Perché leggere questo articolo? Dopo il piccolo giallo della nomina, poi ufficializzata, del giornalista Mario Sechi a capo dell’ufficio stampa di Palazzo Chigi e l’ondata di dimissioni di portavoce di diversi ministri del governo guidato da Giorgia Meloni, è tornata al centro del dibattito politico e tra gli addetti ai lavori la figura dello spin doctor, del comunicatore che affianca il politico nello sviluppo della sua strategia. True-News.it ne ha parlato con l’esperto di comunicazione Pietro Raffa.
Cosa c’è dietro al via vai di portavoce nella squadra del governo di Giorgia Meloni? Secondo Pietro Raffa, Amministratore Delegato ed Head of Digital dell’agenzia di comunicazione MR & Associati, blogger su Huffington Post e L’Espresso, esperto di spin doctor e politica, le possibili cause dietro questa isteria comunicativa sono molteplici. C’è, innanzitutto, “l’overload informativo di questa epoca”, ovvero l’eccesso di informazioni, soprattutto sui social media. Ma pesano anche la continua “valutazione” da parte dei cittadini a cui sono sottoposti i politici nell’era del web 2.0 e “la mancanza di competenze digitali” di portavoce spesso pescati dal mondo del giornalismo tradizionale.
Raffa: “I portavoce ruotano perché oggi è più facile fare errori”
“Secondo me c’è una rotazione molto frequente dei comunicatori anche perché, in questa epoca, è molto più facile imbattersi in errori, specialmente in una fase storica in cui i social media hanno un ruolo sempre maggiore ed è cresciuto parecchio l’uso dei social da parte dei cittadini”, spiega Raffa a True-News.it Insomma, i politici, compresi premier e ministri, sono molto più sotto pressione dell’opinione pubblica rispetto al passato. E questo favorisce gli inciampi da parte degli Staff che si occupano di comunicazione. “Prima della rete c’era una comunicazione verticale solo sui giornali e le tv e quindi i politici erano meno costretti a ritrattare repentinamente le informazioni che facevano passare – continua l’esperto – ora qualsiasi tipo di comunicazione arriva subito sui social e questo provoca diversi tipi di reazioni nel pubblico, spesso i politici impongono rapidi cambi di rotta perché il messaggio che si voleva veicolare non ha avuto gli effetti desiderati sulle persone”. Da ciò derivano i continui cambi di strategia, che spesso coincidono con cambiamenti all’interno degli Staff.
Raffa: “La vita del portavoce è molto più difficile”
La vita del portavoce è molto più difficile. E i leader – pressati dai cittadini – sono più inclini a sostituire i portavoce. “Gli spin doctor spesso si trovano in una posizione di sandwich tra i politici e il pubblico. Nel caso in cui una informazione non ottiene gli effetti sperati, il capo politico rimpalla le responsabilità sul suo portavoce”, prosegue il ragionamento di Raffa.
“Difetto di delega” e “mancanza di competenze digitali”
Ma non ci sono soltanto difficoltà dovute alle mutazioni nel contesto comunicativo. Possono insorgere anche problemi politici, e più personali. Come quello che l’esperto definisce “difetto di delega”. Cioè? “I portavoce a volte parlano con i giornalisti più di quanto dovrebbero e fanno filtrare ‘veline’ e informazioni senza l’autorizzazione preventiva del proprio responsabile politico”. Ma pesa pure l’estrazione professionale da cui provengono gli spin doctor e i capi ufficio stampa. “Storicamente le figure di portavoce vengono pescate nell’ambito del giornalismo tradizionale, e ciò non necessariamente è un male. Eppure oggi c’è anche la necessità di avere delle competenze digitali che aiutino a gestire meglio le situazioni di crisi. A volte invece si utilizzano le lenti del passato per interpretare un presente che è radicalmente diverso rispetto a prima”, dice Raffa a True-News.it.
Raffa: “Un portavoce può creare problemi nelle coalizioni”
Infine, la politica. “È ovvio che, in fase di nomina, ci possono essere disaccordi all’interno dei vari partiti che compongono una coalizione – riflette l’Ad di MR & Associati – questo può accadere, ad esempio, per informazioni fatte in passato dal portavoce scelto, oppure può avvenire dopo la nomina, se un partito o un altro leader della coalizione non condivide il metodo di lavoro del comunicatore”.
“Dietro il giallo di Sechi normale dialettica politica”
Anche per questo è stata ritardata la nomina di Sechi? “Mi sembra normale che sia passato del tempo prima di ufficializzare una nomina così importante, di una persona che ha avuto diverse esperienze in passato, credo si sia trattato di normale dialettica politica”, conclude Raffa.