Il weekend nero delle manifestazioni violente e dei blocchi al settore della logistica rischiano di far incappare in un errore, o peggio in un pregiudizio. Il fatto che molti lavoratori di fede islamica nel nostro paese non siano vaccinati non significa che la religione che professano sia contraria alla vaccinazione o anti-scientifica.
Paolo Gonzaga, arabista, esperto del mondo islamico e docente della Società Umanitaria, ripercorre secoli di storia e tradizione per far luce sul rapporto tra Islam e scienza, sfatando molti luoghi comuni sulle società musulmane.
Professor Gonzaga, c’è un problema tra dettami della religione islamica e vaccinazione?
Assolutamente no, basti pensare al fatto che le autorità religiose giordane hanno dichiarato la vaccinazione un dovere della sharia – il complesso di regole di vita e di comportamento, dettato da Dio, per la condotta dei fedeli. Tutto il mondo islamico ha portata avanti discorsi a favore della vaccinazione, che rispecchiano la storia e i principi religiosi e culturali dell’Islam. La medicina ha da sempre avuto un fortissimo influsso sul mondo arabo prima e ottomano poi. La scienza medica occidentale deve moltissimo a grandi scuole, pratiche e personaggi orientali: Avicenna, la farmacologia e la cura contro il vaiolo – la variolizzazione che l’impero Ottomano praticava già nel 1700, ben prima dell’Europa industriale – sono solo alcuni esempi. Circoncisione, macellazione e proibizione di assunzione di sostanze proibite, dimostrano come dietro i dettami del Corano ci siano spesso risvolti sociali di benessere pubblico. La purificazione e quindi l’igiene sono concetti importantissimi per la cultura musulmana.
Lo scorso luglio l’Oms ha diramato una nota per rassicurare la comunità musulmana sulla composizione del vaccino: non contiene derivati di maiale ed è quindi halal, “lecito”. Cosa ha generato questi timori?
E’ un problema di interpretazione che ha generato un cortocircuitò sulla non liceità del vaccino. Una delle quattro scuole giuridiche principali del mondo islamico, quella Hanbalita ha manifestato delle chiusure nei confronti delle scienze. Ma non è l’interpretazione prevalente: la maggior parte del mondo islamico è da sempre aperto alla scienza. L’insegnamento di Maometto stesso incita alla conoscenza delle questioni religiose, ma anche mondane, su tutte quelle scientifiche. Ci sono innumerevoli detti e sure che spingono verso una profonda conoscenza della scienza. Ci sono versi che consigliano di evitare luoghi in cui è in corso un’epidemia, una sorta di “zona rossa” ante litteram. Esiste da sempre una sensibilità scientifica nel mondo islamico: il primo pilastro della fede predica la “preservazione della vita umana”.
Ci sono fake news specifiche per il mondo islamico?
Web e social hanno diffuso la falsa notizia che vaccinarsi precludesse il digiuno sacro nel mese del ramadan; ulema e dotti hanno replicato, affermando con certezza che la vaccinazione non invalida il digiuno. Si sono posti dei dubbi sul fatto che il vaccino contenesse dei derivati del maiale, prontamente smentiti. Addirittura, le bufale sulla diffusione cinese del virus hanno trovato maggiore diffusione nel mondo islamico che è particolarmente insofferente per le persecuzioni degli Uiguri. Al Qaeda e Isis hanno diffuso l’idea millenarista che la pandemia fosse il segno di una punizione divina per la fine del mondo. I timori sono stati superati dalle disposizioni delle autorità religiose, in una comunità come quella islamica che non ha una vera e propria Chiesa, ma una sorta di gerarchia con un corpus di sapienti come gli imam che, nella stragrande maggioranza dei casi, predicano in favore della vaccinazione. Ovviamente la bassa scolarizzazione e la povertà – oltre alla ritrosia da tutto ciò che viene da occidente – dei paesi islamici fanno il loro ruolo nelle ritrosie verso il vaccino.
Come si sono comportati i principali paesi e le associazioni islamiche nel fornire indicazioni ai propri fedeli?
Quasi tutti i paesi islamici hanno istituito un Ministero per gli Affari Religiosi che dovunque si sono prodigati in favore del vaccino. Dovunque il mondo musulmano si è attenuto alle disposizioni di salute pubblica, anche in Italia l’UCOII – Unione delle comunità e organizzazioni islamiche in Italia – e la Coreis – Comunità islamica – ha rispettato, con molta più pazienza rispetto alle autorità di altre religioni, il divieto di accedere ai luoghi sacri. Le moschee di tutto il mondo sono rimaste chiuse ed hanno riaperto con molta cautela. Ovviamente c’è un tema politico: molti paesi musulmani sono dittature illiberali e dunque è stato complesso mappare la reale diffusione del Covid in questi regimi. In Egitto medici che si lamentavano sulla gestione pandemica sono stati incarcerati. Ovunque c’è stata censura governativa. Nel mondo sunnita dove c’è maggiore disintermediazione religiosa – non esiste una gerarchia come nel mondo sciita – le persone si rimettevano al sapiente prediletto, che magari è in opposizione col governo. Salafiti si stanno diffondendo in tutto il mondo islamico e questo ha inficiato i dettami di salute pubbliche. Ma questa è politica, c’entra poco con la religione.
Ci sono paesi che hanno imposto obbligo?
Tutti i principali paesi islamici hanno imposto o quantomeno consigliato provvedimenti e restrizioni volte a limitare il diffondersi del virus. Il pellegrinaggio verso la Mecca, quinto pilastro, è stato limitato con numeri chiusi, nonostante le contestazioni delle aree più estreme. In Marocco c’è stato un lockdown durissimo. Addirittura, in Giordani le autorità religiose hanno dichiarato la vaccinazione “un precetto” da seguire. Poi è considerevole il dato che tra i pochissimi paesi che hanno imposto l’obbligo vaccinale ci siano soprattutto paesi a prevalenza musulmane: Indonesia, Turkmenistan, Kazakistan e in parte Arabia Saudita.
Possiamo concludere affermando che l’Islam è una religione che incoraggia la scienza?
Con la massima certezza. A livello di autorità religiose, il mondo islamico si è ad esempio speso con più convinzione rispetto alle gerarchie ecclesiastiche cattoliche – non sono pochi i massimi prelati che hanno opposto resistenze – nei confronti del vaccino. Si può riflettere sugli influssi di una visione radicale, come quella wahabita che arriva dall’Arabia Saudita, ma l’islam è sempre stato una religione aperta alle scienze. Anche un confronto storico con il mondo cristiano o di altre religioni dimostra l’apertura da sempre del mondo musulmano verso la cultura medica.