Fin da subito il caso di Hasib Omerovich, il 36enne di etnia rom in coma dopo essere precipitato dalla finestra di casa sua a seguito di un controllo di polizia, è sembrato una vicenda delicata. Sicuramente con alcune ombre da chiarire. Tanto che i fatti accaduti a Primavalle, Roma, il 25 luglio scorso sono già all’attenzione della Procura della Repubblica della Capitale. Che ha aperto un fascicolo per tentato omicidio.
Magi: “Ho la pelle d’oca”
Ad accusare quattro poliziotti in borghese, che sarebbero entrati nella casa popolare dove viveva Hasib, c’è la famiglia del 36enne. Con la sorella di Omerovich, disabile anche lei, che era in casa con lui al momento del controllo di polizia. E sostiene che gli agenti “gli hanno dato calci e pugni” e aggiunge: “Lo hanno preso dai piedi e lo hanno buttato giù”. A ciò si aggiungono altri elementi, come un termosifone divelto, le macchie di sangue trovate sulla coperta del letto di Hasib e una scopa rotta.
Fatti tutti elencati nell’interrogazione parlamentare a risposta scritta presentata dal deputato radicale Riccardo Magi, presidente di +Europa, che ieri ha sollevato il caso con una conferenza stampa alla Camera insieme alla madre del 36enne disabile, all’Associazione 21 luglio e agli avvocati di famiglia. “C’è una persona in fin di vita da 50 giorni. E mi fa venire la pelle d’oca il fatto che, se non avessimo tirato fuori questa storia, tutto sarebbe rimasto nell’ombra”, denuncia Magi a True-News.it.
Serve una risposta rapida di Lamorgese
“Io ho potuto solo fare un’interrogazione a risposta scritta, non urgente. Perché le camere sono sciolte, ma mi sono trovato davanti al racconto dei familiari e dell’associazione 21 luglio, con cui collaboriamo da anni, ed è evidente che ci sono molti punti oscuri. È una vicenda tragica e sconvolgente per la mancanza di chiarezza su quanto è avvenuto”, continua il presidente del partito guidato da Emma Bonino.
Il parlamentare auspica “una risposta rapidissima da parte del ministero dell’Interno guidato da Luciana Lamorgese. Al netto degli sviluppi penali del caso e di un’indagine interna della Polizia che è già partita”. Questo perché “secondo il racconto dei familiari è stato fatto tutto in modo informale; senza alcun atto, sulla base di una denuncia sui social in cui si scriveva che Hasib avrebbe importunato alcune ragazze del quartiere”. Prosegue Magi: “Noi vogliamo sapere dal ministero che tipo di operazione di polizia era quella; per quale motivo è stata fatta; se c’era un mandato e se esiste un rapporto scritto degli agenti, dato che la sorella di Hasib è disabile ma è una persona molto presente a se stessa e ha descritto tutto in modo molto chiaro”.
Magi: “Nessuna conclusione affrettata, ma chiarezza”
L’esponente di +Europa specifica che “nessuno di noi vuole arrivare a delle conclusioni, ma semplicemente vogliamo chiarezza, giustizia e verità, dato che dopo 50 giorni c’è una persona in ospedale in condizioni gravissime e ci sono molti punti da chiarire. Ai familiari non è stato notificato nulla, stando al loro racconto, ma dopo l’intervento c’è stata solo una telefonata da parte di una vicina che poi avrebbe passato un agente ai familiari che avrebbe detto loro che il figlio era in ospedale con un braccio rotto. Poi tornano a casa e trovano alcuni agenti che gli dicono di andare in ospedale, loro vanno e scoprono che Hasib è in fin di vita, non con un braccio rotto”. Magi conclude: “Devono chiedere verità non solo i familiari, ma anche le istituzioni, altrimenti perché parliamo di stato di diritto? Ci devono essere gli anticorpi per fare chiarezza su una vicenda come questa”.