In primavera sbocciano i primi frutti. Frutti d’amore. Mercoledì 12 maggio a “Rigenerazione Italia”, evento digitale organizzato da Coima sulla “rigenerazione urbana”, una delle espressioni che più ritorna con frequenza nel Recovery Plan inviato in Europa dal governo Draghi, assieme a Manfredi Catella ci sarà anche Francesca Bria. La Presidente del Fondo Nazionale Innovazione-Cdp Venture Sgr con dotazione di un miliardo di euro, già assessore a Barcellona nella giunta della sindaca progressista Ada Colau, entrata nelle grazie del Partito democratico e durante la formazione del governo Conte-bis in lizza per guidare il ministero dell’Innovazione poi finito nella mani della grillina Paola Pisano, si intratterrà in un dialogo sul tema della rigenerazione del territorio come elemento di rilancio economico e sociale dell’Italia.
Relatori assieme a lei? Lo stesso Manfredi Catella, il numero uno di Coima e del real estate a Milano, che ha lanciato meno di un anno fa il “Coima Esg City Impact Fund”, primo fondo dedicato alla rigenerazione urbana per rendere le città “smart e sostenibili”. Ma anche l’architetto Renzo Piano, il giornalista Mario Calabresi, l’amministratore delegato di Webuild (ex Salini Impregilo) Pietro Salini.
Manfredi Catella-Cdp, un lungo corteggiamento
Il corteggiamento fra Catella e Cdp è durato a lungo. E inizia a dare i primi frutti. Ha cominciato a luglio dello scorso anno Mister Porta Nuova. Nella sua intervista “programmatica” al Corriere della Sera del 20 luglio, in cui lamenta la “reazione molto drastica” alla crisi Covid dei “grandi investitori istituzionali e internazionali”, si lascia andare anche a una serie di complimenti per gli attori domestici. Dalle “casse previdenziali” (quotisti del suo fondo) che “hanno capito che bisognava unire le forze” fino proprio a Cassa Depositi e Prestiti. “Dissento – afferma Catella al quotidiano di via Solferino – da chi dice che a Roma non cambierà mai nulla e faccio l’esempio della Cdp, un soggetto pubblico che ha saputo organizzarsi con un management altamente qualificato e un’ottima conoscenza del mercato”. Chissà se fra il “management altamente qualificato” citato dal numero uno di Coima rientrasse anche Francesca Bria?
Manfredi Catella-Cdp, prima dell’amore la “concorrenza”
E dire che non è stato sempre rose e fiori fra Catella e il braccio finanziario del Tesoro italiano. Dalla “concorrenza” – più o meno indiretta – per la riqualificazione delle Manifatture Tabacchi con Coima che opera nella storica struttura di Lucca dove prendeva vita in passato il sigaro toscano e Cdp impegnata sui vari siti della penisola, monumenti della storia italiana e dell’emancipazione femminile sul lavoro abbandonati poco alla volta dalla privatizzazione del settore sigarette, e oggi da trasformare in incubatori di startup, coworking, poli di ricerca. O ancora più di recente: gli affari non sempre “d’oro” ma geograficamente contigui a Venezia, con Coima impegnata nel tentativo di recuperare e far fruttare gli storici Hotel del Lido veneziano Des Bains, Excelsior e Forte Malamocco, a breve distanza dall’operazione di Cdp “ex Ospedale al Mare” con cui Cassa vuole trasformare l’area in un complesso turistico d’avanguardia.
Manfredi Catella-Cdp, progetti nella Capitale?
Per spostarsi invece nella Capitale dove da mesi gira la voce, non confermata, che Manfredi Catella possa essere interessato a entrare nell’operazione sulla caserma Guido Reni, di proprietà del gruppo Cdp, nella stessa area del MAXXI, il Museo Nazionale delle Arti del XXI secolo. Affari, certo. Che in passato hanno portato alla reciproca indifferenza, se non attriti. Oggi la musica è cambiata. C’è da fare squadra nel sistema Paese. Si comincia dal talk in digitale “Rigenerazione Italia”. E poi pranzo fra i manager di Coima al ristorante Ratanà di chef Cesare Battisti, simbolo della gastronomia lombarda, per festeggiare le riaperture. E augurarsi tutti “buon appetito”.