Perché questo articolo potrebbe interessarti? De Luca vuole arrivare in Europa da solo, con una propria lista al cui interno è riuscito a far confluire 17 tra movimenti e gruppi: “È abituato a fare sorprese – commenta su truenews.it una fonte di Sud Chiama Nord – anche questa volta riuscirà nell’impresa”.
Il soprannome affibbiatogli non lascia spazio a dubbi: Cateno De Luca da anni è infatti conosciuto come “Scateno”, un gioco di parole con il suo vero nome che la dice lunga sul carattere e sulla carriera politica dell’attuale sindaco di Taormina. Da anni oramai ha abituato pubblico, elettori e addetti ai lavori a fulminee sorprese. Come quando, ad esempio, nel 2007 si è denudato all’assemblea regionale siciliana (rimanendo coperto solo dalla bandiera dell’isola) durante una conferenza stampa. O come quando, durante i mesi del lockdown, ha mandato a quel paese platealmente in una diretta Facebook l’allora ministro dell’Interno, Luciana Lamorgese.
Il “listone” chiamato Libertà
Oggi però Scateno vuole provare forse l’impresa più politicamente “folle” della sua carriera: riuscire ad entrare all’interno dell’europarlamento con una propria lista, senza passare dal Pd, dal terzo polo o da altri grandi schieramenti. De Luca ci crede, anzi proprio nelle scorse ore ha dato per assodato il raggiungimento della soglia di sbarramento del 4%: “Lui è abituato a fare sorprese – racconta una fonte di Sud Chiama Nord, il suo partito, a truenews.it – è animato dalla volontà di non essere subordinato a nessuno e forse è questa la sua forza politica”.
L’ultimo ad aderire al progetto politico di De Luca, è stato Mario Adinolfi. Il fondatore cioè del popolo per la famiglia, il cui simbolo ora fa capolino all’interno di un logo in cui al centro campeggia la parola “Libertà”. Ossia il nome ufficiale scelto dallo stesso De Luca per la sua lista: “Diamo spazio a tutti coloro che vogliono contrastare questa Europa liberticida”, ha dichiarato il politico siciliano comparso in conferenza stampa a Roma proprio con Adinolfi.
Sui social c’è chi giura di voler salvare e conservare il logo della nuova creatura politica di De Luca. Per molti potrebbe rappresentare un vero e proprio oggetto da collezione, del resto la stessa scelta grafica appare piuttosto singolare ed originale: si nota infatti un cerchio grande, quello dove a predominare è la parola Libertà, tutto attorno poi ci sono almeno una ventina di cerchi più piccoli. A inizio marzo, tutti i cerchi erano vuoti ma De Luca aveva a suo tempo assicurato che, nel giro di poche settimane, non ci sarebbero più stati spazi bianchi.
Una galassia composita intorno a De Luca
Quei cerchi infatti erano destinati ai simboli delle formazioni con cui sarebbero state strette le intese. Oggi in alto appare il simbolo di Sud Chiama Nord, il partito di De Luca, poi via via ci sono tutti gli altri: Sicilia Vera, altra formazione collegabile al sindaco di Taormina, Movimento per l’Italexit, i Civici in Movimento, ossia il gruppo creato dall’ex sindaco di Amatrice Sergio Pirozzi, Popolo Veneto, Partito Moderato d’Italia, Noi Agricoltori, Pensionati, Vita, Fronte Verde, Insieme Liberi, Sovranità, Progresso Sostenibile, Popolo della Famiglia, Grande Nord. Ci sono poi simboli cosiddetti “ad personam”, quali quello del Capitano Ultimo, dell’animalista Enrico Rizzi e dell’ex deputata Piera Aiello.
