Perché leggere questo articolo? L’ipotesi della candidatura di Roberto Vannacci alle elezioni europee ha creato malumore all’interno della Lega. Gli europarlamentari uscenti, gli amministratori e i parlamentari del Nord temono un ulteriore snaturamento del Carroccio.
La coperta di Matteo Salvini è troppo corta. Sceglie di candidare Roberto Vannacci per tirare la volata alla Lega in un corsa, quella delle europee, che si annuncia molto complicata per la Lega. Ma la candidatura del controverso generale rischia di scoprire il fianco alle divisioni che covano da tempo dentro il Carroccio. Il cuore pulsante del Nord contro la Lega nazionale. I governisti contro i sovranisti. Il dialogo con i ceti produttivi versus il corteggiamento nei confronti dei settori dell’elettorato più contigui ad alcune posizioni al limite del complottismo. Dagli scettici sui vaccini a chi ha le idee più radicali sul tema dell’immigrazione.
Vannacci spacca la Lega ma è l’arma di Salvini contro Meloni
Una dialettica che si sta manifestando con l’intensificarsi delle voci sulla corsa di Vannacci alle europee con la Lega. Forse capolista in tutte e cinque le circoscrizioni. L’autore del libro Il Mondo al Contrario probabilmente sarà il frontman del salvinismo in assenza di Salvini, che ha deciso di non misurarsi con la sfida del voto per il rinnovo dell’Europarlamento. L’obiettivo è quello di provare ad avvicinarsi il più possibile al 10%, nonostante molte rilevazioni attestino la Lega tra l’8 e il 9%. Lanciare Vannacci per fermare l’emorragia di consensi e tentare di contenere l’exploit di Fratelli d’Italia di Giorgia Meloni.
I mal di pancia dei leghisti
Il problema è che il battesimo del fuoco del generale sta provocando una serie di malumori all’interno del partito di Via Bellerio. Innanzitutto ci sono gli europarlamentari uscenti, terrorizzati dalla prospettiva della mancata rielezione. D’altronde nel 2019 la Lega era al 34%, ora fa fatica a raggiungere la doppia cifra, stando ai sondaggi. E poi ci sono i sindaci, i governatori e i parlamentari eletti al Nord Italia. “E ci mancava solo Vannacci”, aggiunge un deputato della Lega passeggiando in Transatlantico a Montecitorio, tra il serio e il faceto. Quel che è certo è che l’ipotesi della candidatura del militare come capolista sta irrompendo dentro il Carroccio come un elefante nella stanza.
No a Vannacci “papa straniero”
Un altro esponente del partito di Salvini, parlando con True-News.it, addirittura cerca di ridimensionare la notizia della corsa di Vannacci. “Ancora non sappiamo se e dove si candiderà, è presto per fare delle valutazioni”, spiega la nostra fonte. Eppure sembra quasi scontato il via libera al bestsellerista dell’estate. O in tutti e cinque i collegi oppure capolista soltanto in uno o due circoscrizioni. “Vannacci si può candidare, ma la Lega non ha bisogno di ‘papi stranieri’”, ci spiega un parlamentare leghista del nord, sotto la garanzia dell’anonimato. Parole che danno corpo alla paura di uno snaturamento ulteriore del partito fondato da Umberto Bossi. Come quando fu lanciato il progetto della Lega nazionale di Salvini.
Salvini ha paura dell’alternativa: Zaia
La differenza è che, ora, quell’obiettivo sembra essere naufragato, anche sotto i colpi del successo elettorale di Fratelli d’Italia. E Vannacci, lo straniero, può “far saltare la Lega”. Mentre Salvini vuole blindare a tutti i costi il quarto mandato di Luca Zaia in Veneto. La paura del “Capitano” è che uno Zaia libero dal ruolo di governatore possa rappresentare un’alternativa credibile al vicepremier come leader di una nuova “vecchia” Lega. Con i piedi piantati al Nord e senza i Vannacci di turno.