Perché leggere questo articolo? Putin ha concesso un’intervista a Tucker Carlson, ex conduttore di Fox News licenziato nel 2023. La discussa intervista è uscita sulla nuova piattaforma del giornalista. La diffusione del materiale da parte di piattaforme o testate online rappresenta un vero e proprio testa sulla nuova legislazione Ue contro le fake news. E un nuovo capitolo della infowar, la guerra di propaganda.
Almeno dai tempi della Prima guerra mondiale la propaganda è un aspetto chiave dei conflitti. Giovedì sera però si è segnato un nuovo passo avanti nell’Infowar, la guerra a colpi di fake news. Nella serata di giovedì 8 febbraio, Valdimir Putin ha concesso un’intervista a Tucker Carlson, ex conduttore di Fox News licenziato nel 2023. E’ la prima volta che il presidente russo si concede a parlare con un esponente dei media occidentali. Un colpaccio per Carlson, che ha pubblicato l’intervista sulla sua piattaforma streaming. E un duro colpo per l’Occidente. La diffusione del materiale del controversa faccia a faccia è uno stress test sulla legislazione dell’Unione europea contro le fake news.
Le fake news sono le cartucce del Cremlino
La messa in onda dell’intervista a Putin è un test per la legislazione europea sui contenuti falsi o illeciti pubblicati dalle piattaforme online. Dallo scoppio nel 2022 della guerra in Ucraina, l’Ue ha approvato una serie di leggi di vasta portata con cui ha provato a regolamentare le piattaforme tecnologiche – su tutte X e Facebook. In settimana, Bruxelles ha fatto trapelare una certa serenità circa l’intervista dell’anno. Un portavoce della Commissione Europea ha dichiarato al Guardian che l’intervista fornirà una piattaforma per il “desiderio contorto di Putin di restaurare” l’impero russo.
“Possiamo tutti immagina cosa dirà Putin. E’ un bugiardo cronico“, ha detto il Referente dell’UE per gli affari esteri, Thierry Breton. L’intervista ha però sollevato preoccupazioni nei corridoi dell’Europarlamento sul fatto che verrà utilizzata come parte della più ampia “guerra dell’informazione” di Putin. Le clip si diffondano sui social media, in particolare sulla piattaforma X di Elon Musk , fornendo al leader russo un colpo di propaganda, l’ennesima cartuccia della Infowar che dal febbraio di due anni il Cremlino ha lanciato contro l’occidente. Italia compresa.
Lo stress test dell’Ue
Nella conferenza stampa della Commissione Europea, i funzionari hanno chiarito che X e altre piattaforme “saranno obbligate a rimuovere” i contenuti illegali ai sensi della legge sui servizi digitali del blocco, entrata in vigore lo scorso anno. La legge mira a eliminare i contenuti illegali o dannosi che incitano alla violenza o all’incitamento all’odio dai social media. Tutte le grandi piattaforme, tra cui X, hanno sottoscritto un codice di condotta che le aiuta ad accelerare e a costruire le proprie procedure interne per rispettare la legge. La piattaforma di Musk è attualmente sotto indagine formale per presunto mancato rispetto della nuova legge.
Spetta alle piattaforme garantire che i contenuti siano legali, ha affermato il portavoce del commissario Thierry Breton. Ma ha aggiunto: “Devono rimuovere rapidamente i contenuti di cui sono a conoscenza se sono illegali”. Nelle stesse ore, voci di corridoio riportate da Politico, riferivano che non ci fosse stato alcun contatto con Elon Musk o Mark Zuckerberg di Meta in merito all’intervista poiché spettava interamente a loro operare legalmente nell’UE. Se una piattaforma di social media non è conforme alla nuova legge UE può essere sanzionata con una multa salata o vietata dall’operare nell’UE.
