Quest’estate, poco prima di andare in vacanza per la breve tregua che ci ha dato il virus, abbiamo visto sui tutti i giornali d’Italia una sfilza di prime pagine lunga così. La motivazione? Il cosiddetto caso camici. Ovvero la storia di una fornitura di camici, mai pagati da Regione Lombardia, che ha riguardato il cognato di Attilio Fontana, a cui lo stesso Fontana avrebbe voluto regalare dei soldi per “ristorarlo” dell’impossibilità di vendere quei camici alla Regione, visto che li dovette regalare.
Guardate bene i fatti: i camici non sono mai stati pagati, e non c’è un euro che la Regione ha dato al cognato di Fontana. Tutte le altre faccende sono contorni, i fatti sono questi. Attenzione, perché quando uno scrive cose del genere si finisce sempre per essere presi come difensori acefali della Regione: la Regione ha fatto centinaia di errori, e nel mio libro ne racconto un bel po’. Ma ecco, sul fatto che quel caso non sia la prova che in Regione sono malfattori, ne sono certo. A che punto è l’inchiesta? E chi lo sa?
Probabilmente chiederanno una proroga delle indagini, e magari qualche nuovo colpo di scena emergerà sui giornali. Quindi, riepilogando: zero euro dalla pubblica amministrazione e tutte le prime pagine e tutte le tv su questo caso. Oggi sfoglio il Corriere e a pagina 150mila (per dire) c’è il caso delle mascherine dalla Cina importate da Arcuri. Attenzione! Si tratta di una commessa pagata, pagatissima. Stiamo parlando, stando a quanto si legge, di oltre un miliardo di euro che ha fruttato ai mediatori 72 milioni di euro. A indagare non è un qualche pm sconosciuto, ma Paolo Ielo, che ho conosciuto e che è un mastino vero. Uno serio, ecco. Si ipotizza che ci siano state influenze illecite con Arcuri, grazie ai buoni uffici di un ex giornalista Rai. Ora, al di là del caso, che va tutto verificato perché l’accusa è sempre e solo una parte: possibile mai che per dei camici mai pagati dalla Regione è venuto fuori il finimondo e per un miliardo di euro pagato dallo Stato si finisce in fondo ai giornali e in nessun telegiornale?
E perché l’inchiesta, va che caso strano, emerge proprio quando non c’è più la tutela politica su Arcuri, leggasi Giuseppe Conte? A pensar male non si fa peccato, delle volte.