Potrebbero entrare anche i francofoni valdostani di Rassemblement valdotain, mentre nei giorni scorsi è uscito fuori il simbolo del Partito Popolare del Nord dell’ex ministro Roberto Castelli. Dal nord al sud, dai pro vita agli animalisti, passando per euroscettici e autonomisti: dentro Libertà si trova praticamente di tutto. “E questo per noi è un vanto – hanno dichiarato fonti di Sud Chiama Nord – vuol dire che il progetto piace e abbiamo come obiettivo comune quello di portare in Europa la voce di chi non si rispecchia nell’attuale sistema”.
De Luca alla caccia dell’ennesima sorpresa
Quello di presentarsi come anti sistema è un vecchio pallino di De Luca. Nel 2012, quando si è candidato per la prima volta alla presidenza della Regione Siciliana, Scateno ha girato l’isola vestito con gli antichi e caratteristici abiti siciliani scandendo lo slogan che ha dato vita al nome della sua lista di allora: Rivoluzione Siciliana.
La sua carriera politica è però partita dalla Democrazia Cristiana nel suo paese di origine, Fiumedinisi. Qui, in questo comune immerso nei Peloritani, ha dato vita alla prima sorpresa: essere eletto a 18 anni consigliere comunale. Una sorpresa è stata rappresentata anche dal suo primo ingresso all’assemblea regionale, avvenuta nel 2006 tra le fila del Movimento per l’Autonomia di Raffaele Lombardo, primo approccio per lui con le idee autonomiste.
A Palermo non ha mancato di farsi conoscere per il suo carattere e per i suoi annunci, ancora una volta, a sorpresa. Come quando, poco dopo l’inizio di una vicenda giudiziaria che lo ha visto coinvolto (e poi assolto), ha proclamato l’intenzione di candidarsi nel 2018 come sindaco di Messina. Una consultazione quella che, contro ogni pronostico, non solo lo ha visto trionfare ma ha anche significato l’inizio di “Scatenolandia”: a Messina e provincia, da allora in poi, ogni lista collegata a De Luca ottiene plebisciti. Non a caso lui stesso è riuscito a farsi eleggere sindaco di Taormina nel 2023, mentre nelle legislative del 2022 Sud Chiama Nord ha eletto, vincendo nei collegi messinesi uninominali, un deputato e un senatore.
Quali le speranze per la lista?
Oggi De Luca vuole ripartire proprio dal successo ottenuto alle nazionali: “Sud Chiama Nord – spiega una fonte del partito a truenews.it – otterrebbe tranquillamente il quorum nel collegio dell’Italia insulare alle europee, ma purtroppo la legge elettorale dà diritto alla ripartizione dei seggi solo se il quorum viene raggiunto a livello nazionale”.
L’idea più semplice inizialmente era quella di attuare un accordo locale con una lista più grande, in cui ospitare al suo interno i propri candidati. Ci sono stati dei contatti con il Pd, ma poi è arrivata una fumata nera: “De Luca alle regionali da solo ha preso più voti dei dem – ha sottolineato la fonte di Sud Chiama Nord – ero certo che un accordo non si sarebbe fatto. Non avrebbe mai accettato di essere subordinato a un partito che ha meno voti di noi sull’isola”.
Da qui l’idea politicamente folle: correre da solo, fare una propria lista capace di presentarsi in tutta Italia stringendo accordi con altre piccole liste. E in cui, ancora una volta, poter sperare in una sorpresa presentandosi come forza anti sistema. Anche perché, essendo presenti in parlamento dei rappresentanti di Sud Chiama Nord, la lista è stata esentata dalla raccolta firme: “I sondaggi ci danno al 2% – ha concluso la fonte contattata da truenews.it – ma io credo che siamo ancora più avanti e alla fine andremo oltre il 4%, lo sbarramento è alla nostra portata”.
Se davvero De Luca riuscirà a vincere la sua scommessa europea, c’è da credere che non si fermerà qui. Non a caso si parla di un congresso federativo dopo il voto di giugno, al fine di trasformare il suo listone in un vero e proprio partito. In cui accogliere, al proprio interno, movimenti e gruppi accomunati dall’avere una visione critica sull’attuale sistema politico.