Perché leggere questo articolo? Oggi è stata la giornata della scelta dei nuovi capigruppo del Pd: Chiara Braga alla Camera e Francesco Boccia al Senato, entrambi vicinissimi alla segretaria Elly Schlein. True-News.it ne ha parlato con l’ex senatore ed esponente del Pd Andrea Marcucci.
Andrea Marcucci, ex senatore, ancora iscritto al Pd, già capogruppo dem a Palazzo Madama, è la voce che mette il sigillo sul blitz della neo-segretaria Elly Schlein sui nuovi capigruppo di Camera e Senato. Dopo un lungo tira e molla, alla fine, l’hanno spuntata i fedelissimi della leader. Chiara Braga sarà la presidente dei deputati, Francesco Boccia il presidente dei senatori.
Marcucci contro il blitz di Sua Maestà Schlein sui capigruppo
“L’opposizione di Sua Maestà raccoglierà solo briciole nella segreteria”, si sfoga Marcucci in un colloquio con True-news.it. L’ex parlamentare di estrazione centrista, da fuori, si può permettere di sparare a palle incatenate contro il nuovo corso del Pd incarnato da Schlein.
In una giornata di calma apparente, con i pro-Bonaccini che fraternizzano malcelatamente nel cortile di Montecitorio con i nuovi padroni del vapore, è Marcucci a dare voce ai malumori dei cosiddetti “riformisti”, che pure si sono spaccati in due alla vigilia della resa dei conti sui capigruppo.
L’ex senatore ha espresso il suo pensiero prima con un tweet a caldo: “Per i riformisti e ancor più per i liberaldemocratici non c’è spazio”. Con True-News.it Marcucci ci mette il carico da novanta: “La Schlein ha mandato un segnale chiaro ed inequivocabile: fuori i liberaldemocratici, che forse danno anche fastidio”.
Schlein ha mandato un segnale: fuori i riformisti
L’ex renziano, sostenitore di Stefano Bonaccini nella corsa per la segreteria, insiste, descrivendo una specie di golpe senza precedenti. “Non ci sono precedenti al riguardo, nessun segretario del Pd aveva escluso la minoranza dalla presidenza dei gruppi, la prima è stata Elly Schlein”, va a memoria Marcucci.
Che ne ha anche per Bonaccini e il suo atteggiamento durante le trattative per la segreteria e i capigruppo dem. “Non giudico il suo comportamento, osservo da fuori – abbozza l’ex capogruppo – in queste condizioni mi pare ci sia solo un’opposizione di Sua Maestà, che raccoglierà briciole nella segreteria”.
Infatti, stando ai capannelli trasversali che si vedono in Transatlantico, sono in pieno svolgimento le discussioni per quanto riguarda il nuovo vertice del Partito Democratico. Ma anche qui si prefigura una preponderanza netta degli esponenti più vicini a Schlein, come i deputati Marco Furfaro e Marco Sarracino, i quarantenni di sinistra all’assalto del Nazareno. “All’opposizione rimarranno le briciole”, insiste Marcucci, più polemico che mai. E la definizione di Schlein come “Sua Maestà” dà l’idea del clima che si respira.
Marcucci: “Sulla scissione non so prevedere il futuro”
Le stesse obiezioni vengono mosse, a mezza bocca e taccuini chiusi, dai parlamentari dem di Area Riformista, la corrente di Marcucci, che dipingono una segretaria chiusa nel suo cerchio magico e poco avvezza al dialogo con le altre correnti e con i gruppi parlamentari di Montecitorio e Palazzo Madama, dove abbondano i sostenitori di Bonaccini, ma anche chi è pronto a cambiare cavallo. Marcucci prende tempo, però, sull’ipotesi-scissione. “Anche in questo caso, non so prevedere il futuro. La segretaria si tiene ben coperta sui temi, in pratica non sta dicendo nulla. Questa vaghezza prima o poi terminerà, e vedremo più nitidamente il profilo di questo nuovo Pd”, spiega l’ex parlamentare che, dunque, non esclude un suo e altri addii.