle relazioni esterne. L’ex sindacalista Canciani sarebbe in seguito diventato direttore del Centro di Produzione Tv Rai di Milano.
Moretti, da sindacalista a boiardo di Stato
Per arrivare a tempi più recenti e a nomi che siamo più abituati a sentir circolare, il primo nome è sicuramente quello dell’ex ad di Ferrovie dello Stato e di Leonardo Spa Mauro Moretti. La sua carriera comincia infatti nel sindacato. Ingegnere elettrotecnico, iscritto alla Cgil dai primi anni ottanta, Moretti scala i vertici sindacali fino a diventare membro della segreteria nazionale della Federazione Italiana Lavoratori Trasporti – Cgil. L’ex sindacalista Moretti, da paladino dei lavoratori, entrerà nelle associazioni datoriali anche come componente di Giunta e Consiglio direttivo Assolombarda (dal 2007 al 2014).
D’Antoni si è dato allo sport
L’ex segretario generale della Cisl Sergio D’Antoni, dopo essere passato dal sindacato alla politica, si è riciclato come dirigente sportivo. È stato dirigente della Virtus Roma, presidente della Lega Società di Pallacanestro di Serie A dal 2000 al 2001 e presidente del Palermo Calcio dal 2000 al 2002. Nel giugno 2014 è eletto presidente del CONI Sicilia, riconfermato nel marzo 2017 e nel marzo 2021. Nel maggio 2021 è entrato a far parte della giunta nazionale dello stesso Comitato.
Passare dall’altra parte della barricata è solo una questione di quattrini? Scriveva Repubblica nel 1992: «Tutti lo negano. Semmai, spiegano gli ex-sindacalisti, si tratta del desiderio di cambiare vita e della necessità di vedere concretamente i risultati del proprio lavoro. Secondo Conte è impagabile “l’ opportunità di contribuire alle scelte di un gruppo come l’ Ilva. Anche perché la vita all’ interno di una grande azienda ti permette un confronto diretto con l’Europa. E si tratta di una bella sfida”».