Perché leggere questo articolo? Il governo Meloni sulla rielezione di von der Leyen ha tre posizioni per tre partiti. No di Lega, sì di Forza Italia e forse di Fdi.
La partita per l’Europa entra nel vivo. Come sarà il nuovo governo dell’Unione europea? Un guazzabuglio inestricabile, a giudicare dalle posizioni dei partiti di governo italiani. Su Ursula ci sono tre posizioni per i tre partiti della maggioranza. Ognuno fa il suo gioco. Forza Italia vuole accettare l’accordo sulla nuova Commissione a von der Leyen, la Lega vuole sabotarla, mentre Meloni sta nel mezzo, ambigua. Giovedì si voterà una riconferma, che non è scontata.
Von der Leyen e la strategia ambigua di Meloni
La partita per definire i vertici delle istituzioni chiave Ue è ancora aperta. Giorgia Meloni intende far pesare ruolo e voti di cui dispone. Anche perché potrebbero fare la differenza per la rielezione di Ursula von der Leyen. La premier e leader della destra, nonché presidente di Conservatori e Riformisti Europei (Ecr), deve però decidere dove schierare il nostro Paese. Al fianco dei Patrioti di Orban (e di Salvini) o dei Popolari vincitori delle elezioni (tra cui Tajani).
Fonti informate parlano di un colloquio telefonico tra Ursula von der Leyen e Giorgia Meloni. La premier italiana smentisce. D’altronde si era già astenuta dal voto per la riconferma della Presidente uscente durante l’ultimo Consiglio Europeo, così da aver mano libera durante le trattative che in questi giorni entrano nel vivo. La Presidente del Consiglio rivendica una vicepresidenza e un portafoglio di peso per l’Italia nel prossimo Esecutivo europeo. Quello della Concorrenza resta il più ambito. Il nome che circola è sempre quello di ministro per gli Affari Europei, Raffaele Fitto. Un nome di fiducia, che rischia però di creare qualche ripercussione in casa.
Con Salvini o con Tajani?
Nella partita europea la premier si trova stretta tra i due vice. Da una parte c’è Antonio Tajani. Il leader di Forza Italia è schierato coi Popolari, e voterà convintamente per la rielezione di Ursula von der Leyen. Dall’altra c’è Matteo Salvini. La Lega ha aderito al neonato gruppo dei Patrioti voluto da Orban, che vedono come fumo negli occhi la Presidente uscente della Commissione.
In merito a queste trattative i tre partiti di governo hanno tre posizioni diverse, per certi aspetti divergenti per altri più nettamente incompatibili, e tutti i tentativi fatti di conciliare gli approcci tra Lega, Forza Italia e Fratelli d’Italia sono di fatto falliti. Il tatticismo equidistante della premier ha portato a questo stallo. Adesso è giunto il momento per Meloni di prendere una decisione su Ursula von der Leyen.
Meloni e von der Leyen oltre i veti incrociati
Sul connubio tra Giorgia Meloni e Ursula von der Leyen pendono due veti incrociati. A far naufragare la tattica attendista di Meloni è stato il veto lanciato da Socialisti e Verdi all’ingresso di Ecr nella maggioranza Ursula, confermato dapprima da Macron e da Scholz, quindi dalla stessa von der Leyen che ha affermato che non ci sarà una cooperazione strutturale coi conservatori. Una chiusura che potrebbe pesare sulla rielezione. A von der Leyen i 24 voti degli eurodeputati di Fratelli d’Italia servirebbero eccome a stare sicura dai franchi tiratori di Bruxelles. Giorgia Meloni resta dunque al bivio tra astensione e appoggio esterno, tra Salvini e Tajani.