Perché leggere questo articolo? E’ iniziata una settimana molto intensa. L’agenda del governo è fitta di impegni, mentre sullo sfondo resta la mancata ratifica del Mes in Europa. Forti pressioni sul nostro Paese che è l’unico a non aver ancora ratificato il Meccanismo.
Mancano meno di cinquanta giorni alla fine dell’anno. Un countdown delicatissimo per il governo di Giorgia Meloni, che prevede un calendario costellato di voti e appuntamenti che potrebbero cambiare il rapporto del nostro Paese con l’Europa. A partire proprio da questi settimana. Si comincia domani a Bruxelles, con le valutazioni delle Bozze di bilancio presentati dagli Stati membri. Mercoledì inizierà alla Camera il dibattito sul Mes.
Mes: ultima chiamata dell’Europa per l’Italia
La discussione sul Fondo salva-Stati avrà finalmente un esito. La pressione delle istituzioni europee sull’Italia è fortissima, in quanto la riforma del Meccanismo europeo di Stabilità deve entrare in vigore nel 2024. Ed è necessaria l’ultima ratifica mancante, quella italiana. La possibile soluzione interna al centrodestra potrebbe essere quella della ratifica ma con precisazione.
Il governo pensa a una formale precisazione che l’Italia non lo attiverà mai. L’esecutivo ha sempre tentato di unire i destini della ratifica del Meccanismo europeo con un altro tema dirimente per la stabilità finanziaria: il nuovo Patto di stabilità. Il momento della verità è vicino, con nessun rinvio all’orizzonte, dopo lo slittamento di quattro mesi. L’otto dicembre a Bruxelles si riuniranno nuovamente i ministri finanziari europei. Ma già questa settimana potrebbe rivelarsi decisiva.
Il dialogo Roma-Parigi-Berlino
In pubblico, Meloni e Giorgetti si sforzano di mantenere il punto. “Se l’Italia non troverà convenienti le nuove regole, tanto varrà tenersi il vecchio patto di Maastricht” ha dichiarato la premier. Ma il governo sta facendo il possibile per non rimanere tagliato fuori dall’asse franco-tedesca. La strada del dialogo con Parigi e Berlino è necessaria. Domani, il ministro del Tesoro, Giancarlo Giorgetti, incontrerà il collega Bruno Le Maire. Mercoledì si recherà invece nella capitale tedesca, insieme con Giorgia Meloni, per un summit bilaterale Italia-Germania.
I punti all’ordino del giorno del meeting sono tanti. In ballo c’è un’altra delicatissima revisione, quella che riguarda le modifiche al Pnrr. I 144 obiettivi del vecchio Piano targato Margio Draghi saranno oggetto d’esame. Il ministro per gli affari europei e il PNRR, Raffaele Fitto, è stretto in una doppia morsa. Da una parte, i rilievi dei tecnici dell’Unione europea; dall’altra il pressing di enti locali, parti sociali e alleati.
Ci sono anche le concessioni balneari tra Italia ed Europa
Ma c’è ancora un ultimo appuntamento cruciale all’orizzonte. Dopo anni di rinvii, il governo dovrà sciogliere il nodo delle concessioni balneari. L’intenzione di Giorgia Meloni è quella di mettere a gara dal 1° gennaio 2024 solo le spiagge libere, che secondo il Tavolo tecnico di Palazzo Chigi riguardano il 67% delle aree da liberalizzare. Un principio che tutelerebbe chi è già in possesso di una concessione, ma Bruxelles non ne vuole sapere. Per questo motivo, si tratta su un nuovo rinvio al 2025 per le vecchie licenze, mantenendo al 2024 quelle per le spiagge libere. Insomma, inizia un periodo di decisioni e voti sensibili per l’elettorato e il governo di centrodestra. Inizia questa settimana una serie di banchi di prova con vista elezioni Europee di giugno 2024.