Nel giugno del 2020 la Guardia di Finanza italiana ha sequestrato nel porto di Salerno un carico di oltre 84 milioni di pasticche di Captagon, pari a 14 tonnellate e dal valore di un miliardo di dollari. Le pasticche erano nascoste in enormi cilindri di carta e ingranaggi di metallo che impedivano agli scanner di individuarne i contenuti. Secondo quanto riportato, la droga, proveniente dalla Siria, transitava per il porto di Salerno prima di ripartire per la Libia. Salerno veniva utilizzata come scalo in modo da aggirare i controlli e rendere meno chiara la provenienza iniziale della merce. Nel corso dell’operazione sono stati arrestati un imprenditore svizzero e uno spedizioniere campano, che sarebbero stati direttamente coinvolti nel traffico di Captagon. Si trattava, allora, del più grande sequestro di questo tipo di sostanza mai avvenuto. Il primato è stato in seguito battuto dal sequestro avvenuto nel marzo del 2021 a Kuala Lumpur, in Malaysia.
Il lockdown ha portato i trafficanti di droga a guardare alla Siria
Il mercato di riferimento per il Captagon è quello dei paesi arabi. L’ipotesi avanzata dalla Guardia Finanza, tuttavia, è che durante il lockdown della primavera del 2020 la produzione e distribuzione di droghe sintetiche in Europa si sia praticamente fermata e quindi alla ripresa molti trafficanti, anche in consorzio, si siano rivolti alla Siria, la cui produzione invece non pare aver subito rallentamenti. L’ingresso nel mercato italiano e europeo di grosse quantità di queste anfetamine, bandite negli anni ’80, avrebbe effetti devastanti sulle giovani generazioni. All’epoca del sequestro, la responsabilità della produzione e del traffico di Captagon veniva fatta risalire al sedicente Stato islamico. Già nel 2020, tuttavia, un’inchiesta del quotidiano tedesco Der Spiegel puntava il dito su Assad e sui suoi associati, ritenendoli i veri responsabili del nuovo cartello della droga.
Cos’è il Captagon
La fenetillina, commercializzata con il nome di Captagon, è uno stimolante di tipo sintetico nato dalla combinazione di anfetamine e teofillina. Il Captagon si presenta come un solido cristallino e fu sintetizzato per la prima volta nel 1961 grazie ad un programma di ricerca sugli effetti della teofillina sull’apparato cardio-vascolatorio e sul sistema nervoso centrale. L’utilizzo della fenetillina fu inizialmente approvato in alcuni Paesi europei, come la Repubblica federale tedesca, per contrastare narcolessia e epilessia. In seguito alla condanna del mondo medico, dal 1986 la fenetillina fa parte della lista delle sostanze stupefacenti tenute sotto controllo dall’Organizzazione mondiale della sanità.
La “droga dell’ISIS”
Oggi il Captagon è una sostanza illegale in tutto il mondo, ma il suo utilizzo e smercio è particolarmente diffuso nei paesi arabi. Negli scorsi anni questa sostanza era nota come “droga dell’ISIS” o “droga della Jihad”, e il suo utilizzo era particolarmente diffuso nelle milizie attive in Siria e Libia. Le pasticche che ora vengono prodotte e vendute costituiscono una versione rivista delle originarie anfetamine a base di fenetillina che venivano usate a scopo terapeutico. La formulazione attuale, che viene venduta a prezzi di poco superiori ai 10 dollari a pasticca, costituisce un mix di anfetamine e caffeina che ha effetti devastanti sull’organismo.
Negli anni passati, il Captagon veniva utilizzato dai soldati e dai terroristi dell’ISIS per via delle sue capacità di inibire la paura, rendere sopportabile il dolore e limitare le ore di sonno necessarie. Secondo diverse fonti accertate, la stessa sostanza sarebbe stata utilizzata dai terroristi che nel 2015 misero sotto attacco Parigi e il teatro Bataclan. L’utilizzo di droghe e anfetamine da parte di eserciti e miliziani non è certamente una novità. Negli anni passati era emersa ben più di una speculazione su come il Captagon fosse diventato una fonte di reddito per il sedicente Stato Islamico, grazie ai costi contenuti delle pasticche e alla crescente domanda proveniente dall’Arabia Saudita e dalle altre monarchie del Golfo.
