Perché potrebbe interessarti questo articolo? La premier Giorgia Meloni ha lanciato la propria offensiva contro l’uso di droga. Secondo quanto raccontano a True-news è solo l’inizio di questo impegno, che ha anche un valore simbolico: riunisce tutte le anime della sua maggioranza.
La battaglia contro la droga per mettere insieme la coalizione. Giorgia Meloni ha lanciato la sua nuova offensiva di comunicazione nelle ultime ore. Così da allontanare da Palazzo Chigi le nubi del Mes e sul commissario per l’alluvione in Emilia-Romagna, che finiscono per oscurare anche la nuova vittoria elettorale, questa volta ottenuta alle Regionali in Molise. La presidente del Consiglio ha voluto presenziare all’evento convocato alla Camera dal sottosegretario alla presidenza, il suo fedelissimo Alfredo Mantovano, proprio per dettare la linea dura sul contrasto all’uso di stupefacenti nella giornata mondiale contro la droga.
Droga: Meloni anti-fiction
L’obiettivo? “Superare il silenzio e l’indifferenza. La corretta informazione è un primo passo”, ha scandito Mantovano, sottolineando l’aumento dell’uso di sostanze stupefacenti che si è verificato in Italia. Da qui l’assist a Meloni. “Le droghe fanno male tutte, non esistono distinzioni, chi dice una cosa diversa dice una menzogna”, ha detto la premier che ha quindi ribadito la netta contrarietà anche alle droghe leggere: “Dire che ci sono droghe che possono essere usate è un inganno”. Da qui l’affondo anche ai prodotti audiovisivi: “Arriviamo al paradosso di avere serie che hanno come eroe uno spacciatore sulle stesse piattaforme che hanno fatto documentari contro su Muccioli che aveva salvato migliaia di ragazzi quando lo Stato era girato dall’altra parte”.
Parole che hanno fatto eco alla vecchia polemica sulla fiction Rai Rocco Schiavone, che ha visto in prima linea il senatore di Forza Italia, Maurizio Gasparri. Si contestava l’uso dello “spinello” del protagonista interpretato da Marco Giallini. Meloni non ha citato quel caso, ma il senso non era così lontano. Di sicuro ha serrato i ranghi su un punto che non vede alcuna divisione nel centrodestra: si marcia compatti. Tanto che nelle ultime settimane era stata ipotizzata una stretta anche sui negozi di cannabis light, quella venduta in tutte le città italiane.
Cannabis light nel mirino
Un emendamento del governo puntava a incrementare la tassazione disincentivando l’apertura di nuovi punti vendita e diminuendo gli introiti per le attività già avviate. Per il momento la maggioranza ha fatto marcia indietro, probabile che ne se ne parlerà più avanti quando ci sarà un “intervento organico” contro la droga, come viene anticipato a True-news. L’idea è quella di un disegno di legge, che però non risulta nemmeno come bozza e che potrebbe eventualmente vedere la luce solo dopo l’estate.
Fatto sta che la premier ha fissato un paletto. “È chiaro l’obiettivo di spostare l’attenzione su altri temi, decisamente meno divisivi all’intento del centrodestra”, spiega una fonte parlamentare interpellata sulla dura presa di posizione di Meloni sulla droga.
Droga, una battaglia appena iniziata
Non è passato inosservato anche lo zelo con cui è stato “silenziato” il deputato di +Europa, Riccardo Magi, che era tra il pubblico durante l’intervento della premier. Appena ha esposto il cartello con la scritta “Cannabis non ci pensa lo Stato, ci pensa la mafia”, è accorso velocemente un commesso che glielo ha platealmente strappato di mano. Magi ha polemizzato: “Abbiamo visto i risultati in questi anni di lavoro che avete fatto”. E il parlamentare ha replicato anche al fastidio per la sua iniziativa pubblica davanti agli occhi della premier: “Dovreste sapere che non sono una persona che si fa intimidire, perché io so cosa sto facendo il punto è se voi vi rendete conto di quello che state facendo”. La battaglia è aperta. Ma in fondo era quello che voleva la presidente del Consiglio.