Perché leggere questo articolo? Il peso delle serie tv e dei podcast crime sta diventando enorme. Al punto da riportare in auge cold case che erano usciti dal dibattito. Da Potenza a Cogne, passando per Emanuela Orlandi, fino a Rosa e Olindo: quando i social riaprono indagini e dibattiti sepolti.
Israele e Palestina dividono, ma mai quanto lo faranno Olindo e Rosa Bazzi. Il dibattito contemporaneo non attende altro che essere infiammato. E anche quando il caso sarebbe chiuso, ecco il ritorno di fiamma. Con una serie tv, un podcast o una puntata televisiva. Netflix, Spotify e Amazon sono i nuovi Chi l’ha visto, ma all’ennesima potenza. I loro contenuti sono in grado di rimettere al centro del dibattito e delle bacheche social vecchi cold case, anche quelli risolti.
Oggi Potenza, ieri SanPa: la tendenza dei cold case on demand
Domenica 5 novembre centinaia di persone si sono ammassate fuori dalla Chiesa di Potenza. Non erano fedeli in attesa della messa, ma protestanti contro la celebrazione della prima messa nella chiesa in cui furono rinvenuti i resti di Elisa Claps. Il cold case della storia della studentessa 16enne uccisa da Danilo Restivo e il cui corpo è rimasto occultato nel sottotetto dell’edificio per 17 lunghi anni è tornata in auge grazie a un podcast e una docuserie di Sky sul caso.
Non è la prima volta che un cold case italiano ritorna in voga grazie a un contenuto multimediale. Le vecchie storie di cronaca nera sono una tendenza assoluta dei nuovi media, che si inseriscono di prepotenza in un dibattito già piuttosto congestionato e polarizzato. In epoca recente, il rinascimento del genere è iniziato con SanPa, la serie Netflix sui chiaroscuri della comunità di San Patrignano. Era il 2020, e il nostro mondo social sconvolto dalla pandemia poteva trovare una piacevole pausa di discussione, scannandosi tra critici e apologeti di Muccioli.
Se il cold case sensibilizza l’opinione pubblica
“Tra le ragioni che ci hanno convinto ad occuparci della storia di Elisa Claps perché ha un valore giornalistico molto importante, ma soprattutto perché la vicenda tratta di un tema per noi molto importante, rappresentato dalla violenza di genere”. Lo ha detto il direttore di Sky Tg24, Giuseppe De Bellis, presentando questa mattina a Milano ‘Dove nessuno guarda. Il caso Elisa Claps‘, la nuova docuserie Sky Crime e in streaming sul cold case di Potenza.
“Da qualche anno -spiega De Bellis- stiamo affrontando il tema della violenza di genere, di cui questa storia è un esempio incredibilmente cruento. In particolare, stiamo portando avanti una campagna che si chiama ‘Basta!’ e che punta a sensibilizzare l’opinione pubblica su questo, che è un tema di enorme importanza. In questo senso, la vicenda di Elisa Claps ha un valore simbolico molto importante e sono sicuro che con questa serie potremo imprimere il massimo della forza alla nostra campagna”.
Potenza, Vaticano e Brembate: ai nuovi media piace la cronaca nera
L’evoluzione dei nuovi media, che porta a velocità estrema gli aggiornamenti, in modo continuo ha portato a ragionare su quale potesse essere un posizionamento nuovo. E all’interno di questo ragionamento c’era quello di trovare un modo per rimanere costantemente aggiornati, ma al tempo stesso di andare in profondità di temi, scelti tra quelli più decisivi nel racconto della contemporaneità, con storie che hanno cambiato il corso delle nostre vite o che hanno rappresentato momenti importanti per la società. I cold case, le storie della cronaca nera più efferate piacciono al pubblico, che le domanda in continuazione ai nuovi media. Domanda e offerta di crime sono in aumento, in un circolo che non è ancora chiaro se sia virtuoso o vizioso per il dibattito italiano. I nuovi media tornano a farci parlare dei casi Claps, Orlandi e della strage di Erba. L’opinione pubblica – e soprattutto le istituzioni – al contrario di quanto fatto dal parroco di Potenza, dovrebbero tenerne conto.