“Ad oggi lato Regione Lombardia non si ipotizza nemmeno lontanamente di andare verso un lockdown stile marzo aprile”. Lo ha fatto sapere il sindaco di Milano Giuseppe Sala, intervenendo in Consiglio comunale al termine della riunione con il presidente della Regione Attilio Fontana e i sindaci dei capoluoghi di provincia lombardi. Una posizione che Sala ha detto di condividere.
La Regione Lombardia aspetta di vedere il nuovo Dpcm prima di prendere altre decisioni sull’emergenza coronavirus. Questo, a quanto apprende l’AGI, quanto emerso dall’incontro, svoltosi oggi pomeriggio, con i sindaci dei Comuni capoluogo lombardi. Alcuni primi cittadini hanno chiesto la possibilita’ di limitare i mercati, che allo stato attuale restano aperti e sono molto frequentati dagli anziani.
Sala: “Situazione migliore rispetto alle ipotesi di dieci giorni fa”
La situazione sanitaria in Lombardia e’ migliore delle ipotesi fatte dieci giorni fa, ha aggiunto Sala. “Quello che ne viene fuori e’ che la situazione lascia ancora margini di osservazione in questi giorni. Il 19, quando ci siamo riuniti con Fontana, i sindaci delle citta’ e i rappresentanti di lista del Pirellone, si era ipotizzato che al 31 ottobre si arrivasse a livello di terapie intensive a qualcosa che variava da un minimo di 400 a un massimo di 800. Per questo Fontana aveva semplificato in 600. Da questo punto di vista la situazione sembra essere un po’ meglio”, ha riferito Sala, aggiungendo di aver chiesto ai tecnici della Regione Lombardia “perche’ a loro avviso (la situazione, ndr) e’ un po’ meglio”. “Dicono – ha riferito il sindaco di Milano – che probabilmente un pochettino le misure che abbiamo gia’ preso possono aver inciso, ma di fatto probabilmente i comportamenti della gente un po’ sensibilizzata e spaventata hanno portato a qualcosa che non puo’ essere letto con totale serenita’, ma prendiamo atto che e’ un filo meglio di quanto si poteva immaginare dieci giorni fa”.
Sala: “Tpl, non ci sono altri mezzi: serve coinvolgere i privati”
Sala ha affrontato anche il nodo del trasporto pubblico locale, spiegando: “Non c’e’ ad oggi la possibilita’ di aggiungere mezzi sulla metropolitana ma anche in superficie abbiamo verificato e sono in servizio tutti i mezzi a disposizione “. “Se si portasse il limite al 50% il rischio e’ che non tutti potranno salire sui mezzi – ha aggiunto -, l’unica possibilita’ e’ che si trovi una formula per coinvolgere i privati e che si mettano in servizio mezzi privati. Non e’ semplice pero’ e’ l’unica via. Fontana mi rispondeva che per farlo abbiamo bisogno di fondi del Governo”. Qui “si lavora di ora in ora, questo e’ quello che sto facendo. Posso anche discutere con Fontana di mille cose e possono non essere d’accordo su tantissime cose – ha concluso -, ma ci sono momenti in cui bisogna lavorare e sabato pomeriggio sono stato con lui a Palazzo Lombardia per decidere cosa fare”.
Fontana: “Aspettiamo il nuovo Dpcm”
“Una riunione interlocutoria. Le parti, infatti, si sono lasciate con l’accordo di aggiornarsi in tempi rapidi, non appena saranno formalizzati i nuovi provvedimenti del Governo. Prima di allora sarebbe infatti impossibile prendere ogni tipo di decisione”. Lo comunica, in una nota, la Regione Lombardia, a proposito dell’incontro con l’Upl, l’Anci Lombardia e i sindaci dei Comuni capoluogo. Nell’incontro, spiega il comunicato, “il presidente Attilio Fontana ha relazionato l’UPL l’ANCI e i sindaci dei capoluogo di Provincia sull’esito dell’incontro avvenuto questa mattina con il Governo e ha illustrato l’evoluzione della curva epidemiologica in Lombardia”.
“Il governatore – prosegue la nota – ha fatto presente ai sindaci che alcune delle eventuali nuove restrizioni annunciate dal presidente del Consiglio sono gia’ in vigore in Lombardia, come il 100% della didattica a distanza nelle scuole superiori, la chiusura dei centri commerciali il sabato e la domenica e la limitazione oraria degli spostamenti”. “Il presidente Fontana – si sottolinea – ha quindi spiegato che, secondo quanto riferito dal Governo, verrebbero previste eventuali ‘fasce’ all’interno delle quali potrebbero essere applicate ulteriori misure restrittive graduali da concordare tra Governo e Regioni. Un modello che non coincide con quanto richiesto dalla Conferenza delle Regioni secondo cui non bisognava differenziare i provvedimenti tra territori e territori, ma agire con scelte di carattere nazionale. Richiesta, questa, a oggi, non accolta dall’Esecutivo”. “Infine – conclude la nota – il governatore Fontana ha riferito di avere, ancora una volta, sollecitato il Governo a garantire ristori concreti e adeguati per le categorie interessate da nuove restrizioni”
Dal vertice si e’ ribadito che la Lombardia aveva chiesto l’applicazione delle misure a livello nazionale, ma il governo non ha voluto accettare questa richiesta, preferendo che le misure venissero decise a livello regionale. Ai sindaci lombardi sta intanto arrivando un cruscotto digitale relativo ai dati sui contagi divisi comune per comune, e a breve il cruscotto sara’ consultabile anche dai consiglieri regionali. La Regione avrebbe chiesto deroghe sul divieto di transito tra Regioni, con riferimento in particolare alle zone di confine come Novara e Cremona.
Gori: “Situazione critica ma non si parla di lockdown”
“Bene il metodo definito tra Governo e Regioni, ma non e’ chiaro quali misure vadano associate a livello locale ai diversi livelli di contagio e di saturazione delle strutture sanitarie: lo capiremo nei prossimi giorni. La situazione lombarda e’ tra le piu’ critiche: siano tra i livelli 3 e 4, e’ quindi molto probabile un’ulteriore ‘stretta’ delle relazioni sociali, anche se al momento non si parla di lockdown”. Lo dichiara il sindaco di Bergamo Giorgio Gori, al termine della riunione con il governatore Fontana. Per Gori “l’importante e’ che siano automatici anche gli aiuti economici per le imprese e per i lavoratori cui si chiedono sacrifici per tutelare la salute pubblica. Bergamo continua ad essere la provincia lombarda meno colpita ma anche qui l’indice Rt e’ vicino a 1,5: un segnale che ci deve preoccupare e che al momento impedisce di immaginare misure piu’ ‘leggere’ rispetto al resto della regione”.