di Francesco Floris
Qualche settimana fa nelle redazioni dei giornali è arrivato un comunicato stampa. Titolo? “Covid: Psicologi, stress cresce ma con Draghi politica non più fattore di disagio”. Firmato: Consiglio Nazionale dell’Ordine degli Psicologi. Era nell’aria la vaccinazione prioritaria per i professionisti della mente e qualcuno ha voluto tributare un grazie al nuovo Governo, con tanto di ricerca affidata all’Istituto Piepoli che attraverso lo “Stressometro” dimostrava – più o meno – come l’avvento dell’ex governatore della Bce a Palazzo Chigi avesse placato lo stress ingenerato dalla politica italiana ai cittadini almeno dal 2 giugno 1946. Come è giusto che sia.
L’8 aprile in conferenza stampa il Presidente del Consiglio ha detto: “Alle Regioni dico: smettela di vaccinare i giovani, queste platee di operatori sanitari che si allargano, gli psicologi di 35 anni. Con che coscienza un giovane si fa vaccinare e salta la lista sapendo che lascia esposto una persona che ha più di 65 anni o una persona fragile?”.
Già, con che coscienza? Il 9 aprile nelle caselle mail dei giornalisti ne è arrivato un altro di comunicato stampa. “Vaccini: Psicologi, è il caso che il Governo informi se stesso”. Stesso firmatario del precedente, approccio diverso. “Può capitare di essere ottimi tecnici ma non brillare come comunicatori. Sorprendono infatti le affermazioni del presidente Draghi che nella sua conferenza stampa ha parlato di giovani psicologi che si fanno vaccinare scavalcando le persone anziane” ha detto David Lazzari, presidente del Consiglio Nazionale dell’Ordine degli Psicologi. Aggiungendo: “Sorprendente da molti punti di vista: perché nessuno di noi ha chiesto di avere priorità, è stato il Governo a decidere le priorità vaccinali, ed in queste sono state incluse tutte le professioni sanitarie. Perché addirittura l’ultimo Decreto trasforma la facoltà in obbligo, esteso a tutti gli iscritti agli Ordini sanitari. Perché queste priorità e questi obblighi non sono determinati dal fine di proteggere i sanitari ma le persone, bambini e adulti, da loro seguiti”.
Del resto è di pochi giorni fa la circolare emanata dal segreteria dell’Ordine degli Psicologi dopo la pubblicazione decreto legge del 1 aprile 2021. Che prende atto delle decisioni del governo e comunica che l’Ordine “provvederà, entro cinque giorni dall’emanazione dello stesso, a trasmettere ufficialmente l’elenco dei propri iscritti alla Regione” in modo tale che le Asl verifichino “lo stato vaccinale di ciascuno dei soggetti rientranti negli elenchi tramite dei servizi informativi vaccinali”.
Morale? Lo “Stressometro” è impazzito. In un Paese che usa i vaccini come merce di scambio, fra applausi accondiscendenti e vuoti di memoria. Per questi, almeno, c’è lo psicologo.