Antonella Campagna, senatrice del M5s, componente della Commissione Difesa a Palazzo Madama, mentre il leader Giuseppe Conte incalza il premier Mario Draghi sull’aumento della spesa militare al 2% del Pil, premette di non voler “essere considerata una voce fuori dal coro” e che “Conte è il mio capo politico, il leader del Movimento”, però è decisa a non mettere in discussione gli impegni presi negli anni dall’Italia con l’Alleanza Atlantica.
Non possiamo sottrarci agli impegni con gli alleati
“In questo momento io penso che noi non possiamo isolarci dall’Europa e che non possiamo sottrarci agli impegni che abbiamo sottoscritto nei confronti della Nato, quindi come dice Conte è vero che ci sono anche altre priorità e che c’è un tema di gradualità nel raggiungimento dell’obiettivo del 2% del Pil, ma tirarsi fuori adesso non dico che sarebbe devastante per l’Italia, ma sicuramente sarebbe un problema”, spiega Campagna a true-news.it.
La parlamentare allarga il perimetro del ragionamento all’implementazione di una difesa comune europea: “Non possiamo isolarci, anche nell’ambito della bussola strategica europea, della prospettiva di una difesa comune in Europa, il nostro paese deve avere credibilità e anche il forte incremento delle spese militari della Germania deve suscitare in noi una profonda riflessione”.
Difesa non significa solo armi
Secondo Campagna “bisogna spiegare bene le cose”. Il che significa “capire che le spese per la difesa sono un comparto molto ampio, che non comprende soltanto le armi e l’acquisto di armamenti per l’esercito, ma ad esempio anche i carabinieri fanno parte del settore della difesa, non possiamo non guardare alla cybersicurezza, che è sicuramente un altro aspetto importante, il discorso degli investimenti nella difesa è molto complesso e va sviscerato con completezza”.
La pentastellata cerca di smorzare le tensioni tra Draghi e Conte, con quest’ultimo che aveva parlato di “follia”, riferendosi a un aumento repentino delle spese militari fino al 2% del Pil. “Non c’è follia da nessuna delle parti e nessuno ovviamente vuole fare cadere il governo, semplicemente, come ha detto anche Conte, tra lui e il presidente Draghi ci sono state valutazioni diverse, ma per questo bisogna discutere e confrontarsi”. Poi aggiunge: “Da qualsiasi parte politica provengano, bisognerebbe evitare le semplificazioni e spiegare bene le cose”.
Divergenze pentastellate
Sicuramente, però, Campagna ha una visione diversa rispetto a quella del presidente della Commissione Esteri di Palazzo Madama Vito Petrocelli, che in caso di mancato voto di fiducia al decreto Ucraina rischia l’espulsione dal Movimento.
“Guardi – spiega a proposito Campagna – io non sono nessuno per poter giudicare le idee di Petrocelli, con il quale ho sempre avuto un buon rapporto personale, il suo pensiero in alcune cose è diverso dal mio ma lo rispetto, per quanto riguarda invece una ipotetica espulsione, credo che sia una cosa che deve affrontare lui con i vertici del Movimento, su questo io non ho potere e credo che siano decisioni che spettino al capo politico, spero che Conte parli con lui e che si possa arrivare a un accordo, anche perché Petrocelli ricopre un ruolo molto importante, è il presidente della Commissione Esteri al Senato”.
Per il resto, Campagna dice di non essere una frondista, anzi “io spiego le mie opinioni chiaramente”, argomenta. “Il mio è solo un ragionamento di credibilità del nostro Paese e di buon senso, poi bisogna anche spiegare che non è che noi domattina prendiamo 8 miliardi e li investiamo per comprare solo armi, abbiamo il dovere di spiegare le cose approfonditamente”.