Sergio Mattarella era già pronto a diventarlo, ma i partiti avevano in serbo per lui altri progetti. Fatto sta che, con l’accettazione del bis, l’unico presidente emerito attualmente in carica resta Giorgio Napolitano, reduce anch’egli da un primo storico settennato “allungato” e tuttora uno dei sei senatori a vita che siedono a Palazzo Madama.
Leone e Cossiga, i primi presidenti emeriti
I primi ad assumere il titolo furono Giovanni Leone e Francesco Cossiga, rispettivamente sesto e ottavo inquilino del Quirinale. Fino ad allora i Presidenti della Repubblica, portato a termine il proprio settennato, venivano designati semplicemente (si fa per dire) come “senatori di diritto e a vita”. È solo dal 1998 che il Capo dello Stato che ha terminato il proprio mandato ottiene il titolo di “emerito”, continuando a sedere tra i banchi del Senato. Nonostante finora nessuno degli ex inquilini del Colle abbia mai rinunciato al titolo di senatore, l’articolo 59 della Costituzione ne contempla esplicitamente la possibilità: Giovanni Leone, recordman della specialità, ha ricoperto tale carica per più di 23 anni, dalla fine del suo settennato nel 1978 fino alla morte, sopraggiunta nel 2001.
Cosa fanno i presidenti emeriti? Ogni Capo di Stato fa discorso a sé
Ma cosa fanno i presidenti emeriti? Innanzitutto, appena effettuato il passaggio di consegne, si trasferiscono armi, bagagli (e collaboratori) a Palazzo Giustiniani, dove li attende un vasto ufficio in quello che è considerato l’edificio del potere più buio della Capitale, tanto da essere stato soprannominato “la tomba” già dal suo primissimo frequentatore, Enrico De Nicola. Per il resto, la Costituzione è abbastanza vaga sul ruolo cui sono chiamati per servire la Repubblica: a parte la possibilità di essere “ascoltati” dal Presidente in carica durante le consultazioni per la formazione del nuovo governo, sui contorni della la loro figura resta un ampio margine di discrezione. Ecco perché, così come nell’arco del settennato, anche per quanto riguarda l’attività post-presidenza ogni Capo dello Stato fa discorso a sé.
Presidenti emeriti: l’attivismo di Cossiga e Scalfaro
Tra i più attivi, memori evidentemente del loro operato al Quirinale, sicuramente Oscar Luigi Scalfaro e il già citato Cossiga. Ben più riservato, invece, sempre rimanendo nell’ultimo ventennio, l’austero Carlo Azeglio Ciampi, di fatto sparito dai radar dopo il 2006, anno dell’elezione del suo successore Napolitano. Cossiga, dicevamo. Fu proprio lui a insistere per riconoscere agli ex-presidenti la carica di “emerito”, accompagnata da ben più prosaiche concessioni: passaggi su auto, treni, navi e aerei di Stato, oltre alla copertura delle spese telefoniche e ad altri servigi. Non solo: fu l’ex ministro degli Interni a deliberare che nella distribuzione dei posti durante le cerimonie ufficiali l’emerito più anziano precedesse il presidente del Senato e il più giovane quello della Camera, come a rimarcare un diritto acquisito anche una volta dimessa la veste di prima carica dello stato.
Insomma, la “furia istituzionale” di Cossiga non si placò una volta abbandonato il Colle e anche da presidente emerito si concesse non poche libertà. A partire dalla politica estera (l’incontro con Gheddafi e la difesa degli indipendentisti baschi crearono più di un grattacapo alla Farnesina) fino alla rivelazione, più o meno indiretta, di segreti scottanti della Repubblica (dietro i due pseudonimi Mauro Franchi e Franco Mauri si nascondono alcuni scritti di suo pugno). Meno prevedibile invece la svolta “interventista” di Scalfaro una volta terminato il proprio mandato: in pochi si sarebbero attesi una sua così visibile partecipazione alla vita pubblica anche da “emerito”. Eppure, tra conflitto d’interessi, leggi ad personam e politica estera, l’ex Dc non smise di far sentire la propria voce di dissenso, tanto da diventare negli anni dei girotondi un vero e proprio idolo dell’antiberlusconismo.
Non ci è dato sapere quando anche Sergio Mattarella si unirà alla schiera degli “emeriti”. Ma un’idea di come potrebbe interpretare il nuovo ruolo ci può venire dalla sua esperienza al Quirinale.