L’infowar a colpi di fake news di Putin colpisce l’Europa
In conferenza stampa sono piovute domande al Commissario sull’opportunità dell’intervista a Putin. A chi ha domandato se non fosse un’opportunità per contrastare “la narrazione mediatica unilaterale occidentale”, di cui ha parlato Carlson, il Portavoce degli affari esteri ha detto che “Putin sta uccidendo persone, bombardando infrastrutture e conducendo una campagna di disinformazione che è diretta contro l’ Unione Europea ed è una minaccia per le nostre società. E sta cercando di uccidere quanti più ucraini possibile senza motivo. E’ solo una ragione per il suo contorto desiderio di ripristinare l’ormai imperialista impero russo. Ma questo non è qualcosa che possiamo tollerare o siamo disposti a tollerare in Europa o nel mondo nel 21° secolo”.
Carlson è un ex conduttore di Fox News, un alleato chiave del candidato alle elezioni del 2024 Donald Trump e un palese oppositore agli aiuti militari statunitensi all’Ucraina. Si è recato a Mosca per la prima intervista di Putin con un giornalista occidentale dall’invasione russa del febbraio 2022. La sua visita a Mosca è stata ampiamente seguita dai media statali russi. Su X, Tucker ha ringraziato Musk per avergli fornito una piattaforma per l’intervista. “Elon Musk, a suo grande merito, ha promesso di non sopprimere o bloccare questa intervista una volta che la pubblicheremo sulla sua piattaforma X e ne siamo grati. “I governi occidentali, al contrario, faranno sicuramente del loro meglio per censurare questo video su altre piattaforme meno basate su principi, perché è quello che fanno”, ha detto.
E anche in Italia
La guerra di propaganda a colpi di fake news non riguarda solo l’Ucraina o l’Europa. Anche il nostro paese sta vivendo sulla propria pelle una lunga forma di guerra ibrida che prevede tattiche non convenzionali. Attacchi hacker e un flusso inarrestabile di disinformazione che va avanti da mesi. Catene di messaggi falsi, contenuti web “avvelenati” e piattaforme per la circolazione di fake news. Il Coronavirus ha reso l’Italia un obiettivo sensibile dell’Infowar.
La propaganda di Mosca non vuole distruggere, ma dividere facendosi rilanciare in massa.Negli ultimi tempi, le grandi piattaforme della propaganda russa, su tutte Sputnik e News-Front, hanno allargato il loro raggio d’azione: non più i semplici social, ma instant messenger come WhatsApp e Telegram. A supporto delle bufale accorre la crittografia end-to-end, che rende molto più difficili le verifiche, bypassando in automatico i filtri di software anti- fake e venendo divulgate da un contatto riconosciuto.
Fake news, la controffensiva di Bruxelles
Un’attività chirurgica che vede il nostro Paese come puntello di una strategia più ampia, che punta anche altre nazioni occidentali: dalla Brexit al Sputnik V, dalle presidenziali americane al Trivulzio. Per contrastare la guerra di propaganda sul suolo europeo è nata StratComm: la task force di Bruxelles che studia le sorgenti di disinformazione dall’esterno e condivide i risultati sulla piattaforma EUvsDisinfo. Il continente è al centro di una campagna di incredibile livello di coordinazione tra fonti molto diverse: quelle di proprietà e controllate dallo Stato russo, ma anche quelle affiliate o indirettamente riconducibili all’ecosistema di informazioni pro-Cremlino. Un fuoco di fila su larga scala, in grado di colpire obiettivi sensibili per l’opinione pubblica di tutto il continente. StratComm ha segnalato picchi di parole-chiave come “nazisti” e “genocidio” in Ucraina; ma anche “rifugiati”, facendo leva sull’ondata di sfollati in Occidente; e poi “chimico” e “nucleare” con cui la propaganda del Cremlino incensa i muscoli di Mosca e cerca di minacciare i rivali geopolitici. Una nuova guerra è già in corso nel nostro Paese, faremmo bene ad accorgercene al più presto. Per provare a difendersi.