L’invasione dell’Ucraina non ha sconvolto solo il mondo, anche lo spazio subisce i contraccolpi della guerra di Putin. La Russia sarebbe pronta a riprendere il proprio programma lunare, lanciando la navicella spaziale automatica Luna-25. L’annuncio ha causato una pronta replica dell’Europa, con la l’Esa, Agenzia Spaziale Europea, che ha avviato una revisione completa di tutte le attività attualmente in corso in cooperazione con Russia e Ucraina.
Luna russa
“Riprenderemo il programma lunare. Parlo del lancio della navicella spaziale automatica robotizzata Luna-25″, lo ha annunciato Vladimir Putin questa settimana. La comunicazione è arrivata da un luogo tutt’altro che casuale: il Cosmodromo di Vostochny, il centro spaziale in Siberia da cui è partito nel 1961 il cosmonauta Yuri Gagarin per compiere la prima orbita intorno alla terra. Un luogo simbolo per l’Unione sovietica, e per la Russia di oggi.
Luna-25 e le due sorelle 26 e 27 sono tre missioni del programma di esplorazione lunare avviato dalla Russia negli anni ’60. L’ultima missione, Luna 24, risale al 1976. Inizialmente, Luna 25 era stata pianificata per ottobre 2021, a causa della pandemia è stata posticipata, fino al nuovo annuncio fatto da Putin: lancio previsto per agosto 2022.
Il rilancio del programma passa anche dalla Cina
La nuova missione prevede il lancio di un lander con il razzo Soyuz. Tra i vari strumenti a bordo doveva esserci PILOT-D, una videocamera di navigazione che permette di effettuare atterraggi di precisione, evitando eventuali ostacoli. La Russia intende continuare il lavoro per sviluppare navicelle cargo di nuova generazione e tecnologie per l’energia nucleare spaziale, settore in cui il paese godrebbe di un buon vantaggio tecnologico.
Quello russo è un programma a lungo termine, che include missioni per studiare la Luna dall’orbita e dalla superficie, raccogliere e restituire campioni di suolo lunare sulla Terra. In nonché costruire una base lunare, in cooperazione con l’Amministrazione Spaziale Nazionale Cinese (CNSA) nell’ambito di un progetto su larga scala per la realizzazione di una stazione lunare scientifica internazionale.
La rottura con l’Agenzia spaziale europea
Le tre missioni Luna si sarebbero dovute svolgere in cooperazione tra Russia ed Esa, ma, in seguito all’invasione su larga scala dell’Ucraina, iniziata su volere di Vladimir Putin il 24 febbraio scorso, l’Agenzia europea ha annunciato la revisione delle proprie collaborazioni in essere con Roscomos, l’agenzia spaziale russa.
Si legge in una nota, diramata lo scorso 13 aprile, si legge: “L’ESA interromperà le attività di cooperazione con la Russia su Luna-25, -26 e -27. Come per ExoMars – la missione esplorativa su Marte – l’aggressione russa contro l’Ucraina e le conseguenti sanzioni messe in atto rappresentano un cambiamento fondamentale delle circostanze e rendono impossibile per l’ESA attuare la prevista cooperazione lunare.
Un’opportunità per l’Italia
L’annullamento delle missioni Luna ed Exomars insieme coi rapporti di collaborazione spaziale tra Ue e Russia, apre una finestra d’opportunità per l’Italia. La revisione dei progetti di Esa ha permesso di incaricare Thales Alenia Space, una joint venture italo-francese (guidata da Leonardo) di accelerare uno studio per valutare le opzioni sulla strada da seguire per la missione su Marte, sostituendo il contributo russo.
In questi giorni Giorgio Saccoccia, presidente dell’Agenzia Spaziale Italiana (Asi), ha fatto chiarezza sulle collaborazioni e i progetti del nostro ente spaziale. Ad Ansa ha dichiarato che la sospensione degli accordi con Roscosmos “non destano nessuna criticità, in quanto fortunatamente, i progetti in atto in questo momento si traducevano in attività di pochissimo impatto, essendo ancora in fase di definizione“.