Captagon, l’inchiesta del New York Times
A inizio dicembre il New York Times ha pubblicato un’inchiesta sulla produzione e sullo smercio di Captagon. Secondo quanto emerge dalle ricerche del quotidiano newyorkese, i vertici dello stato siriano e la stessa famiglia del presidente Bashar al Assad sarebbero direttamente coinvolti nel traffico di anfetamine. La Siria ha storicamente rappresentato uno snodo fondamentale nel traffico di stupefacenti che dalla valle della Bekaa (in territorio libanese) varcano il confine siriano per propagarsi nei paesi della regione. La Bekaa è nota tradizionalmente per la produzione di hashish, ma, secondo quanto emerge dall’inchiesta del Times e da studi precedenti, in seguito alla decisione di rendere il Captagon illegale si sarebbe sviluppato, negli anni, un sistema per la produzione illegale di anfetamine per soddisfare la crescente richiesta proveniente in particolare dagli stati del Golfo.
La conversione della Siria in narco-Stato
Dal 2011 la Siria è scossa da una sanguinosa guerra civile che ha costretto gran parte della popolazione alla fame e ha causato centinaia di migliaia di morti. Il paese è tuttora sottoposto a dure sanzioni da parte del governo statunitense e degli alleati europei, e il perfezionamento dei sistemi di produzione e smercio di Captagon rappresentano per il governo siriano un modo per aggirare i provvedimenti economici dei governi occidentali e far entrare nel paese valuta forte proveniente dal Golfo. Con lo scoppio della guerra, inoltre, il regime avrebbe approfittato del caos per vendere le pasticche a tutte le parti coinvolte del conflitto. Secondo quanto riportato, le entrate derivanti dal traffico illegale superano oggi quelle proveniente dal commercio di prodotti legali, e il paese si starebbe convertendo in un nuovo narco-Stato.
Il ruolo della famiglia Assad e dell’esercito
Secondo quanto riportato, Maher al Assad, fratello minore di Bashar e comandante delle truppe d’élite della Quarta divisione corazzata dell’esercito, avrebbe un ruolo di primo piano nel supervisionare la produzione e la distribuzione delle anfetamine. Maher, che è anche capo della Guardia repubblicana, è una delle figure chiave del regime e nel corso del conflitto civile è stato più volte accusato di gravi violazioni dei diritti umani nei confronti di ribelli e oppositori politici.
Nel business del Captagon sarebbero coinvolti anche uomini di affari con stretti legami con la famiglia Assad e, chiaramente, l’alleato Hezbollah. Gli hub per la produzione, secondo testimonianze dirette di cittadini siriani, si troverebbero nei territori controllati da Hezbollah nei pressi del confine libanese, alla periferia di Damasco e nell’area del porto di Latakia. Il prodotto viene poi nascosto all’interno di finti carichi di frutta, latte e tè e distribuito verso il Golfo attraverso lo stesso porto di Latakia o attraverso l’aeroporto e il porto di Beirut.
I risvolti internazionali
A fine dicembre 2021 sono state sequestrate nel porto di Beirut 9 milioni di pasticche di Captagon nascoste in un finto carico di arance e pronte a partire verso i paesi del Golfo. Le autorità libanesi e il ministro degli interni Bassam Mawlaw hanno dichiarato di voler intensificare gli sforzi per contrastare il traffico di questa nuova generazione di anfetamine e “proteggere i fratelli arabi” dal suoi pericolosi effetti. L’occultamento delle pasticche all’interno di carichi di frutta è una pratica sempre più diffusa, e già nelle scorse settimane un carico di portata minore era stato intercettato negli Emirati Arabi Uniti nascosto in limoni di plastica.
Già nella scorsa primavera il ritrovamento a Ryad da parte delle autorità saudita di questa nuova generazione di anfetamine all’interno di una spedizione di melagrane aveva portato all’interruzione dei traffici commerciali tra Libano e Arabia Saudita. I due Paesi vivono da anni relazioni tese per via della posizione che Hezbollah occupa nel paese dei Cedri, e la più grande monarchia del Golfo ha gioco facile nel garantirsi una posizione di forza nella relazione bilaterale e nell’utilizzare strumentalmente la questione del Captagon per imporre le proprie condizioni al governo di Beirut.
Dal canto loro, nell’ultimo decennio le democrazie occidentali hanno mantenuto un atteggiamento ambiguo nei confronti della crisi siriana, e all’imposizione di dure sanzioni nei confronti di Damasco non ha mai effettivamente fatto seguito la volontà di trovare una soluzione permanente al conflitto; la stessa posizione della comunità internazionale nei confronti del ruolo della famiglia Assad non è tuttora mai stata chiarita adeguatamente. Il mercato di Captagon è in continua crescita, e nel solo 2021 sono stati sequestrati oltre 250 milioni di pasticche. Come è evidente, le operazioni di polizia e i maxi sequestri non saranno sufficienti, da soli, a estirpare il problema del narco traffico né a interrompere i meccanismi di autofinanziamento del regime di Damasco. La Siria, che da anni è ormai uno stato fallito, sembra aver trovato il modo di aggirare le sanzioni e mantenere salda la posizione delle élite al potere.