Perché questo articolo potrebbe interessarti? La Lega ha da sempre tra i suoi obiettivi quello dell’autonomia differenziata delle regioni, Fratelli d’Italia invece ha promesso un nuovo assetto costituzionale: il sospetto dell’opposizione è che Meloni, per far passare la riforma costituzionale, abbia assicurato a Salvini il veloce via libera all’autonomia. Un baratto, come dichiarato da alcuni membri del Pd, anche se la Lega respinge ogni accusa: “Siamo veloci nell’approvare le riforme – fanno sapere a TrueNews fonti del Carroccio – perché entrambe le riforme servono al Paese”
C’è un dato di fatto, colto con prospettive diverse dai vari schieramenti, che appare incontrovertibilmente oggettivo: la maggioranza a sostegno del governo Meloni sta accelerando sulle riforme. Due quelle in cantiere: la prima riguarda l’autonomia differenziata per le regioni e l’altra, presentata pochi giorni fa dallo stesso capo dell’esecutivo assieme al ministro Casellati, quella relativa al premierato.
L’autonomia oramai nella soprannominata “bicameralina”, ossia la commissione congiunta Senato-Camera per l’esame della proposta, è alle battute finali. Fra pochi giorni arriverà invece, partendo dal Senato, la riforma costituzionale per il premierato. L’accelerazione per la maggioranza è indice di efficienza e coesione del governo. Per le opposizioni invece, è figlia di un possibile baratto politico tutto interno al centrodestra: la Lega cioè avrebbe dato il benestare al premierato solo in cambio dell’autonomia differenziata. “In realtà – hanno spiegato fonti del Carroccio su TrueNews – entrambe le riforme servono al Paese”. Ma il sospetto, tra i corridoi della politica, rimane.
Premierato al Senato e autonomia differenziata (quasi) approvata
La prima scintilla in grado di surriscaldare il clima parlamentare, si è avuta nella giornata di mercoledì. Il governo, in particolare, ha infatti annunciato l’inizio dell’iter dall’aula del Senato dell’iter parlamentare della riforma costituzionale. Saranno cioè i senatori, prima dei deputati, a esaminare il documento contenente il premierato. Un dettaglio non da poco, si vocifera dalle parti dell’opposizione.
A Palazzo Madama i regolamenti sono diversi rispetto a Montecitorio. I tempi per l’esame dei documenti sono contingentati e l’iter, come sottolineato da diversi esponenti del Partito Democratico, è più snello. In poche parole, al Senato il governo può avere gioco più facile nel far passare la riforma. Per questo il capogruppo del Pd, Francesco Boccia, è stato tra i primi a parlare di baratto: “Al Senato – si legge nelle sue dichiarazioni affidate alle agenzie – si svolgerà il baratto interno alla maggioranza tra premierato e autonomia”.
Le frasi di Boccia, non a caso, sono state pronunciate subito dopo la fine di una delle ultime sessioni della “bicameralina” sull’autonomia. Almeno 7 dei 10 articoli di cui è composto il testo sull’autonomia sono stati discussi e approvati. Ma nell’ultima seduta sia Boccia che gli altri membri delle opposizioni hanno preferito uscire. Secondo i gruppi di minoranza, il governo sta procedendo spedito e non ha lasciato ampio spazio alle audizioni chieste degli altri partiti. L’abbandono della commissione congiunta è quindi figlio del sospetto di cui ha parlato Boccia: ossia, l’intreccio tra premierato e autonomia.
Non è dello stesso parere Maria Elisabetta Casellati, ministro delle riforme costituzionali: “Se il provvedimento parte da una Camera, non è che poi non va nell’altra, quindi è indifferente”, ha dichiarato al Corriere della Sera. Tuttavia il rapido arrivo del testo sul premierato al termine dell’esame della legge sull’autonomia, per l’opposizione altro non è che un veloce passaggio di testimone. E dunque la polemica politica è destinata a proseguire.
Lega: “Siamo veloci perché entrambe le riforme servono al Paese”
Dalle parti del Carroccio però non si vuole sentir parlare di baratto. I deputati leghisti mettono le mani avanti in tal senso: “Nessuno scambio o altro – ha dichiarato una fonte della Lega a TrueNews – l’Italia è un Paese incredibile: se non fai le riforme vieni criticato, se le fai troppo velocemente vieni criticato lo stesso”.
Il concetto emerso tra i corridoi del gruppo parlamentare della Lega è che la velocità, contro cui le opposizioni hanno puntato il dito, altro non è che l’espressione della mera volontà del governo di portare avanti le riforme: “Si tratta di due esigenze del Paese – ha proseguito la fonte del partito di Salvini – due esigenze molto sentite e due riforme che ridisegneranno l’Italia. In Senato siamo stati bravi a esitare l’autonomia differenziata, ora tocca al premierato”.
Il nodo politico però su cui continuano a battere le opposizioni, riguarda proprio il fatto che prima si è intervenuti sull’autonomia differenziata, la riforma cioè più cara alla Lega e su cui l’esame nella bicameralina è iniziato subito dopo il ritorno dei parlamentari dalle ferie di agosto, e solo dopo è emersa la riforma costituzionale. Per la Lega, anche in questo caso, si tratta solo di una questione di priorità, per i partiti all’opposizione è invece il segno più tangibile del possibile baratto avvenuto tra Matteo Salvini e Giorgia Meloni.
Lo sguardo verso le europee
La voce più sussurrata tra gli ambienti parlamentari, riguarda l’orizzonte temporale verso cui sono proiettate le riforme. Un orizzonte comprendente le elezioni europee della prossima primavera. Durante la campagna elettorale, Lega e Fratelli d’Italia hanno portato avanti i temi dell’autonomia differenziata e del presidenzialismo. Due promesse che, in vista del rinnovo del parlamento di Strasburgo, si vogliono presentare come mantenute.
A prescindere dall’esistenza o meno di un tacito baratto tra Lega e Fratelli d’Italia, di certo l’avvicinarsi del più importante appuntamento elettorale del 2024 potrebbe aver inciso molto sulla velocità con cui i provvedimenti sono stati presentati in parlamento. E sulla scelta di far iniziare dal Senato l’iter per il premierato, quest’ultimo scelto al posto del presidenzialismo come base per la riforma costituzionale.
Nei prossimi mesi quindi il dibattito potrebbe avere al centro la rapida staffetta tra l’autonomia e il testo per il nuovo assetto della costituzione. Una staffetta che tra le fila dell’opposizione si vorrà presentare invece, sempre in vista delle europee, come simbolo di un governo non così coeso.