Perché leggere questo articolo? Nel giorno del quarantesimo compleanno della Lega, Marco Reguzzoni annuncia il suo ritorno in politica. Sarà candidato con Forza Italia
Certi amori non finiscono, canta Antonello Venditti. Anche Marco Reguzzoni ha fatto un giro immenso per poi ritornare. Aveva abbandonato la politica dodici anni fa, parlando di “colpo di stato”. Era il 2012 quando il suo partito, la Lega (che allora ancora portava orgogliosamente la dicitura “Nord” nel suo simbolo) e il segretario di cui erv un fedelissimo, Umberto Bossi, venivano travolta dallo scandalo Belsito. Adesso Reguzzoni è tornato. Ha scelto proprio il giorno del quarantesimo compleanno della Lega (ora Salvini Premier) per annunciare la sua candidatura alle Europee. Con Forza Italia.
Il ritorno di Reguzzoni, ma in Forza Italia
“Mi piacerebbe essere l’ultimo della lista, perché credo sia una questione di giusta umiltà ed è giusto approcciarsi con la volontà di far bene e di non prevaricare nessuno”. Così Marco Reguzzoni ha annunciato la sua discesa in campo. La seconda ad anni di distanza. Con un partito, Forza Italia, alleato della Lega. Ma alle Europee il discorso di coalizione vale fino a un certo punto. Reguzzoni, però, vuole seppellire l’ascia di guerra coi vecchi compagni di partito. “Nessuno pensi di usare la mia disponibilità a candidarmi per attaccare un alleato di governo. Sarebbe un esercizio sbagliato“.
Il veleno però sta nella coda. E Reguzzoni rifila una piccola staffilata al suo vecchio partito, “che non esiste più. Ora si chiama si chiama Salvini premier”. Il ritorno di Reguzzoni alla politica parte da Milano, e non è un caso. “E’ la capitale economica del paese e deve tornare a contare. Questo territorio ha pagato l’assenza di parlamentari europei che sono stati schierati all’opposizione e questo il territorio lombardo non se lo può permettere”.
L’inizio come giovane brillante nella cerchio magico di Bossi
Reguzzoni, 53 anni nativo di Busto Arsizio, è imprenditore nel campo delle biotecnologie. Ha fondato una società attiva nella ricerca, nello studio e nella conservazione delle cellule staminali amniotiche e placentari. Nel 2010 ha fondato Volandia, il più grande museo aeronautico italiano a Malpensa, insieme con Leonardo e Finmeccanica. “Tornare in politica è stata una decisione sofferta e so cosa mi aspetta” ha commentato Reguzzoni. Che ha ringraziato il coordinatore lombardo di Forza Italia, Alessandro Sorte, per averlo accolto e ha sottolineato l’importanza di mantenere la parola data in politica.
A discapito dell’età ancora piuttosto giovane, la storia politica di Marco Reguzzoni è iniziata molto tempo fa. Come ha ricordato Reguzzoni stesso al Corriere, la sua prima tessera della Lega (all’epoca addirittura) Lombarda “è del 1986, credo che sia la seconda dopo quella di Giuseppe Leoni“. Reguzzoni è stato un ex enfant prodige del Carroccio. Negli anni è stato consigliere comunale nella sua Busto (dal 1993 al 1997). Poi consigliere provinciale (1993-2008). Dalla segreteria provinciale, all’organizzazione della festa nazionale, fino agli incarichi di peso nella Lega.
Reguzzoni e il cerchio magico
A soli 31 anni nel 2002 viene eletto presidente della provincia di Varese. Il più giovane presidente di provincia d’Italia. Cinque anni dopo si riconferma, in un vero e proprio plebiscito: sfiora il 70 per cento dei voti. È l’uomo politico più votato nella storia della provincia di Varese. Al punto che nel 2007 il Carroccio lo nomina vice segretario del partito.
Tanto supporto ben presto mandato alle ortiche. A pochi mesi dalla rielezione nel sacro territorio di Varese, il giovane Reguzzoni completa la scalata scegliendo di rispondere alla chiamata di Roma (ai tempi ancora “ladrona” per i leghisti). Alle Politiche del 2008 viene eletto deputato, e in aggiunta scelto come Vicepresidente della pattuglia leghista alla Camera. Nel giro di due anni è pure nominato Capogruppo alla Camera.
Per i suoi avversari, Reguzzoni è il cuore pulsante del cerchio magico bossiano. Vi ricordate Rosi Mauro, il Trota e Roberto Castelli? Dopo la malattia di Bossi, la moglie Emanuela Marrone mette in piedi un gruppo organizzato, detto “cerchio” perché avrebbe creato una barriera per rendere inavvicinabile il “capo”. Il termine “magico” fa riferimento a presunte pratiche esoteriche da parte di alcuni suoi componenti. Tra questi vi è anche il giovane Reguzzoni.
Il “golpe” del 2012: “Reguzzoni fuori dai coglioni”
Le tensioni interne al partito cominciano a esplodere tra “bossiani” e “maroniani”. Sono gli ultimi anni del berlusconismo di governo, un periodo disastroso per la Lega. Dopo gli scontri interni al gruppo della camera sulla richiesta di arresto per Cosentino, il partito vieta a Maroni di parlare ai comizi. Esplode la protesta della base leghista che si scaglia contro Reguzzoni protetto dalla moglie di Bossi. Il giovane fedelissimo è visto come l’anima nera del clan di Bossi, dai leghisti ormai ribattezzato “cerchio tragico“. A inizio 2012 scade il mandato da Capogruppo di Reguzzoni, che non viene rinnovato. I cartelli leghisti nei cortei spiegano abbastanza bene il malumore della base: “Reguzzoni fuori dai coglioni“. Poco dopo esplode il caso Belsito e il cerchio magico si dissolve. L’enfant prodige viene cacciato dalla Lega tre anni dopo, quando nel 2015 lancia l’associazione politica Repubblicani. Quasi dieci anni è tornato.